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Senza connessione. La sinistra tedesca alla prova della crisi e della guerra

Pubblichiamo un editoriale di Nico Popp dal giornale della sinistra alternativa tedesca “Junge Welt”. E’ un articolo molto interessante anche per noi  in Italia per due motivi: a) radiografa le difficoltà in cui si dibatte la sinistra in Germania dentro una fase di crisi e di guerra; b) conferma come il punto di difficoltà della sinistra tedesca, così come per quella italiana, sia la “connessione sentimentale” con i settori popolari. Decisiva poi è la conclusione di Nico Popp quando richiama il dato decisivo che il primo nemico è quello nel proprio paese. Buona lettura

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Senza connessione

Il movimento contro l’impoverimento e l’inflazione è qui, e chi preferisce non mentire a se stesso deve ammettere, al più tardi in vista dei raduni e delle manifestazioni di lunedì, che gli attori e le reti di destra hanno un certo successo nell’attivare lo stato d’animo della protesta che cresce di giorno in giorno. In ogni caso, con maggior successo rispetto agli sforzi organizzativi della sinistra.

Il Partito della Sinistra (Die Linke, ndr) è riuscito finora a organizzare una sola grande manifestazione, quella del 5 settembre a Lipsia; la successiva giornata di azione “in tutta la Germania” del 17 settembre è stata un fiasco. I gruppi, i partiti e le associazioni più a sinistra non stanno certo meglio. Ci sono sforzi locali qua e là, ma finora hanno raramente dato frutti.

Non c’è bisogno di arrovellarsi sulle cause dell’ultimo atterraggio di fortuna del Partito della Sinistra: una parte del suo personale dirigente ha difficoltà a nascondere la propria antipatia nei confronti dei manifestanti, e l’altra parte ha accettato, nello stile della banale politica di proposta, di spingere il governo ad assorbire la crisi dell’inflazione in termini di politica sociale – e in modo tale che non si parli della causa di questa crisi, che è evidente a tutti. Se non stai al gioco e non dici “guerra economica”, sei nei guai.

Un partito che si subordina così coraggiosamente alle dichiarazioni di politica estera del nemico non deve sorprendersi se nessuno vuole manifestare con lui per la “giustizia sociale”.

Più eccitante delle azioni di questo partito moribondo, tuttavia, è ciò che sta accadendo attualmente nel dibattito della sinistra più ristretta. Innanzitutto, sembra che la prova definitiva, ora fornita anche dalla pratica politica, sia che la sinistra radicale rimasta in Germania non è in grado di agire nemmeno in una grande crisi politica e sociale e non può più stabilire alcun legame comunicativo con le – per usare un termine antiquato – “masse”.

Ciò non significa, tuttavia, che il compito principale di questa sinistra non sia quello di lavorare politicamente e organizzativamente con tutte le sue forze a questo collegamento. Tuttavia, le forze scarsamente disponibili devono essere concentrate su questo aspetto.

È tuttavia sorprendente notare che, anche a distanza di mesi dall’attacco russo, la foga con cui vengono fabbricate e discusse dichiarazioni di ogni tipo sulla guerra in Ucraina è ancora di gran lunga superiore all’interesse per la questione di come intervenire nel movimento di massa alle porte di casa propria e cercare così di ricavarne almeno qualcosa che assomigli – altra parola polverosa – a un movimento rivoluzionario contro la guerra.

Questo è il significato politico dello slogan secondo cui il nemico principale è nel proprio Paese. Si può fallire su tutta la linea, ma il tentativo sarebbe la via d’uscita dalla passività.

 

* Nico Popp (Junge Welt)

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • Danilo Franzoni

    Come accade in Italia, concentrandosi sul nemico di destra, soi è dimenticato l’obiettivo della Sinistra, che è con al centro dell‘azione Il proletariato!


  • Leonardo

    … probabilmente emanciparsi (anche qui da noi) dallo spaventoso sciocchezzaio postmoderno (“inclusivo”, “intersezionale”, and so on) accumulato negli ultimi decenni aiuterebbe. Non solo a chiarirsi le idee, ma anche a recuperare almeno in parte ‘la “connessione sentimentale” con i settori popolari’.

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