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Come si difende l’istruzione pubblica. In Cina, però…

Da China Daily di ieri. E’ chiaro che non siamo in Italia. Buona lettura.

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“La scorsa settimana il ministero dell’Istruzione ha vietato le scuole pubbliche che gestiscono scuole private ad esse affiliate per impedire che le risorse dell’istruzione pubblica vengano sfruttate da individui.

Un altro scopo di questa mossa è tracciare una chiara linea di demarcazione tra scuole pubbliche e private, in modo che le scuole pubbliche possano meglio assumere il loro ruolo di fornitori di beni pubblici.

Se le famiglie non possono permettersi la retta privata, i loro figli sono destinati a restare indietro rispetto a quelli delle famiglie che possono. Le scuole vanno quindi contro il principio di equità nell’istruzione basata sull’ammissione per merito.

Che le scuole pubbliche fossero autorizzate a gestire scuole private sotto di loro all’inizio di questo secolo era per soddisfare le crescenti richieste di istruzione dei figli dei lavoratori migranti nelle città. Tuttavia, la politica è stata sfruttata da alcuni per aprire costose scuole private affiliate a prestigiose scuole pubbliche per i figli dei ricchi.

Queste scuole private si sono espanse rapidamente in alcuni luoghi e, finché le famiglie possono permettersi le tasse elevate, i loro figli possono accedere alle risorse educative delle principali scuole pubbliche attraverso i loro rami privati.

Detto questo, queste scuole private sono solo un pretesto per le principali scuole pubbliche, se non per alcuni individui al loro interno, per capitalizzare le risorse dell’istruzione pubblica.

Negli ultimi due decenni, alcune di queste scuole private sono diventate prestigiose quanto le scuole pubbliche a cui sono affiliate e sono diventate vacche da mungere per le scuole, poiché i buoni insegnanti delle scuole pubbliche sono più inclini a insegnare nei rami privati per rendimenti elevati.

Poiché il divieto potrebbe indurre alcuni di questi insegnanti a lasciare il lavoro nelle scuole pubbliche per diventare dipendenti a tempo pieno delle scuole private, dovrebbero esserci più politiche ausiliarie per garantire che la riforma venga portata avanti senza indebolire la capacità delle scuole pubbliche di servire il pubblico.

Allo stesso tempo, le autorità educative dovrebbero sondare quanti profitti hanno realizzato queste scuole private sfruttando le risorse educative pubbliche per il guadagno privato nel corso degli anni.

Il governo dovrebbe aumentare ulteriormente il suo contributo nelle scuole pubbliche e incoraggiare lo sviluppo parallelo di scuole private per soddisfare le diverse richieste di istruzione delle persone”.

* Segnalato da Pasquale Cicalese

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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