“Semplicemente non conoscono Cuba”. Il prof. Luciano Vasapollo replica così alle affermazioni “infami e terroristiche” della “Human Rights Foundation”, che ha elaborato un report sulle Brigate Mediche inviate da Cuba a soccorrere paesi in difficoltà: durante la pandemia, Cuba ha aumentato il numero e la dimensione di queste missioni, inviando circa 3.000 medici a 26 Paesi (Italia compresa).
Attualmente ci sono circa 50.000 i professionisti del settore sanitario in 60 Paesi, tra Africa, Europa, Medio Oriente e America latina e durante gli ultimi 59 anni le missioni di medici cubani all’estero hanno impegnato più di 400.000 lavoratori sanitari in 164 Paesi.
“Medici non bombe” è lo slogan lanciato da Fidel Castro per trasmettere lo spirito di questa iniziativa che è in effetti agli antipodi rispetto all’invio delle armi al quale assistiamo sgomenti in questi mesi, constatando il livello infimo della politica estera italiana ed europea riguardo alla guerra in Ucraina.
Nel rapporto – pubblicato in Italia da Formiche, un sito sempre in sintonia con il Dipartimento di Stato Usa – le Brigate Mediche Cubane sono descritte invece come un modo di “esportare un ingannevole marchio di diplomazia medica dell’isola e fomentare il mito di Cuba come ‘potenza medica mondiale’”.
“Questo rapporto – sottolinea Vasapollo, decano di economia all’Università La Sapienza, da sempre vicino alla Rivoluzione Cubana – è uno strumento per poter dare delle ragioni o comunque una credibilità a quelle poche decine di cosiddetti dissidenti che agiscono in diversi paesi, e sono presenti anche in Italia: mercenari assoldati dagli Stati Uniti d’America, persone assolutamente al servizio della controrivoluzione”.
Secondo Vasapollo, “nemmeno varrebbe la pena di occuparsi di loro, ma c’è un aspetto che ferisce particolarmente chi ama Cuba, il richiamo che fanno ai diritti umani sostenendo che a Cuba e in particolare nelle Brigate Mediche, non sono rispettati.
Una denuncia falsa, che testimonia una assoluta ignoranza riguardo alla situazione di Cuba, dove il diritto alla salute, il diritto all’educazione, il diritto al lavoro e il diritto alla casa sono i cardini dell’azione del governo come è facilmente constatabile da una semplice lettura degli indicatori statistici che mostrano i progressi rilevanti in tutti questi campi, ottenuti nonostante il crudele ‘bloqueo’ che da 60 anni colpisce la popolazione cubana per incitarla a cambiamenti politici filocapitalistici che essa invece respinge convinta del proprio modello”.
“A Cuba – elenca Vasapollo – la mortalità infantile è da anni pari a quella di un paese progredito come la Svezia, l’abbandono scolastico è scomparso, la disoccupazione non esiste e tutti hanno una casa, magari modesta ma, anche nei periodi critici che l’economia cubana ha attraversato, un tetto è stato sempre garantito a chiunque”.
Inoltre, tiene ad aggiungere l’economista, “c’è grande attenzione ad altri aspetti necessari a una società: il diritto a un’alimentazione sana, il diritto alle attività ricreative, il diritto alla cultura e all’arte, nel senso di usufruirne e di produrle”.
Il docente, infine, si sofferma sul “diritto all’amore e alla felicità” che ispira la nuova legislazione cubana sulla famiglia, che in tema di inclusione dei gay è oggi la più avanzata del mondo. “Una materia – osserva Vasapollo – che è entrata nella nuova Costituzione, sulla quale i cubani voteranno il 25 settembre e che rappresenta la continuità più autentica tra Fidel Castr, Raul Castro e Miguel Diaz-Canel”.
“Cuba valorizza (e diffonde nel mondo attraverso le Brigate Mediche) esattamente questa cultura che possiamo definire dei ‘talenti umani’, che rappresenta una ricchezza inestimabile non calcolabile con i parametri del profitto capitalistico ma di fatto assai più produttiva.
Buttare discredito su tutto questo, come fa il Rapporto della ‘Human Rights Foundation’, non è solo una bugia, ma una vera infamia, il socialismo cubano contrappone alla guerra e alle bombe, un modello diverso basato sulla dignità umana, ma questo non si vuole ammetterlo preferendo, con una comunicazione deviante, disinformare in merito alle Brigate Mediche, la cui azione cristallina peraltro è sotto gli occhi di tutti, nei contesti geografici e politici più diversi: dall’Occidente, all’Asia e all’Africa, in ogni paese, compresi quelli governati da partiti di destra, i medici cubani sono apprezzati e stimati E salvano vite”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Pasquale
Cuba la si ama o la si odia. I servi del padrone yankee, qualora volessero, non potrebbero amarla perché hanno delegato anche i loro sentimenti.
W Cuba libre!