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Blitz con morto contro neonazisti e tentato sequestro di un ministro. Il Belgio è uno strano paese

Due eventi traumatici a distanza di pochi giorni si sono abbattuti sul Belgio, uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea. Una persona risulta uccisa durante un’operazione anti-terrorismo contro ambienti di estrema destra ad Anversa, in Belgio. L’indagine riguardava “un gruppo sospettato di appartenere all’estrema destra” e fatti di “violazione della normativa sulle armi”, e prevedeva una decina di perquisizioni nelle zone di Gand e Anversa.

Durante una di queste si è verificato lo scontro a fuoco tra la polizia e una delle persone presenti in un edificio, nel quartiere di Merksem ad Anversa, rimasto ucciso nel blitz.

Le perquisizioni, evidenzia la procura federale, “hanno consentito il sequestro di un ingente numero di armi e munizioni, il cui conteggio e analisi dovranno essere effettuati nei prossimi giorni. Alcuni armi erano legalmente registrate”.

Il Ministro della Giustizia del Belgio ha dichiarato che i principali sospettati nell’ambito dell’indagine sui preparativi per un attacco terroristico e sui reati legati alle armi nell’ambiente dell’estremismo di destra erano nella lista dei terroristi dell’OCAM. Secondo la Procura federale, a Merksem sono state trovate anche più di 100 armi, oltre a una grande quantità di munizioni, gilet tattici, visori notturni e termici.

La sorveglianza in Belgio sui gruppi di estrema destra da parte dei servizi segreti e della magistratura è stata intensificata dopo il recente caso di Jürgen Conings, un soldato con legami con l’estrema destra fuggito dalla sua caserma con armi e munizioni nella primavera del 2021. Il soldato 46enne, inserito nell’elenco dell’agenzia belga di analisi della minaccia terroristica, era sospettato di voler attaccare i rappresentanti dello Stato belga e un noto virologo. È stato trovato morto in un’area boschiva nella provincia di lingua olandese del Limburgo, nel nord-est del Paese, dopo essere stato braccato per più di un mese. Le indagini hanno concluso che si è suicidato con un’arma da fuoco.

La Sicurezza di Stato e l’OCAM sono da tempo convinti che l’estremismo di destra sia in crescita nel Paese. Lo dimostra il fatto che ci sono più di 60 estremisti di destra nella lista dei terroristi. Ciò significa che sono considerati potenzialmente estremisti violenti.

Il giornale belga Le Soir rivela che queste persone sono state seguite per mesi in totale segretezza. “In linea di principio, una persona inserita nella lista dei terroristi non può avere il permesso di portare un’arma. È possibile derogare a questo principio nel contesto dell’indagine per non allarmare il sospetto e quindi non far deragliare l’indagine”, ha spiegato il ministro della giustizia belga Van Quickenborne.

Ma lo stesso ministro della Giustizia Van Quickenborne, solo una settimana fa, era stato al centro di un fatto clamoroso: un tentato sequestro da parte di non meglio identificato “narcotrafficanti”.

Il piano è stato sventato quasi per caso dalla polizia, grazie a un casuale controllo di un veicolo e alla collaborazione con i colleghi olandesi. Tutti e quattro i presunti autori del rapimento sono stati arrestati nei¨Paesi Bassi. E secondo i media belgi si tratta di narcotrafficanti. Lo stesso ministro della Giustizia, in un videomessaggio diffuso dalla televizione belga, parla di “mafia della droga”.

Nel video Van Quickenborne ha raccontato di essere stato avvertito dal procuratore federale dell’esistenza di un piano per il suo rapimento. “Per il momento sarò posto sotto stretta sorveglianza e non potrò partecipare ad alcune attività programmate nei prossimi giorni. Non è piacevole, ma è comprensibile”, ha spiegato il ministro.

Giovedì della scorsa settimana, una pattuglia della polizia ha individuato un veicolo con targa olandese nelle vicinanze della villa occupata dal ministro e dalla sua famiglia nel sobborgo residenziale di Kortrijk, dove Van Quickenborne è sindaco. Secondo i media locali al suo interno sono stati rinvenuti “almeno” un fucile d’assalto, nastro adesivo e bottiglie di benzina in un’altra auto, anch’essa immatricolata nei Paesi Bassi. Il veicolo ha condotto gli inquirenti sulle tracce di quattro sospetti.

Si tratta di tre uomini, di 20, 29 e 48 anni, che sono stati arrestati nei Paesi Bassi sulla base della descrizione del loro veicolo, ritenuti però non gli organizzatori ma gli esecutori di un piano di rapimento ideato da trafficanti di droga. Il Belgio ha chiesto immediatamente la loro estradizione. Domenica, intorno alle 15, il quarto ricercato è stato arrestato in una strada della stessa città. Un olandese di 21 anni, secondo le autorità locali.

Da circa un decennio, il Belgio viene ritenuto uno degli hub europei di ingresso principale della cocaina. Lo scalo di Anversa, secondo i dati di un report dell’Europol, si è guadagnato il record del porto con il maggior traffico di cocaina in Europa: lo scorso anno, sono state sequestrate 66 tonnellate di cocaina, contro le cinque del 2013.

Subito dopo risulta esserci il vicino porto olandese di Rotterdam. La crescita dei flussi di droga è stata accompagnata da un progressivo aumento della presenza delle mafie sul territorio, dalla ‘Ndrangheta calabrese a quella albanese, passando per l’emergente Moccro Maffia, un gruppo composto da immigrati marocchini. A testimoniare la loro presenza sul territorio, c’è stato l’aumento di omicidi e sparatorie, in particolare a Bruxelles e ad Anversa.

Ma il tranquillo Belgio non è nuovo a fenomeni di criminalità politica. Tra il 1982 e il 1985 impazzarono i brutali omicidi de “La Banda del Brabante” (28 morti) che risultarono possedere coperture tra le forze di polizia e che ha portato all’arresto di un poliziotto per depistaggio nelle indagini. Nel 1989 venne sequestrato l’ex Primo Ministro Paul Vanden Boeynants, precedentemente condannato per frode fiscale.

Nel 1991 venne addirittura ucciso il segretario del Partito Socialista Andrè Cools per una vicenda legata ad appalti nelle forniture militari (c’entrò anche l’italiana Agusta e i suoi elicotteri) e finì indagato un ministro come mandante.

Insomma, l’immagine di una Europa culla della civiltà e del benessere deve sempre fare più spesso con i “mostri” che prosperano al suo interno. Anche nel tranquillo Belgio. 

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