Nel referendum in Cile è stato bocciato il progetto di nuova Costituzione che avrebbe dovuto sostituire quella risalente al 1980 quando era al potere la dittatura militare di Pinochet.
Secondo i dati ufficiali del Servizio elettorale (Servel), con il 98,4% dei seggi scrutinati, il “Rifiuto” ha ottenuto oltre il 61% delle preferenze.
La tendenza si è ripetuta in tutte le regioni del Paese, dove, con una distanza maggiore o minore, il “Rechazo” ha prevalso sul “Apruebo”.
Tuttavia, ci sono stati comuni in cui “l’Apruebo” è riuscito a ottenere la maggioranza dei voti, anche se con un margine ridotto.
Secondo i dati pubblicati finora dal Servel, il “Rechazo” ha perso 6 dei 346 comuni che compongono il nostro Paese:
A San Antonio (regione di Valparaíso) l'”Apruebo” ha raggiunto il 50,06% dei voti con l’89,1% delle schede del comune scrutinate.Un’altra località in cui “Apruebo” è vincente è Maipú (regione metropolitana). Con il 99% dei tavoli scrutinati, questa opzione ha ottenuto il 51,14% dei voti. Anche in Pedro Aguirre Cerda il “rifiuto” è perdente. Con il 96,4% dei tavoli scrutinati, l’opzione “Approva” ha ottenuto il 54,8% dei voti. A San Joaquín, con il 93% dei tavoli scrutinati, l'”Apruebo” raggiunge il 53,8% delle preferenze.A Ñuñoa, “Apruebo” è anche vincente. Con il 96,4% dei tavoli scrutinati, questa opzione ottiene il 50,4% dei voti. A Puente Alto, con il 98,3% dei tavoli scrutinati, “Apruebo” ha il 51% dei voti.
Secondo i dati ufficiali, circa 13 milioni di persone hanno partecipato al referendum.
Il 61,8% dei votanti (circa sette milioni di cileni) ha scelto il “Rechazo”, mentre il 38,1% (4,2 milioni) ha votato “L’Apruebo” a favore del testo dell’assemblea costituente insediata dopo le proteste di piazza del 2019.
L’esito del plebiscito sospende almeno per il momento il processo costituente nel Paese latinoamericano, avviato sull’onda della richiesta di maggiore giustizia sociale con un referendum che nel 2020 aveva ottenuto l’80% di voti favorevoli.
Il testo, composto da 388 articoli, era stato messo a punto dai 154 membri dell’Assemblea Costituente insediata nel 2021 che dichiarava il Cile “uno Stato sociale e democratico di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico”, introduce nuovi diritti sociali e stabilisce che “la sua democrazia è “paritaria e inclusiva”.
Il presidente cileno Gabriel Boric, eletto nel dicembre 2021, ha convocato per oggi alla Moneda i leader dei partiti politici e ha già fatto sapere che farà un rimpasto per poi chiedere al Parlamento di eleggere una nuova Assemblea costituente e di lanciare un altro processo costituzionale ripartendo da zero.
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