Il fronte militare
L’esercito russo ha preso il controllo della città di Izyum nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov. I militari russi hanno occupato la città di Izyum nella regione di Kharkiv, ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov. I militari russi si hanno attraversato il fiume alla periferia di Izyum, che era stato occupato dai militari ucraini di notte ed hanno costituito una testa di ponte. Nelle 24 ore successive, hanno respinto ii contrattacchi dell’esercito ucraino e costruito un ponte di pontoni per il passaggio delle truppe
Le unità militari ucraine hanno condotto con successo la controffensiva nelle città alla periferia di Kiev, e hanno probabilmente ripreso il controllo di Makariv e Moschun afferma la Difesa britannica nel suo ultimo rapporto dell’Intelligence
Le forze armate russe hanno distrutto ieri un ponte chiave sul fiume Desna che collegava la città settentrionale di Chernihiv alla capitale Kiev. Brucia intanto una foresta vicino alla centrale nucleare di Chernobyl, riferisce il Kyiv Independent, ma la maggior parte dell’incendio sviluppatosi nell’area vicina alla centrale nucleare di Chernobyl è sotto controllo.
E’ stata segnalata una esplosione nel porto di Berdyansk, controllato dalle forze armate russe. Le autorità ucraine rivendicano di aver colpito e distrutto una nave anfibia della Russia. Sull’accaduto occorre rammentare che anche il 3 marzo era stata diffusa una notizia simile anche al largo di Odessa, ma poi era emerso che la nave colpita e affondata era la “Helt” una nave estone della Vista Shipping Agency.
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Vertice del Consiglio Europeo. Sulle sanzioni alla Russia posizioni diverse
Dal vertice del Consiglio Europeo in corso a Bruxelles emergono nuovamente le distanze in seno all’Unione europea, soprattutto per la presenza di alcuni Paesi che sono contrari a un ulteriore inasprimento dei provvedimenti presi contro Mosca. Alla base della decisione sull’imposizione di nuove sanzioni ci sono due valutazioni: la sostenibilità di tali misure; il principio secondo cui tali misure debbano essere più dannose per chi le subisce rispetto a chi le impone. Per questo motivo è stata presenta una proposta che prevedrebbe delle sanzioni temporanee – per esempio della durata di tre mesi – su alcune importazioni di energia, anche se alcuni Paesi, guidati dalla Germania, sono contrari a quest’opzione.
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La Nato: niente truppe in Ucraina, ma altre truppe in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia.
La Nato nel vertice di oggi intende varare il dispiegamento di quattro nuovi battlegroup dell’Alleanza atlantica in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. “Non manderemo truppe in Ucraina” ha dichiarato il segretario generale della Nato uscente, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa. “La Nato non è parte del conflitto, sostiene l’Ucraina, ma non è parte del conflitto”. “Dobbiamo comprendere che è estremamente importante dare aiuto all’Ucraina, e stiamo aumentando, ma anche estremamente importante prevenire che questo conflitto diventi a pieno titolo una guerra tra Nato e Russia e quindi il messaggio è molto chiaro da parte degli alleati: non manderemo truppe in Ucraina”, ha sottolineato.
L’eventuale invio di un “contingente militare di pace” della Nato in Ucraina, porterebbe ad uno “scontro diretto tra le Forze armate della Russia e quelle dell’Alleanza atlantica” ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in un incontro con studenti e docenti dell’università Mgimo di Mosca. “I nostri colleghi polacchi hanno già affermato che ci sarà un vertice della Nato, e che bisogna inviare forze di pace. Spero che capiscano di cosa stanno parlando e che in linea di principio questo non dovrebbe accadere”,
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I rifugiati ucraini all’estero sono più di tre milioni e mezzo
Sono 3.626.546 i rifugiati registrati che, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sono fuggiti dall’Ucraina nei paesi vicini (soprattutto Polonia, Ungheria, Moldavia, Romania) in cerca di sicurezza dal 24 febbraio al 22 marzo. In Italia sono oltre 63.000, mentre 271.000 si sono rifugiati in Russia e circa 5.000 in Bielorussia. Lo scrive l’UNHCR nell’aggiornamento quotidiano dei dati, ribadendo che si tratta della “crisi di rifugiati che cresce più velocemente in Europa dalla Seconda guerra mondiale”. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha incontrato a Mosca il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Peter Maurer. Lo riferisce una nota del ministero, secondo il quale il colloquio ha riguardato “aree chiave del lavoro della Croce Rossa nel campo della risposta umanitaria”.
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L’ipoteca delle armi nucleari evocata troppo spesso
“La Russia deve smetterla di brandire le armi nucleari. Questo è molto pericoloso ed irresponsabile. La Nato è qui per difendere e proteggere tutti i suoi alleati e mandiamo un messaggio chiaro alla Russia: la guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta” ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Anche il Pentagono ha definito “pericolose” le parole del portavoce del Cremlino Peskov, che ieri, in un’intervista alla Cnn, non ha escluso l’utilizzo dell’arma nucleare qualora la Russia affrontasse “una minaccia esistenziale alla propria sicurezza”.
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La Russia accetterà solo il pagamento in rubli per le forniture di gas
L’Unione Europea è stata colta in contropiede dalla richiesta russa di effettuare pagamenti delle forniture di gas all’Europa in rubli piuttosto che in euro o dollari. L’annuncio di Mosca ha visto di nuovo schizzare il prezzo del gas a 15 euro. Nel corso della giornata di ieri, era emerso che la Russia non avrebbe più accettato pagamenti in dollari o euro da Paesi ostili per le sue forniture di gas, ma soltanto in rubli. A dirlo, era stato lo stesso presidente russo, Putin, durante un incontro con i membri del governo. “Non ha senso per noi consegnare le nostre merci nell’Unione europea e negli Stati Uniti e ricevere pagamenti in dollari, euro o altre valute”. Secondo Putin, la Russia inizierà ad accettare soltanto rubli in cambio della vendita di gas naturale, con la prospettiva di applicare la misura anche ad altre merci. Dopo le parole di Putin il rublo ha registrato subito un miglioramento e negli scambi è sceso sotto quota 100 sul dollaro (98,8). La valuta russa resta comunque debole rispetto al periodo antecedente alla guerra in Ucraina quando veniva scambiata a 75 rubli sul dollaro.
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