Lui porta le dimensioni di un bimbo di quattro anni. Una piccola croce di legno buono, legno di noce, fabbricata su misura per lui. Si chiamerà per sempre Loujin Ahmed Nasif, siriano di nascita e, in ultimo, cittadino del Mare Mediterraneo.
Naviga alla deriva, la piccola croce scortata da quattro barche vuote, trovatesi non per caso nelle acque territoriali della Libia. Formano un silente e mesto corteo, allietato solo dal volo dei gabbiani che sembrano suonare, nel vento, l’ultima melodia rubata alla terra. La piccola croce di legno danza tra le onde che, come da millenni hanno imparato a fare, la cullano con materna dolcezza.
Lui aveva quattro anni e, secondo l’ong S.O.S. Méditerranée che l’ha raccolto, si trovava alla deriva da dieci giorni. Fame, sole e sete per lui ed altre 60 persone tra cui altri bambine ancora più piccole di lui. Sarebbe bastato poco per soccorrerli e, nell’ossequio alle antiche leggi del mare, salvarli dall’iniqua morte.
Giunti e scomparsi nel mare. Di nascosto, come per vergogna, giusto per fuggire le guerre dei grandi che non finiscono mai. Sotto gli occhi lontani, distratti, assenti di chi, nello stesso mare ma dall’altra sponda, assapora gli ultimi giorni di un riposo che per loro si è fatto eterno.
Scomparsi malgrado gli strumenti di controllo e di intercettazione ogni volta più efficaci e sofisticati. Quattro barche vuote che scortano una piccola croce di legno buono, legno di noce, fabbricata su misura per lei. Dieci giorni alla deriva con in mezzo la croce del bimbo, protetta dalle onde del mare. Anch’esse, a modo loro, scappano e ripartono non appena giunte a riva.
Erano una sessantina a bordo del peschereccio alla deriva da dieci giorni. Non si quanti invece quanti passeggeri portassero le quattro barche trovate vuote, una delle quali senza motore. Il destino di questa gente rimane a tutt’oggi sconosciuto. Di sicuro c’è la data, il 24 agosto, una piccola croce, fabbricata su misura per lei e il complice silenzio nostro.
Casarza Ligure, 18 settembre 2022
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