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Si combatte vicino Kiev. A Bruxelles sei ore di discussione sulle sanzioni alla Russia

Ultim’ora:

La “neutralità” dell’Ucraina torna nell’agenda politica. A Mosca valutazioni divergenti

Il Cremlino ha definito “un movimento in senso positivo” le dichiarazioni provenienti da Kiev sulla disponibilita’ dell’Ucraina a negoziare con Mosca sullo status neutrale del Paese. Lo ha detto alla stampa il portavoce del presidente della Federazione russa, Dmitri Peskov. “Si tratta di una affermazione nuova. Le abbiamo prestato attenzione. Questo è un movimento in senso positivo. Ora dobbiamo analizzarlo. Non posso ancora dire di più“, ha detto Peskov senza voler poi commentare le parole del ministro degli Esteri Serghei Lavrov che invece aveva accusato le autorità ucraine di “mentire” riguardo alla disponibilità di trattare lo status neutrale dell’Ucraina. Su questo si registra infatti una divergenza di toni da quelli del ministro degli Ester Lavrov, secondo cui Zelenski mente: “Sta solo dicendo una bugia, mente quando dichiara di essere pronto a discutere di uno status neutrale”, ha detto ai giornalisti Lavrov dopo un incontro con i ministri degli Esteri delle due Repubbliche  di Donetsk e Lugansk. Lavrov ha fatto notare che in passato non sono mancate occasioni a Zelensky per discutere il tema, ma sono state “occasioni mancate”.

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Colloqui tra Putin e Xi Jinping. La Cina sostiene la Russia per eventuali negoziati sulla neutralità dell’Ucraina.

Il presidente cinese Xi Jinping e Vladimir Putin, hanno avuto oggi una conversazione telefonica

Il presidente cinese ha sottolineato che i recenti drammatici cambiamenti della situazione nell’Ucraina orientale hanno attirato grande attenzione da parte della comunità internazionale, aggiungendo che la Cina decide la sua posizione sulla base del merito della stessa questione ucraina.

Ha chiesto di abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, attribuendo importanza e rispettando le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di vari paesi e formando un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile attraverso la negoziazione.

La Cina sostiene la Russia nella risoluzione del problema attraverso i negoziati con l’Ucraina ha affermato Xi, aggiungendo che la Cina è stata coerente nella sua posizione di base sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i paesi e sul rispetto degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite.

La Cina è pronta a collaborare con i membri della comunità internazionale per abbracciare il concetto di sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile e sostenere fermamente il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro e l’ordine internazionale basato sul diritto internazionale.

Fonte: Xinuha

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L’Italia disponibile a inviare i propri militari sul fianco est della Nato

Intervenendo alla Camera sulla situazione in Ucraina, il presidente del Consiglio Draghi ha affermato che l’Italia potrebbe inviare propri contingenti militari sulla frontiera est della Nato: “Siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili.
Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini” ha detto Draghi in Parlamento.

Zelenski ha reso pubblico un tweet critico verso Draghi.

“La prossima volta cercherò di spostare l’agenda bellica per parlare con Mario Draghi ad un’ora precisa” ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo che il premier Mario Draghi questa mattina alla Camera aveva detto di aver provato a contattare il presidente ucraino senza riuscirci. E’ evidente che il presidente ucraino non ha gradito la riluttanza italiana (e tedesca) ad adottare sanzioni sul gas contro la Russia.

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Una rassegna di altre notizie da varie fonti sulla situazione in Ucraina e le reazioni internazionali

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La guerra è arrivata intorno a Kiev

Aggiornamento: L’agenzia Nova riferisce di rumore di spari udito poco fa nei pressi degli edifici governativi di Kiev. Sono sempre di più le testimonianze dirette che confermano il progressivo avanzamento delle forze armate russe verso il centro della capitale ucraina. Dopo gli scontri presso l’aeroporto di Hostomel, situato circa 40 chilometri a nord ovest di Kiev, diversi filmati pubblicati sui social media mostrano i carri armati russi che si muovevano attraverso Obolon, il quartiere settentrionale della capitale, lungo la sponda occidentale del fiume Dnepr, a circa 9 chilometri dal centro della città. Fonti locali riportano combattimenti in corso tra un convoglio di equipaggiamento russo e l’esercito ucraino nei pressi di Ivankov, sobborgo situato nell’area nord occidentale della capitale dove era presente un ponte che i genieri ucraini hanno fatto saltare per rallentare l’avanzata del nemico.

L’emittente televisiva pubblica ucraina ha annunciato intorno alle 8:20 ora locale (le 7:20 in Italia) un’allerta aerea nella capitale Kiev in seguito ad attacchi missilistici russi. Kiev nella notte è stata colpita da missili comunica un consigliere del ministero degli Interni ucraino. L’equipe della Cnn sul campo ha riferito di aver sentito due forti esplosioni nel centro di Kiev e una terza in lontananza. La notizia è stata confermata anche dall’agenzia russa Interfax. Risultano colpiti anche dei palazzi civili. I media ucraini scrivono che i frammenti di un aereo russo, presumibilmente un drone, e una serie di missili sono stati intercettati e sono caduti su due edifici residenziali.

