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Manovre militari congiunte tra Russia e Cina. Tutti si preparano alle “guerre ibride”

Sono in corso e dureranno fino al 25 settembre le manovre militari congiunte dei Paesi della Shanghai Cooperation Organization (Sco).

Le esercitazioni vedono come teatro le vicinanze di Orenburg, sede di uno scalo cruciale per il traffico aereo russo e in prossimità di importanti basi militari. Secondo il sito Affari Internazionali si collocano nel quadro di un approfondimento decisivo della cooperazione militare fra Russia e Cina. “L’intensificazione della cooperazione militare riguarderà verosimilmente il campo della condivisione delle procedure di Comando e Controllo (C2) e delle informazioni politiche e politico-militari. Aspetti questi che sono delicatissimi e decisivi per la pianificazione e la conduzione dei conflitti di “quinta generazione” o “guerre ibride”.

Dalla Cina sono arrivati in Russia oltre 500 militari e numerosi mezzi (in special modo blindati e automezzi dotati di sofisticati sistemi di trasmissioni) e materiali che saranno impegnati nell’esercitazione antiterrorismo denominata “Peace Mission 2021”.

Ma in queste manovre militari ci sono anche altri due aspetti che meritano di essere segnalati. Oltre alle truppe e agli osservatori di Mosca e Pechino parteciperanno all’esercitazione anche forze di Kazakhstan, Kirghizistan, Tajikistan, Uzbekistan, India e Pakistan.

Alcuni di questi paesi ex sovietici (Tajikistan, Uzbekistan) confinano con l’Afghanistan. Gli ultimi due invece sono da sempre in stato di tensione. Il fatto che India e Pakistan partecipino a manovre congiunte in Russia e con la Cina è un segnale decisamente rilevante.

Secondo gli analisti di Affari Internazionali il respiro dell’evento è molto più ampio della semplice cooperazione strategico militare.

“Peace Mission 2021”, infatti, oltre al consolidamento della cooperazione russo-cinese, vede una forma quasi inedita di addestramento militare congiunto fra India e Pakistan, avvenuta in precedenza solamente nel medesimo contesto della Conferenza dell’Organizzazione di Shangai e l’impegno degli stati centro-asiatici, oggetto dell’interesse pakistano, russo e cinese per una cooperazione di tipo militare.

“La cooperazione militare fra le due potenze non deve quindi essere letta esclusivamente come fattore strategico e commerciale ma anche come un moltiplicatore del citato ruolo di influence politica (poiché rappresenta la cifra di un’interoperabilità probabilmente non scontata neanche fra le forze Nato) e diplomatica (anche considerando il sempre più attivo coinvolgimento delle repubbliche centrasiatiche e di India e Pakistan)” scrive il sito specializzato. Ma è ancora più interessante l’attenzione riservata a quelle che vengono orai definite le guerre ibride, come lo sono i conflitti “quinta generazione”, particolarmente studiate da autori cinesi.

Le guerre ibride “hanno proprio la caratteristica della preponderanza degli aspetti legati all’influenza politica, e pertanto l’articolazione del rapporto strategico militare russo-cinese, attraverso iniziative bilaterali o multilaterali (come le esercitazioni della Sco) deve essere letta anche come una preparazione a tali tipologie di conflitti che saranno verosimilmente ricorrenti nel futuro”.

 

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