A New York dallo scorso luglio cento donne che avevano appena partorito hanno cominciato a ricevere denaro da un fondo chiamato Bridge Project. Il progetto, fin qui da 16 milioni di dollari, è finanziato da una fondazione noprofit, la Monarch Foundation, ma non è filantropia, è un esperimento di reddito garantito per dimostrare che la tranquillità economica, libera dall’affanno di non sapere come pagare affitto e bollette a fine mese, produce un investimento a lungo termine sulle persone, i bambini in primo piano in questo progetto, e torna indietro sotto forma di successo scolastico, salute e occasioni di lavoro.
Un beneficio complessivo per la società, che parte dal presupposto che una persona in salute fisica e psichica e con un discreto guadagno costi alla società molto meno della attuali politiche rivolte ai poveri.
Una premessa è necessaria. Negli Usa quasi mai l’assistenza ai poveri consiste nell’erogare denaro direttamente, per questo l’esperimento è quasi rivoluzionario. Un grande dibattito si è sviluppato in seguito alla pandemia da covid che ha ridotto definitivamente in miseria assoluta milioni di persone che già a stento sopravvivevano prima della crisi.
I riccastri di Manhattan si sono ritrovati circondati da senzatetto che circolavano per le strade in cerca di riparo, con conseguente accumulo di sporcizia, degrado sanitario e aumento della criminalità, tutti fattori che hanno portato a una rapida svalutazione dei loro immobili.
Il problema è quindi diventato visibile anche a quella parte di città che fa finta di non vederlo ed è diventato un argomento centrale nella corsa per eleggere il nuovo sindaco, vinta alla fine dal democratico Eric Adams.
La tendenza agli aiuti negli Usa passa per una riduzione fiscale, ma il punto centrale è che se sei fuori dal mondo del lavoro e quindi non paghi le tasse non hai diritto a nessuna agevolazione.
La pandemia ha portato alla luce un aspetto che da noi in Europa è scontato: il problema della povertà tocca in particolare chi è fuori dai monitor statali e per mangiare qualcosa fa affidamento ai circuiti religiosi e laici della carità.
Ecco quindi un ripensamento delle forme di assistenza ai poveri che comincia faticosamente a farsi strada. L’esperimento di New York rientra in questo nuovo approccio.
Cento mamme tra Washington Heights, Harlem e Inwood hanno iniziato da luglio a ricevere denaro, 16 milioni di dollari fin qua, divisi in contributi tra i 500 e i 1000 dollari al mese, il denaro è in prevalenza rivolto alle forniture base per la crescita dei bimbi. La Monarch Fondation vuole verificare l’effetto a lungo termine considerando quel denaro un investimento.
Da aprile altre 500 madri entreranno nel programma che si allargherà a East Harlem, South Bronx e Central Bronx, dopo che il Congresso non è riuscito a raggiungere un accordo sull’estensione del credito d’imposta federale per i bambini, che dava alle famiglie fino a 300 dollari mensili per bambino.
Va anche specificato che durante la campagna elettorale per diventare sindaco l’ex poliziotto Eric Adams aveva deriso più volte la proposta del suo avversario Andrew Yang di dare denaro ai poveri, quindi non sarà semplice trovare in lui un alleato per la Monarch Foundation.
L’idea centrale del movimento per il reddito garantito è che il trattamento più efficace per la povertà è semplicemente dare denaro alle persone e lasciare che decidano cosa farne, piuttosto che imporre le regole, i limiti e gli ostacoli burocratici che vengono con la maggior parte delle reti di sicurezza programmi.
Le famiglie del Bridge Project hanno un reddito di 14.500 dollari come media, al di sotto della soglia di povertà federale, metà nere e metà ispaniche e il 20 per cento delle madri è priva di documenti. Più del 70 percento aveva meno di 100 dollari da parte al momento dell’ingresso nel programma.
Le prime 100 famiglie nel progetto riceveranno i fondi per tre anni, mentre quelle della seconda fase ricevono 1.000 dollari al mese per 18 mesi e dopo 500 dollari al mese per 18 mesi. A questi soldi privati si aggiungono, ma soltanto per il 5% delle famiglie, alcuni contributi pubblici, come spiegato prima consistenti principalmente nel credito d’imposta sul reddito da lavoro.
Il primo progetto di reddito garantito negli Usa fu tentato nel 2018 a Stockton, California, dove l’amministrazione cittadina decise di dare 500 dollari al mese a 125 famiglie nei quartieri più poveri. Da quel momento in tutti gli Usa sono in piedi 35 progetti pilota a reddito garantito che coinvolgono 17 stati, per un totale di 25 milioni di dollari all’anno per 7.000 famiglie.
Il progetto Stockton, ci spiega l’Economic Security Project, organizzazione che monitora le risorse destinate alla povertà, ha potuto constatare come le persone che hanno ricevuto denaro abbiano successivamente trovato un impiego a tempo pieno in misura doppia rispetto a chi non aveva usufruito del programma.
Anche a Los Angeles e a Chicago stanno iniziando due progetti pilota a reddito garantito, in questo caso finanziati pubblicamente. New York, dove un bambino nero su quattro e un bambino ispanico su tre vivono in povertà assoluta, può diventare la città guida di un esperimento dove il privato non sia più semplice beneficenza, ma intervento integrato con il pubblico.
E naturalmente quello che accade a New York prima o poi accade in tutto il mondo occidentale. O almeno così spera chi ha a cuore la questione povertà e da anni propone il reddito garantito anche dall’altra parte dell’Oceano.
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Aldo de Garzia
Allora il capitalismo a la soluzione di tutti i mali!
W la superiore inciviltà occidentale!
Ma perchè pubblicate queste articoli?
Redazione Contropiano
Preferisci che la realtà sia ignorata? E poi come si fa a lottare in modo serio? Con le favole? Non c’è nessuna “superiore inciviltà occidentale”, solo il solito tentativo di limitare lo scollamento sociale nei confronti del potere e del “sistema” con qualche briciola… Ma è bene saperlo, per non restare sorpresi…