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Repressione e guerra. La resistenza dei comunisti israeliani

Intervento di Noa Levy del Partito Comunista Israeliano (MAKI) in occasione del primo appuntamento della rassegna cinematografica contro la guerra organizzato dal Circolo Granma di Bologna, sull’importanza di fare guerra alla guerra, di lottare contro l’apartheid a cui lo stato israeliano sottopone il popolo palestinese e di sostenere chi fa scelte radicali come gli obiettori di coscienza israeliani, che affrontano lunghi periodi di detenzione piuttosto che servire nell’esercito occupante .

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Salve, compagni. Sono molto felice di parlarvi oggi a nome del Partito Comunista di Israele. Un partito arabo ed ebraico, antisionista, anticolonialista e antimperialista.

Il fatto che stiate studiando e sosteniate attivamente la lotta per l’indipendenza della Palestina, la lotta contro l’apartheid, e che siate solidali con essa, ha un’enorme importanza. In Israele viviamo in una situazione costante e quotidiana di quasi guerra.

Il regime militare nei territori occupati sta diventando sempre più brutale. La popolazione nei villaggi è sul punto di essere sfrattata dalle loro case, ogni giorno demoliscono qualcosa.

I posti di blocco impediscono alle persone di recarsi dalle loro case agli ospedali, alle scuole, alle università e la situazione politica palestinese è in un continuo processo di, direi, manipolazione da parte delle autorità israeliane. E noi, come israeliani, combattiamo contro tutte queste azioni crudeli del nostro governo.

Quando ci opponiamo alla guerra e all’occupazione, all’apartheid e al razzismo sistematico spesso ci chiamano traditori. I compagni arabi del mio partito rischiano più di me. Ma tutti noi dobbiamo affrontare la situazione in cui una società militarizzata è sempre più… sempre più felice di vedere l’opposizione come un traditore e come qualcuno che non ha il diritto di parlare nella società.

Oggi guardiamo un film sulla guerra del Libano. La guerra del Libano è stata negli anni Ottanta e pochi giorni fa il capo generale dell’esercito israeliano ha tenuto un discorso in cui ha avvertito i cittadini libanesi di oggi, del 2022, che devono stare attenti perché potrebbero essere sfrattati dalle loro case molto presto se la tensione tra i Paesi continuerà a crescere.

Quindi, ancora una volta, viviamo in un Paese in cui ogni giorno il nostro esercito minaccia e attua la pulizia etnica al di fuori dei confini di Israele.

Il vostro sostegno in questo potrebbe significare molto per noi. Potrebbero significare molto il vostro sostegno, la vostra sensibilizzazione sulla resistenza, l’invio di lettere, le proteste.

Manifestare la vostra opinione contro l’apartheid israeliana, contro la deportazione forzata dei palestinesi dalle loro case e a sostegno degli obiettori di coscienza. So che oggi, dopo molti decenni, i venti di guerra stanno mostrando il loro volto anche in Europa.

E in questo momento, credo che sia ancora più importante sostenere le persone che si oppongono a questa militarizzazione. Per esempio, Shukla, un ragazzo di 19 anni che oggi si trova nella prigione militare israeliana per essersi rifiutato di servire nell’esercito di occupazione.

Altri obiettori di coscienza, altri compagni del nostro partito si uniscono al movimento di rifiuto e si mettono in gioco, rischiando lunghi periodi di detenzione per il loro rifiuto di servire l’occupazione.

Noi siamo lì e siamo orgogliosi di esserlo. Sapendo che solo una combinazione di tre cose porrà fine all’occupazione e all’apartheid: gli israeliani che si oppongono, dicono no e creano un’alternativa all’apartheid israeliana; la resistenza palestinese in tutti i modi in cui si manifesta; e il Movimento di solidarietà internazionale, che è vitale e cruciale per la fine dell’occupazione e dell’apartheid.

Grazie mille e a presto.

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