Domani, 25 aprile, in Albania si vota per il rinnovo del Parlamento.
Le elezioni degli ultimi anni nel “paese delle aquile” sono state caratterizzate dall’alternanza tra il Partito Socialista dell’attuale Primo Ministro Edi Rama e il Partito Democratico di Lulzim Basha, con un terzo partito, il Movimento Socialista per l’Integrazione (Lsi) – che esprime oggi il Presidente della Repubblica, Ilir Meta – a giocare un po’ il ruolo di ago della bilancia.
Un’alternanza “dello stesso”, visto che, a prescindere da chi detenesse le leve del comando, per il popolo albanese ben poco è cambiato.
E, malgrado i conflitti interni alla classe dirigente albanese e alle manifestazioni popolari dell’ultimo anno, presumibilmente ciò che uscirà dalle urne il 25 aprile non romperà questo incantesimo negativo.
Tuttavia un elemento di novità c’è. Anzi, per certi versi si tratta di una novità assolutamente dirompente. Per la prima volta dal 1991, infatti, ci sarà un candidato al di fuori dei tradizionali partiti.
Si chiama Elton Debreshi, ha 32 anni, vive a Bulqiza e ogni giorno si sveglia alle 5 del mattino, prende l’autobus della società per cui lavora, arriva sul sito di lavoro, indossa il caschetto e, alle 6:30, inizia il suo turno. Elton estrae cromo, quello trovato per la prima volta dagli italiani negli anni ‘30, all’epoca del fascismo. Elton è infatti un minatore. E sindacalista. Come lui, prima di lui, il padre e il nonno.
Elton Debreshi negli incontri che tutti i giorni tiene dopo la giornata di lavoro, spiega i danni provocati dalle privatizzazioni degli anni ‘90: “oltre alle paghe da fame, la manutenzione dei cunicoli delle miniere è l’ultimo dei problemi”. La sua candidatura ha suscitato entusiasmo, soprattutto tra tanti giovani, anche di altre zone del Paese. Si tratta di una generazione posta, ancora una volta, dinanzi a un bivio che conoscono bene i giovani di tante regioni del Sud Europa: migrare o essere trattati da schiavi.
Elton Debreshi può essere una piccola scintilla per mettere in discussione i finti bivi dinanzi a cui si trova il popolo albanese: la finta alternanza tra partiti politici identici e al servizio delle stesse classi sociali; la finta scelta tra migrare o rimanere ed esser trattati da schiavi.
Per questo la sua candidatura parla anche a noi, sull’altra sponda dell’Adriatico.
La sua vittoria aprirebbe una piccola ma significativa crepa. La lingua che parla Elton è l’albanese, ma il linguaggio che usa è quello della dignità e del riscatto dei popoli contro l’arroganza delle oligarchie al potere.
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