Combattimenti sono in corso da stamattina a nord della capitale, in due località che si trovano rispettivamente a 45 e 80 chilometri da Kiev, Dymer e Ivankiv. Secondo la Cnn le forze meccanizzate russe che erano entrate in Ucraina attraverso la Bielorussia si troverebbero a circa 20 miglia (32 chilometri) da Kiev. Un secondo contingente, entrato in Ucraina dalla Russia, sarebbe un po’ più distante ma sempre in movimento verso Kiev con l’obiettivo di circondare la città. Il presidente ucraino Zelensky ha fornito un bilancio provvisorio delle perdite umane, parlando “di 137 morti ucraini, fra civili e militari, e circa 50 invasori russi”. Sui numeri non ci sono comunque conferme da fonti indipendenti scrive l’Ansa.

Due insegnanti sono stati uccisi da un bombardamento su una scuola a Gorlovka, nella Repubblica popolare di Donetsk. Lo rende noto il sindaco della città, Ivan Prikhodko. “Due insegnanti – le sue parole su Telegram – sono stati uccisi in un attacco alla scuola numero 50”. Prikhodko ha aggiunto che c’e’ anche una persona ferita.

Dopo il caso della diserzione di un pilota militare ucraino rifugiatosi ieri con il suo aereo in Romania, il ministero della Difesa russo afferma che nella provincia di Nikolaevsk 11 soldati della 53a brigata tecnica ucraina si sono arresi ed hanno richiesto un corridoio verso le Repubbliche del Donbass. Casi analoghi vengono segnalati in una delle unità della 36a brigata della fanteria di marina ucraina e nel distretto dell’isola Zmeyniy (regione di Odessa) dove avrebbero deposto le armi e si sono arresi 82 soldati ucraini, ai quali verrà chiesto di firmare un documento di rinuncia al combattimento, dopo di che potranno tornare a casa.

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Le reazioni della Nato

La NATO ha reso pubblico il dispiegamento di ulteriori forze militari terrestri, aeree e navali nei paesi del fianco est dell’Alleanza e che adotterà ulteriori misure per rafforzare la sua deterrenza e difesa in tutta la NATO. L’Alleanza creerà unità d’attacco nel suo fianco orientale, come negli Stati baltici. La Slovacchia ha già dato il suo consenso.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che su richiesta della Polonia e della Romania, l’Alleanza ha tenuto consultazioni ai sensi del suo articolo 4, in base al quale la NATO può essere riunita se qualcuno dei suoi membri teme che la sua sicurezza sia minacciata. L’Alleanza ha avvertito che “l’azione della Russia è una seria minaccia alla sicurezza euroatlantica”. Ma Stoltemberg ha anche ammesso che “L’Ucraina è un partner di valore, ma non abbiamo truppe e non abbiamo piani di inviare truppe in Ucraina”.

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Le sanzioni europee e il no della Cina

Il vertice straordinario del Consiglio Europeo sulla guerra in Ucraina si è concluso nella notte dopo sei ore di discussione. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen ha esposto le sanzioni contro la Russia concordate dai leader della Ue riguardanti  cinque settori, che comprendono quello finanziario, l’energia (la raffinazione del petrolio), i trasporti, la tecnologia e i visti.

Abbiamo dato mandato alla Commissione europea di cominciare a lavorare su misure per ammortizzare l’impatto economico che le sanzioni avranno anche sull’economia europea” ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, al termine del Consiglio europeo, sottolineando la necessità di una “profonda revisione del mercato energetico in Europa”, perché questa crisi ha un “impatto sul settore energetico del nostro Paese e del nostro continente”.

Ma un duro attacco ad alcuni paesi della Ue (tra cui l’Italia) arriva da un alto esponente politico polacco: “In questa guerra tutto è reale: la follia e la crudeltà di Putin, le vittime ucraine, le bombe che cadono su Kiev. Solo le vostre sanzioni sono fittizie. Quei governi dell’Ue, che hanno bloccato decisioni difficili (es. Germania, Ungheria, Italia) hanno perso l’onore”. Lo scrive in un tweet l’ex presidente del Consiglio Europeo e attuale presidente del Partito popolare europeo (Ppe), Donald Tusk.

La Cina invece “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, secondo cui “gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011″, che sono risultati strumenti non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi”.

Colloqui Russia-Cina

Alla vigilia del collquio telefonico tra Putin e Xi Jin Ping, ier il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si sono incontrati ed hanno discusso della situazione dell’Ucraina. I Ministri hanno espresso il loro parere comune secondo cui l’attuale crisi è stata causata dal rifiuto di Kiev – incoraggiato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati – all’attuazione del pacchetto di misure di Minsk, approvato dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Hanno anche “sottolineato che Russia e Cina insistono sul fatto che tutti gli stati devono rispettare il principio della sicurezza indivisibile”. Il ministero degli Esteri russo ha osservato che le parti hanno discusso dell’attuazione degli accordi raggiunti ai massimi livelli il 4 febbraio (in occasione della visita di Putin a Pechino).

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Riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrà esprimersi su una risoluzione di condanna delle operazioni militari intraprese dalla Russia in territorio ucraino. Lo riferisce la stampa statunitense, al culmine di 24 ore di negoziati a New York tra i Paesi membri del Consiglio. La risoluzione includerà la richiesta di un ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino. Il voto è stato calendarizzato dagli Stati Uniti, e si scontrerà quasi certamente col veto della Russia. Entro pochi giorni la medesima risoluzione verrà votata anche dai 193 membri dell’Assemblea generale Onu. Resta un’incognita, per il momento, la posizione che assumeranno paesi come Cina, India ed Emirati Arabi Uniti: Pechino ha rifiutato di definire le operazioni militari russe in Ucraina una “invasione”, mentre India ed Emirati Arabi hanno evitato condanne esplicite nei confronti di Mosca.

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