Menu

Sicilia. Crocetta Presidente, grillini primo partito

L’ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta, ex PdCI transitato al Pd è il nuovo presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.. Ha battuto nettamente il candidato del Pdl, Nello Musumeci, ribaltando un risultato che gli osservatori politici davano quasi scontato nell’isola del ”61 a 0” che il centrodestra fece registrare alle politiche del 2001. Un cambio di risultati elettorali che potremmo definire storico ma anche “singolare”.
C’è da sottolineare che ben due milioni di elettori siciliani domenica sono rimasti a casa e che il centro-destra – in via di implosione a livello nazionale – era diviso tra la candidatura dell’ex Forza Italia Gianfranco Miccichè e il candidato ufficiale Musumeci (uomo della destra storica, un fascista da sempre) sul quale aveva investito il neosegretario del PdL Alfano. L’affluenza alle urne è stata del 47,42%, non era mai stata così bassa. Hanno votato 2.203.885 elettori. Nel 2008, quando si votò anche di lunedì e in contemporanea con le politiche, la partecipazione era stata del 66,68%; nel 2006, quando come in questa occasione i seggi erano rimasti aperti solo la domenica votarono il 59,16% dei siciliani; nel 2001 il 63,47 per cento.
Oltre il dato dell’astensione c’è il risultato, importante, ottenuto dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che stando alle ultime rilevazioni sono il primo partito con il 17,9%. Adesso Crocetta per governare la Sicilia avra’ bisogno di raggiungere la fatidica quota dei 46 seggi (su novanta) dell’assemblea regionale. Una soglia irraggiungibile per la lista sostenuta solo da Pd e Udc.
Le diplomazie dei partiti stanno gia’ lavorando per garantire alla Sicilia una governabilita’ che duri almeno cinque anni. La Regione e’ sommersa dai debiti, circa sei miliardi di euro, che cresceranno il prossimo anno grazie alle misure e ai tagli imposti dal governo centrale. Ma in Sicilia nulla puo’ essere escluso, nemmeno lo scenario di una “grande coalizione”, in qualche modo questa sera gia’ ventilata. Un esecutivo di emergenza, che vada al di la’ della coalizione vincitrice e che affronti cinque-sei priorita’. Di questo si comincera’ a parlare domani.

Per la sinistra variamente definita è andata malissimo: la lista di SEL assieme a FDS e Verdi ha preso il 3.1%, l’IDV il 3,5%. Il loro candidato comune – Giovanna Marano, ex segretaria della Fiom siciliana, ha preso il 6%. Nessun eletto.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • luciano

    Il vero dato stupefacente non è l’alto tasso di astensionismo (e vorrei vedere!),ma la percentuale di voti (proletari?),che il pilastro principale di Monti riesce a portare a casa,facendo strabuzzare gli occhi persino a Bersani!Chi sono questi kamikaze del voto pronti ad immolarsi sull’altare del capitale?Dove si è posizionato il blocco sociale reazionario,quello che inneggia al rigore,forse nelle tante pieghe aperte dei burocrati sindacali o in quello che fu il famoso popolo di sinistra sapientemente lobotomizzato?Comincio a credere alla seconda ipotesi. Hasta siempre!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *