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Guerra in Ucraina/2. Nessun pericolo per centrale nucleare di Zaporizhzhia. I negoziati proseguono. Divergenze nella Nato

Le forze armate russe hanno occupato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nei pressi della città di Enerhodar, uno dei punti strategici più importanti dell’Ucraina.

Si era diffuso un allarme – strumentalmente ingigantito dagli USA e dal governo britannico ma smentito dall’Agenzia per l’Energia Atomica Internazionale – perché nel corso degli scontri tra le forze armate russe e ucraine è scoppiato un incendio fuori dal perimetro della centrale poi messa in sicurezza. Le unità del servizio di emergenza statale dell’Ucraina hanno ottenuto il permesso per entrare nella zona del rogo così da poter spegnere l’incendio.

A bruciare sono stati un edificio e un laboratorio, come spiegato dai responsabili dell’impianto. Le fiamme non hanno colpito strutture essenziali. L’incendio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ora sotto controllo russo, è stato domato alle 7:20 italiane e non ha causato alcuna vittima. Lo conferma una nota dello Stato maggiore dell’esercito ucraino nè, come precisato dall’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), sono stati segnalati cambiamenti nei livelli di radiazioni.

“Nessun reattore della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato coinvolto o colpito” ha detto il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare, Rafael Mariano Grossi, dopo l’incendio alla centrale nucleare nella città ucraina.

Zaporizhzhia che genera all’incirca la metà dell’elettricità prodotta da Kiev da fonte nucleare e oltre un quinto dell’elettricità totale che produce l’Ucraina.

Alla continua ricerca di un ulteriore casus belli, Biden ha subito esortato la Russia a cessare il fuoco sulla centrale, mentre il primo ministro britannico ha accusato Vladimir Putin di mettere in pericolo l’intera Europa. Boris Johnson ha poi chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Anche Draghi ha fatto un colpo di tosse condannando l’attacco scellerato da parte della Russia alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. “Un attacco – osserva – contro la sicurezza di tutti“.  Sulla vicenda della centrale nucleare si è fatta sentire anche Pechino: “La Cina attribuisce grande importanza alle questioni relative alla sicurezza nazionale ed è seriamente preoccupata per la situazione di sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina“, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri.

La Russia ha replicato affermando che sulla centrale nucleare di Zaporizhzhya “c’è stata una provocazione creata ad arte dal regime di Kiev con l’obiettivo di accusare la Russia di causare un incidente nucleare“: a dirlo è il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov precisando che il personale della centrale “lavora come al solito e monitora i livelli di radiazione“.

I negoziati tra Russia e Ucraina proseguono

I prossimi colloqui tra Ucraina e Russia per cercare una soluzione alla crisi si terranno in Bielorussia, già all’inizio della prossima settimana. Le delegazioni, che si sono incontrate nell’area di Brest, al confine polacco, hanno infatti deciso di continuare i negoziati, con un terzo round, il prima possibile pur trovando un’intesa sui corridoi umanitari. Le opinioni tra le parti sull’esito restano discordanti. Per Mosca sono stati “fatti progressi”. Kiev invece si dice delusa: “Non abbiamo avuto i risultati attesi”. Ma qualche passo in avanti è stato fatto. “Ieri, ai colloqui in Bielorussia, Ucraina e Russia sono riuscite a concordare la creazione di corridoi umanitari dove le persone soffrono di più, oggi si vedrà se l’accordo funziona” ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky questa mattina in un videomessaggio alla nazione.

Sarebbero almeno 47 i civili uccisi nei combattimenti di ieri a Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Lo riportano le autorità regionali. Il bilancio di ieri era di 33 morti tra i civili. Ieri le operazioni di soccorso erano state sospese a causa dei pesanti bombardamenti, secondo quanto riferito dal servizio dei emergenza locale.

“La Nato non deve farsi trascinare nella guerra”

La Nato non deve farsi trascinare nel conflitto in Ucraina” ha dichiarato il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, Jan Lipavsky, al suo arrivo al Consiglio della Nato a Bruxelles. “Attuare una No fly zone vuol dire portare la Nato nel conflitto“, ha aggiunto. “La Repubblica Ceca e gli altri Paesi stanno fornendo le armi all’Ucraina per avere di fatto una no fly zone“, ha spiegato il capo della diplomazia ceca.

Incalzato da pressioni e malumori anche dentro i paesi della Nato, il Segretario della Nato Stoltemberg ha dovuto chiarire ancora una volta che: “La Nato non è parte del conflitto. È un’alleanza difensiva, non cerchiamo un conflitto armato con la Russia. Allo stesso non vogliamo che ci siano incomprensioni sul nostro impegno a difendere tutti gli alleati. Per questo abbiamo aumentato la presenza delle truppe Nato nella parte orientale dell’Alleanza“.  Nei giorni scorsi l’Ungheria ha ribadito che non vuole ulteriori soldati NATO sul suo territorio e soprattutto non è disponibile ad offrire armi all’Ucraina, mentre la Turchia non ha intenzione di adottare sanzioni contro la Russia per la guerra con l’Ucraina. Secondo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. “In linea di principio, non abbiamo partecipato alle sanzioni in senso generale e non abbiamo nemmeno intenzione di unirci a queste sanzioni. Al contrario – ha rimarcato – siamo un Paese che può stabilire un dialogo paritario con entrambe le parti per porre fine al conflitto. Non possiamo permetterci di schierarci”.

Fonti: Agi, Nova, Ansa, Aiea

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