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Cile. «Mai più il male minore. Non andremo a votare il 4 settembre»

Questo manifesto riassume egregiamente in pochi capoversi la realtà di cosa sta succedendo in Cile con la tanto sbandierata nuova Costituzione che dovrebbe sostituire quella di Pinochet dell’80.
Non parla di singoli politici e neanche del nuovo Presidente. Ma fanno bene a non personalizzare perché, in effetti, la lista dei nomi dei “traditori” sarebbe troppo lunga…

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Manifesto per la libertà di coscienza, la sovranità, la dignità e il potere costituente originario.

Dell’“Asamblea Constituyente en Acción- ACEA/ Valparaíso”. 

Il 18 ottobre del 2019 noi popoli del Cile siamo esplosi, stufi della dilagante corruzione delle istituzioni statali, della disuguaglianza sociale, della sottomissione della vita al sistema neoliberista che depreda senza sosta. Ci siamo ribellati a tutti i poteri costituiti controllati dai partiti politici con rappresentanza parlamentare, stufi del saccheggio e del furto dei beni naturali che promuovono e legittimano. Esigiamo il recupero della grande estrazione mineraria a favore dei popoli, le foreste, i pesci e l’acqua. Rifiutiamo che il capitale si imponga sul nostro lavoro per trasformare i nostri diritti in affari. Gridiamo basta al profitto sulla nostra salute, sui risparmi per la nostra vecchiaia, sulla nostra istruzione, le nostre case e le nostre strade. Abbiamo lottato per l’infanzia abusata, per le nostre nonne che non sopportano la miseria delle loro pensioni. Abbiamo scritto su tutti i muri del territorio in lungo e in largo: niente più AFP, niente TPP-11, fine del SENAME*, fine immediata delle zone di sacrificio e della yuta (ACAB. 1312)*.

Abbiamo difeso la vita a rischio delle nostre vite. Rivendichiamo uno Stato decentralizzato al servizio del buon vivere. Che garantisca la totale soddisfazione dei nostri diritti umani e sociali. Gratuitamente, con qualità e uguaglianza. Uno stato che non riempia le tasche private. Abbiamo detto di finirla con i privilegi per i pochi.

Durante la rivolta sociale, i nostri striscioni, manifesti e cartelli parlano di dignità, uguaglianza, giustizia, amore per il prossimo, empatia, solidarietà, lotta, coraggio, collaborazione e sovranità. Da nord a sud, da est a ovest, vogliamo un’Assemblea Costituente. Autentica. Ci incontriamo nei parchi, nelle scuole, nelle strade, nelle sedi di quartiere, nelle università, nei sindacati, nei campi, nelle spiagge e nelle piazze per deliberare collettivamente e iniziare la stesura di una nuova costituzione, la nostra, popolare, libera e sovrana. Lo abbiamo fatto di nostra spontanea volontà, nei consigli e nei trawunes***. Così, perché volevamo e come volevamo.

Il 18 ottobre del 2019 abbiamo messo in atto il nostro potere costituente originario. Milioni per le strade. Sbattendo casseruole. Non abbiamo chiesto permesso a nessuno. Non abbiamo obbedito a nessuna legge ingiusta.

Abbiamo deciso di cambiare le regole del gioco e di progettarne di nuove. Abbiamo cercato di istituire nuove regole, oneste ed eque, per mettere fine una volta per tutte al potere oligarchico che ci domina, che ci mente, ci schiavizza e ci divide. Siamo scesi in piazza per porre fine al capitalismo, farla finita con il patriarcato, riparare secoli di ingiustizia contro i nostri popoli ancestrali.

In quei giorni di profonda ribellione popolare, lo Stato ci ha represso, come sempre ha usato la sua violenza e ci ha assassinato, mutilato, violentato, accecato, torturato e incarcerato. Ci ha cavato gli occhi. Non ha potuto fermarci nemmeno con i militari per strada, né col coprifuoco. L’abbiamo ignorato.

Abbiamo protestiamo con decisione. Abbiamo alzato le barricate. Ci siamo difesi con sassi, bastoni e fuoco contro pallini, bombe e proiettili della polizia. Era quello che avevamo contro i loro eserciti, i commando e le macchine per uccidere e colpire. Ci siamo organizzati in brigate di autodifesa, di diritti umani, salute, difesa giudiziaria. Abbiamo creato la Prima Linea.

Abbiamo dipinto murales. Abbiamo cantato. Abbiamo portato la conseguenza irriducibile della nostra storia. Gabriela Mistral, Violeta Parra, Los Prisioneros*** degli anni 80. Salvador Allende. Miguel Enriquez. I detenuti scomparsi. Il cane nero Matapacos è diventato un simbolo. Abbiamo fatto gesti sovversivi contro l’ordine dominante. Coloniale. Abbiamo alzato la bandiera mapuche al centro di Plaza Dignidad. Il meticciato dal basso si solleva. Siamo diventati potenti.

