Circa 70mila persone (secondo i dati della polizia) hanno protestato contro la Nato e le sanzioni imposte alla Russia, ma hanno anche chiesto le dimissioni del governo conservatore ceco accusandolo di sottomissione all’Unione Europea.
I manifestanti, sono stati chiamati in piazza dai partiti di opposizione e da altre organizzazioni, con la richiesta di neutralità nella guerra in Ucraina, dove l’Esecutivo di Praga ha invece adottato una posizione di pieno sostegno politico e militare a Kiev.
Nella centralissima piazza Venceslao, sono intervenuti rappresentanti di formazioni extraparlamentari comuniste, eurocontrari e nazionaliste. I manifestanti, riuniti sotto lo slogan “Repubblica Ceca Prima”, hanno protestato anche contro la Nato, di cui il Paese è membro, e chiesto la fine delle sanzioni imposte dall’Ue a Mosca per la sua aggressione all’Ucraina; e sollecitato forniture di gas a basso costo dalla Russia, protestando contro i prezzi elevati dell’energia. Nella manifestazione erano ben visibili anche bandiere della Federazione Russa e delle Repubbliche del Donbass.
La Repubblica Ceca ha la presidenza di turno dell’Ue e il prossimo vertice dei leader europei si terrà proprio a Praga il 6-7 ottobre. Il premier ceco Petr Fiala, messo sotto accusa dai manifestanti, ha attaccato duramente la manifestazione definendola “filo-russa” e parte di una campagna di disinformazione: la marcia, ha aggiunto il leader conservatore, è stata organizzata da forze “di orientamento filorusso, vicine all’estremismo e contrarie agli interessi della Repubblica ceca”.
L’inflazione nella Repubblica Ceca, ha subito una forte impennata trainata principalmente dall’aumento dei costi degli affitti e dei prezzi dell’energia. Attualmente la più alta dal 1993 e la banca centrale prevede un picco di circa il 20% nei prossimi mesi.
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Paolo
Vengono definite dal potere, dimostrazioni ‘filo-russe’ tutte quelle che mettono sotto accusa l’operato dei governanti. Non la vedo bene per la ‘liberta’ occidentale.
Gianfranco
Eh si, il “mondo libero” non ama molto essere criticato.