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Vertice Brics. Putin: no alle sanzioni ma in nome del “libero mercato”. Xi Jinping: “allarme per l’umanità”

Al vertice di paesi Brics in corso da oggi fino a domani a Pechino, c’era grande attesa per le posizioni con cui il blocco delle economie emergenti intende affrontare l’attuale fase della crisi internazionale. La situazione di guerra in Ucraina e le conseguenze che ha prodotto sull’economia mondiale, stanno ridisegnando lo scenario delle relazioni internazionali sia sul piano economico che su quello politico.

La divaricazione tra lo stato di salute in crescita delle economie emergenti (quasi il 25% dell’economia mondiale) e quello declinante delle economie capitaliste occidentali (il 59%), era già emerso nitidamente nella crisi economica del 2007/2008, devastante in Occidente ma praticamente irrilevante in quelle emergenti. E la divaricazione è andata aumentando. Tra gli obiettivi strategici dei paesi Brics, che stanno aggregando intorno a loro molte altre economie emergenti, c’è quello della sganciamento dal dollaro come moneta dominante nelle relazioni economiche internazionali.

Con un intervento che sposa i totem della visione liberale e rivendica le regole del libero mercato e dell’inviolabilità della proprietà privata, Putin ha messo sotto accusa i paesi occidentali sul loro stesso terreno, smentendo – almeno in parte – che quella in corso sia una “guerra di civiltà” come viene veicolato in Occidente. Sul piano economico, quello tra Russia e blocco euroatlantico è decisamente uno scontro tra “simili” e non tra antagonisti.

I partner occidentali trascurano i principi di base dell’economia mondiale e di conseguenza la crisi economica sta diventando cronica” ha affermato Putin accusando i Paesi occidentali per le conseguenze che le sanzioni stanno comportando per diverse zone del mondo, “Gli imprenditori dei nostri Paesi“, ha detto Putin intervenendo al vertice dei Brics, “devono fare i conti con lo sviluppo del business in condizioni difficili, perché i partner occidentali trascurano i principi base dell’economia di mercato, del libero scambio, dell’inviolabilità della proprietà privata, perseguono un percorso macroeconomico sostanzialmente irresponsabile, comprese le emissioni incontrollate di moneta e l’accumulo di debiti non garantiti“.

Il leader del Cremlino ha sottolineato nel suo intervento al vertice dei Brics su come vengano introdotte sempre più sanzioni a sfondo politico, rafforzando così i meccanismi di pressione sulle economia concorrenti. “C’è una rottura deliberata dei legami di cooperazione, quindi le catene dei trasporti e della logistica stanno crollando. E tutto ciò è contrario al buon senso e alla logica economica elementare, è lesivo degli interessi delle imprese su scala globale e incide negativamente sul benessere delle la popolazione, infatti, di tutti i Paesi“.

Il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che “la crisi in Ucraina ha nuovamente lanciato l’allarme per l’umanità” ed ha invitato i principali paesi sviluppati a evitare effetti di ricaduta negativi delle loro politiche e prevenire gravi shock per i paesi in via di sviluppo, sottolineando che “le sanzioni sono un boomerang e un’arma a doppio taglio che finiranno solo per danneggiare i propri interessi in quanto così come quelli degli altri, e infliggere sofferenza a tutti”.

È stato dimostrato più volte che le sanzioni sono un boomerang e un’arma a doppio taglio. Politicizzare l’economia globale, trasformarla nel proprio strumento o in un’arma e imporre deliberatamente sanzioni utilizzando la propria posizione di forza nei sistemi finanziari e monetari internazionali, finirà solo per danneggiare i propri interessi e quelli degli altri e infliggere sofferenza a tutti“, ha affermato nel suo intervento Xi Jinping. “La crisi ucraina è un altro campanello d’allarme per tutto il mondo. Ci ricorda che la fede cieca nella cosiddetta “posizione di forza” e i tentativi di espandere le alleanze militari e cercare la propria sicurezza a spese degli altri porteranno solo a trovarsi di fronte al dilemma della sicurezza“, ha sottolineato il presidente cinese.

Secondo gli analisti cinesi i prossimi vertici del G7 e della NATO (previsti per fine giugno) intensificheranno continuamente le tensioni e le crisi esistenti e si concentreranno sul confronto tra blocco a blocco e sulla competizione tra le principali potenze per prendere di mira Cina e Russia e preservare l’ordine globale dominato dagli Stati Uniti. Viene inoltre sottolineato che questo renderà il mondo più diviso che unito, quindi è importante che la Cina e altri membri BRICS presentino le loro opinioni per affrontare meglio le preoccupazioni condivise dalla maggior parte della comunità internazionale e sottolineare le conseguenze della direzione sbagliata guidata dagli USA.

“Il vertice dei BRICS è una sorta di controffensiva diplomatica da parte della Cina sia al rilancio della NATO che all’aumento dei meccanismi indo-pacifici progettati per tenere sotto controllo il suo potere”, ha commentato ad Al Jazeera Huang Yanzhong, ricercatore senior del Council on Foreign Relations  cinese.

“E significativo e necessario per la Cina e le altre principali economie emergenti, nonché per gli paesi in via di sviluppo presenti nel BRICS Plus che rappresentano la maggioranza della comunità internazionale,  esprimere la loro posizione comune sulle attuali sfide e crisi globali e rafforzare l’unità per trovare una direzione corretta per realizzare la ripresa” scrive il giornale cinese Global Times.

Occorre rammentare che la Cina e l’India hanno entrambe aumentato le importazioni di greggio dalla Russia, contribuendo a compensare le perdite dovute alle sanzioni occidentali che hanno ridimensionato gli acquisti energetici russi.

L’India ha acquistato sei volte più petrolio russo da marzo a maggio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre le importazioni dalla Cina durante quel periodo sono triplicate, secondo i dati della società di ricerca Rystad Energy.

Infine c’è un dettaglio piuttosto interessante ed emblematico. In occasione del vertice di Brics, la China National Space Administration (CNSA) ha rivelato al Global Times gli ultimi sviluppi e maggiori dettagli sulla cooperazione nell’osservazione congiunta e nella condivisione dei dati dei satelliti di telerilevamento tra le cinque principali economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.

A gennaio 2022, la Cina aveva 499 satelliti in orbita, la Russia 169, l’India  61, il Brasile 13, il Sud Africa 3. Gli Stati Uniti ne hanno 2.944.

La tecnologia satellitare di telerilevamento, con vantaggi tra cui l’alta risoluzione, la gamma completa e le capacità di osservazione globale, è diventata sempre più misure chiave per far fronte alle sfide globali del 21° secolo, come la crisi alimentare e dei raccolti, e anche la carenza di risorse idriche come il cambiamento climatico globale, ha spiegato il CNSA.
Il significato strategico della cooperazione nel settore spaziale potrebbe rafforzare la solidarietà tra i paesi BRICS, aumentare l’efficienza dell’osservazione satellitare e realizzare la condivisione delle risorse e rafforzare i legami bilaterali, i legami multilaterali tra i paesi BRICS, hanno affermato gli osservatori che seguono l’evoluzione della cooperazione tra le maggiori economie emergenti.

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