Abbiamo fatto tremare il palazzo. Abbiamo demolito le statue degli assassini e delle assassine dei nostri popoli. Abbiamo cambiato i nomi delle strade con i nostri. Ci siamo abbracciati, ci siamo guardati negli occhi, abbiamo pianto e riso insieme. Infine, ci siamo detti, il Cile è cambiato. Vogliamo un territorio inclusivo e abbiamo ballato. Senza pregiudizi, liberi, uniti, abbiamo recuperato la nostra essenza collettiva. Ambientalisti, dissidenze sessuali, religiosi, immigrati, lavoratori, gente delle periferie, femministe, animaliste, motociclisti/e, ciclisti, indigene, studenti, artisti, sorelle e fratelli differenti, malati. Ormai non ci separiamo più. Finché la dignità non diventi consuetudine. Solo i popoli difendono i popoli. Siamo di più. Democrazia diretta. Partecipazione vincolante.

Il 15 novembre 2019 i/le corrotti/e, coloro che controllano l’intero Stato, difendono gli interessi e i privilegi dei padroni del capitale, dei grandi imprenditori/imprenditrici e agenti di borsa, hanno concordato nel Congresso il cosiddetto Accordo per la pace sociale e la nuova costituzione. Decidono di porre fine al movimento popolare, alla rivolta, all’esplosione, per difendere l’istituzionalità che vogliamo distruggere. Decidono che una nuova costituzione sarebbe stata scritta secondo le loro regole, senza sovranità, senza toccare i Trattai di Libero Commercio , TLC. Con l’approvazione di ogni articolo con un quorum di 2/3, in un periodo massimo di un anno e sotto la tutela della corte suprema in caso di disobbedienza. Creano la legge 21.200 e inventano la Convenzione Costituzionale. La CC. Riparte così, ancora una volta, la loro macchina elettorale bugiarda, seguita da una forte dispiego di comunicazione. TV, radio e stampa di proprietà dell’élite intonano i loro canti da sirene. Decidono di difendere il sistema neoliberista con i suoi privilegi.

Questo 4 luglio 2022, la CC consegna al potere costituito la sua proposta di costituzione, la consegna con delle clausole scritte a caratteri piccoli, molto piccoli, come i pagherò delle banche e i contratti delle case commerciali. Per non farli notare, la ostenta con grandi clamori, battezzando il suo atto come repubblicano. In questa proposta di nuova costituzione, si consegna tutto il potere all’attuale parlamento affinché possa fare e disfare tutto ciò che vuole con il testo che sarà messo a plebiscito. Così dicono la settima e la seconda disposizione transitoria, ma non lo dicono. Il nuovo testo non garantisce nulla di ciò che vogliamo e per cui abbiamo lottato. Ci propongono di approvare ancora una volta lo stesso. Ma né approvare né rifiutare cambierà nulla. Nulla. Non ci sarà la costituzione del 1980, né quella della CC. Sarà un’altra. Una riscrittura diversa, ma la stessa. La decisione è ancora una volta presa dai partiti al potere. Gattopardismo puro e semplice.

Ora basta! Non facciamo il loro gioco. Ripudiamo l’élite, l’oligarchia ei partiti politici corrotti. Ci rifiutiamo di entrare nella loro gabbia, di consegnare il potere agli/alle attuali deputati/e e senatori affinché possano fare ciò che vogliono dei nostri diritti, dei nostri sogni e delle nostre speranze. Non crediamo affatto a coloro che ci hanno saccheggiato per 50 anni senza complimenti. Siamo degni e ribelli. Non legittimeremo l’usurpazione del nostro potere costituente originario. Ignoreremo i politici e i media. La propaganda studiata. La frangia poetica. Le brochure a colori. Le parole al vento. Agiremo secondo la nostra coscienza. Mai più il male. Il male che non è né minore né maggiore. Il male, in fin dei conti, sempre, il male furioso per il popolo. Non ci perdiamo nulla. È scritto negli articoli transitori. Bisogna leggerlo e controllare i seggi parlamentari. Basta aggiungere per sapere. Il suicidio della CC, ha detto qualcuno. Oliato e consacrato. Ecco perché non andremo a votare il 4 settembre.


Disobbedienza civile. Dignità prima di tutto.

Sovranità. Col sangue che scorre.

Non ci sconfiggeranno.

LIBERTA’ IMMEDIATA AI/ALLE PRIGIONIERI/E POLITICI DELLA RIVOLTA!

¡MARICHIWEU!

Natalia Pravda Luchas sociales – ChilePobladores y comunas 0

  Foto: https://www.anakarinadelgado.com/

https://cctt.cl/2022/07/06/desde-valparaiso-nunca-mas-el-mal-menor-no-iremos-a-votar-el-4-de-septiembre/

*SENAME: n.d.t. Servizio Nazionale Minori. Accusato di violenze, maltrattamenti e abusi sui bambini che avrebbe dovuto sostenere ed aiutare.

**yuta (ACAB. 1312): n.d.t. termine dispregiativo per indicare i poliziotti.

***trawunes: n.d.t. assemblee plenarie Mapuche

**** Los Prisioneros: n.d.t. Banda rock degli anni ’80 che cantava di argomenti “trasgressivi” per il regime di Pinochet. “El baile de los que sobran” del loro LP “Pateando Piedras” è stata una delle colonne sonore dell’esplosione sociale del 18 ottobre, insieme al “Derecho de vivir en paz” di Victor Jara.

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1 Commento


  • Leonardo

    È solo ai miei orecchi che l’ultrasinistrismo di questo articolo non suona per nulla convincente?

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