Fortunatamente Cuba non ha prestato attenzione all’ex presidente colombiano Duque, ed ha rispettato i protocolli che aveva promesso di far rispettare non estradando i membri della commissione ELN che si trovano all’Avana dal 2017, cioè da quando l’Ecuador ha rinunciato dall’ospitare i colloqui di pace con la guerriglia, e il governo Santos ha chiesto al governo cubano di accettare di diventare la sede di quei colloqui. Grazie a questo atteggiamento, ora è molto più facile riprendere i negoziati di pace con l’ELN nel punto in cui Santos li ha lasciati.
Tuttavia, questa posizione di onorare la sua parola e il suo status di paese garante ha generato problemi molto seri per L’Avana, causati dalla slealtà del governo Duque e dall’odio di Trump e dei suoi amici, che non si sono fermati finché non sono riusciti a ottenere di far includere Cuba nell’elenco dei paesi che sponsorizzano il terrorismo, da cui l’amministrazione Obama l’aveva rimossa nel 2015.
Questa inclusione ha portato agli abitanti dell’isola seri problemi di sopravvivenza, derivati dalle disumane restrizioni economiche che derivano dalla condizione di essere considerati “sponsor del terrorismo”.
Tutto ciò ha generato una forte pressione migratoria da parte di molti cubani che cercano di partire, soprattutto verso gli Stati Uniti, che potrebbero trasformare quel paese in un boomerang.
Sono trascorsi più di 20 mesi da quando Biden è entrato in carica e ha dichiarato che il suo governo avrebbe riesaminato quello status di paese “sponsor del terrorismo”, con il quale Cuba è stata ingiustamente classificata da quando il governo Trump, a solo pochi giorni dal termine della sua amministrazione, l’ha incluso in quella macabra lista con l’argomento che dare rifugio all’ELN era la prova che stava sponsorizzando i terroristi.
Ma da allora, Biden ha fatto poco per alleviare la situazione per i cubani. E nulla è stato spostato per rimuovere Cuba dalla lista.
Ora, quando il governo Petro ha chiesto a quello dell’Avana di continuare ad ospitare i colloqui con l’ELN e altri paesi si sono offerti di collaborare al processo, il governo Biden non ha un solo argomento per non prendere le misure necessarie per rimuovere immediatamente Cuba dalla lista nera.
Già cresce la pressione affinché Biden agisca in tal senso. Più di 10.000 persone, infatti, hanno firmato una lettera aperta indirizzata al presidente Biden chiedendogli di invertire la misura imposta da Trump e ripristinare la politica di Obama nei confronti dell’isola.
“Le sue politiche nei confronti di Cuba, che sono state più allineate con quelle di Trump che con quelle di Obama, stanno minando il benessere del popolo cubano e vanno contro la volontà della maggioranza degli americani. Esortiamo – aggiunge la lettera – a fare subito un importante cambio di politica e rimuovere Cuba dalla lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo”.
Anche il ministro degli Esteri colombiano, Álvaro Leyva Durán, aveva avanzato la stessa richiesta quando, pochi giorni dopo il suo insediamento, si è recato all’Avana per riprendere i colloqui con l’ELN.
Quindi è tempo che il presidente Biden smetta di soffermarsi sulla questione e agisca.
*da Cubadebate
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