Menu

Le stagioni del Donbass, intervista a Sara Reginella

Proponiamo un’intervista telefonica effettuata con Sara Reginella, autrice del libro “Donbass, la guerra fantasma nel cuore d’Europa”, del documentario “Le stagioni del Donbass” e di altro materiale riguardante il lungo conflitto che vede coinvolti quei luoghi.

Sara Reginella vi è tornata ad agosto dopo circa 6 anni, visitando diverse città, quali Mariupol, Lugansk, Donetsk. Durante il suo soggiorno, è stata molto a contatto con la sfortunata, ma combattiva popolazione ed ha intervistato molte persone.

Sappiamo che il Donbass è dal 2014, anno del colpo di stato a seguito dei fatti di Maidan e della guerra civile che ne è scaturita, l’anello sacrificale delle politiche di accerchiamento in atto da parte di di USA e UE nei confronti della Russia e del conseguente scontro armato fra le parti.

I media mainstream cancellano quasi l’esistenza del popolo del Donbass, della sua lotta antifascista contro le milizie naziste di Kiev e delle sue sofferenze, facendo risalire l’inizio della guerra al febbraio 2022. Ma non è così. Vogliamo, pertanto, contribuire a farne emergere le istanze.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

3 Commenti


  • Bernardino Marconi

    Nonostante la costante denigrazione della Russia di alimentazione dell’odio verso il suo popolo, nonostante la falsità delle informazioni o della manipolazione delle stesse ad opera dei governi occidentali, la Russia tira avanti con i referendum per chiedere alle popolazioni delle quattro regioni russofone dell’Ucraina se vogliono far parte della federazione russa in riferimento dell’autodeterminazione dei popoli, e nel caso si esprima la maggioranza a favore quella popolazione si riterrà protetta dentro i nuovi confini.


  • Francesco

    Слава России !!


  • giorgio rapanelli

    Queste guerre create rischiano di coinvolgerci non solo emotivamente, scatenando nella società bassi istinti di conservazione, ma di coinvolgerci pure con la fornitura di armi, con cui diventiamo nemici della Russia, mandando al macero secoli di amicizia e di stima. E negandoci addirittura di esibire l’arte russa, secondo i sistemi nazifascisti già sperimentati.
    Ciò che mi piace esprimere è l’ammirazione verso questa giovane professionista, che ha avuto il coraggio e la perseveranza di rischiare l’incolumità e la vita per rendersi conto di persona di quella situazione. Riferendola poi alla visione democratica del popolo italiano, almeno a quella che ci permette ancora un regime di quasi tutto l’arco parlamentare, ormai asservito alle indicazioni imperialista degli angloamericani, di cui ci ricordiamo le gesta criminali nel loro cammino per la nostra liberazione dal nazifascismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *