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Guerra in Ucraina/37. L’affondamento della Moskva è un duro colpo. Espugnata l’acciaieria a Mariupol. Zelenski stoppa i negoziati e attacca Germania e Ungheria. Il gas russo verso l’Asia

L’affondamento della Moskva è un duro colpo

Secondo il ministero della Difesa russo, citato dalla Ria Novosti, l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, l’incrociatore lanciamissili Moskva, è affondato mentre veniva rimorchiato in porto durante una tempesta a seguito di un’esplosione e di un incendio. Il ministero della difesa russo ha detto che l’esplosione della nave è stata il risultato dell’esplosione di munizioni e ha aggiunto che il danno originato dalla deflagrazione le ha fatto “perdere l’equilibrio” mentre veniva rimorchiata nel porto. “Dato il mare agitato, la nave è affondata”, ha detto l’agenzia di stampa statale russa TASS, citando il ministero. Ma indubbiamente il colpo subìto dalla Marina russa è stato duro. L’affondamento dell’incrociatore lanciamissili Moskva, “probabilmente spingerà la Russia a rivedere la sua posizione nel Mar Nero”: sottolinea l’intelligence britannica nel suo aggiornamento sulla guerra in Ucraina. “La Russia ha subito danni a due navi fondamentali dall’inizio dell’invasione”, si legge ancora nel bollettino. “L’incrociatore lanciamissili Moskva – osserva ancora l’intelligence britannica – svolgeva un ruolo chiave sia come nave di comando che per la difesa aerea”.

Sulla natura dei colpi che hanno portato all’affondamento del Moskva rimane una cortina di mistero. Gli Stati Uniti non possono verificare in “modo indipendente” se l’incrociatore Moskva della Flotta russa del Mar Nero sia stato colpito o meno da un missile dell’Ucraina, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan.

Manovre navali della Nato nel Mar Baltico

Ma proprio sui mari, in questo nel caso nel Baltico, si segnalano movimenti. L’agenzia russa Izvestia riporta che navi del primo gruppo marittimo permanente della NATO hanno intenzione di condurre esercitazioni con gli alleati nel Mar Baltico.“Questo crea una certa tensione, perché dovranno essere monitorate e controllate”, ha detto Viktor Litovkin un esperto militare russo. “Credo che non lasceremo queste navi indisturbate… Se vogliono intimidirci, non possiamo essere intimiditi”, ha sottolineato.Le navi in questione sono quelle del gruppo SNMG1. Altre navi dovrebbero arrivare più tardi nel corso della giornata al vecchio terminal crociere del porto di Tallinn. Le manovre dovrebbero iniziare la prossima settimana. Tre fregate sono già in porto e sono arrivate dalle acque internazionali del nord della Norvegia per partecipare all’esercitazione Nato “Cold Response”.

Il fronte militare. Espugnata l’acciaieria a Mariupol

Sul fronte terrestre le forze russe hanno colpito questa notte una struttura militare alla periferia di Kiev con missili Kalibr ad alta precisione a lungo raggio lanciati dalle navi. Sono state colpite delle officine di produzione e riparazione di sistemi missilistici antiaerei a lungo e medio raggio e missili antinave. Un gruppo di “mercenari polacchi”, fino a 30 persone, è stato “liquidato” nella regione di Kharkiv ha riferito il ministero della Difesa russo.

A Mariupol lo stabilimento siderurgico Ilyich è sotto il controllo dell’esercito russo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov citato da Interfax. “L’impianto è stato liberato “da un gruppo di forze russe e unità della milizia della repubblica di Donetsk a seguito di operazioni offensive”, ha affermato Konashenkov in conferenza stampa.

Zelenski dice no ai negoziati e attacca Germania e Ungheria

Il presidente ucraino Zelensky una intervista rilasciata alla Bbc  è tornato ad accusare Germania e Ungheria di bloccare gli sforzi per arrivare a un embargo sull’export energetico contro la Russia ed ha chiuso la porta ai negoziati con la Russia, spiegando che le atrocità e i crimini di guerra compiuti a Bucha, Mariupol e Borodyanka hanno ridotto le possibilità che i colloqui possano portare ad un esito positivo.

La Russia riorienta l’esportazione di gas in Asia e nel resto del mondo

Nel frattempo il presidente russo Putin ha ordinato la costruzione di nuovi gasdotti in Siberia ed ha lanciato la sfida: “Esporteremo la nostra energia in Asia”. “Dobbiamo presumere che in futuro le consegne in Occidente diminuiranno”, ha ammesso Putin parlando con i suoi ministri. Affidando loro il compito di agire su due direttrici: da un lato alimentare il mercato interno, e dall’altro “riorientare le nostre esportazioni verso i mercati del Sud e dell’Est che stanno crescendo rapidamente”. Cina e India soprattutto, ma anche “Africa, l’America Latina e l’Asia-Pacifico”. Per realizzare il piano B il Cremlino ha ordinato la “costruzione di nuovi oleodotti dai giacimenti della Siberia occidentale e orientale” e di “accelerare l’attuazione di progetti infrastrutturali, come ferrovie, oleodotti e porti”.

 

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