Nel 2019 si proclamò presidente dopo il golpe che aveva costretto all’esilio il presidente boliviano Evo Morales. Due anni dopo, ed a seguito di elezioni che hanno visto nuovamente la vittoria del MAS di Morales, la procura della Bolivia ha chiesto di condannare l’ex presidente golpista Jeanine Anez a dieci anni di carcere per essersi autoproclamata alla guida del Paese nel 2019 senza il quorum di Camera e Senato.
Secondo l’accusa formulata dal pubblico ministero Lupe Zabala, riferisce il quotidiano “Pagina Siete”, Anez è responsabile di non aver rispettato la Costituzione boliviana, avendo preso il comando del Senato in una sessione senza quorum ed essendosi autoproclamandosi in seguito presidente del Paese.
Per il segretario della Procura, Edwin Quispe, l’accusa ha raccolto “tutti gli elementi di fatto” per dimostrare la responsabilità di Anez, contro la quale “sono state presentate più di 79 prove” ed oltre 20 testimonianze. Jeanine Anez, del partito Unidad democratica (Ud), era stata nominata il 12 novembre del 2019 presidente ad interim della Bolivia dai parlamentari della sua formazione politica e altri deputati dell’opposizione. Allora Anez ricopriva la carica di seconda vicepresidente del Senato. La nomina è avvenuta nonostante Camera e Senato non abbiano raggiunto il quorum necessario ad avviare la seduta, a causa dell’assenza dei parlamentari del Movimento al socialismo (Mas), che disponeva della maggioranza dei seggi.
Tra gli accusatori della Anez figurano anche l’ex comandante della polizia Yuri Calderon e l’ex comandante delle forze armate boliviane Williams Kalimàn.
Nella capitale La Paz martedi è intanto arrivata la marcia moltitudinaria patriottica partita il 23 novembre da Caracolo nel dipartimento di Oruro. Il presidente della Camera dei Deputati, Freddy Mamani, ha affermato che la Marcia per la Patria ha confermato che il Movimento verso il Socialismo (MAS) è l’unico partito che rappresenta i nove dipartimenti della Bolivia.
“Questa marcia ha consolidato che lo strumento politico per la sovranità dei popoli (MAS-IPSP) è uno strumento che rappresenta assolutamente i nove dipartimenti e le diverse organizzazioni sociali. Ecco perché noi parlamentari rappresentiamo ciascuna delle organizzazioni che abbiamo nel nostro paese”, ha sottolineato Mamani.
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