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Perù. Continuano le manifestazioni contro il golpe. I morti sono 47. A Puno decretato il coprifuoco

Le proteste antigovernative hanno continuato a diffondersi oggi con ulteriori blocchi stradali, marce e scioperi in Perù, nonché richieste di dimissioni del presidente Dina Boluarte come via d’uscita dalla crisi.

La tensione regna nella città di Cusco, il giorno dopo l’uccisione della 47esima vittima dall’inizio delle proteste, dopo la rimozione e l’incarcerazione dell’ex presidente Pedro Castillo, il 7 dicembre scorso.

La Polizia ha circondato l’aeroporto di Cusco, per evitare che i cortei si avvicinino a meno di 300 metri dal terminal, i cui dintorni sono stati teatro di scontri che si sono estesi ad altre zone della città.

Scioperi dei lavoratori sono stati convocati nelle città di Moquegua, nel sud del paese, e Puerto Maldonado, nell’Amazzonia meridionale, mentre i posti di blocco si sono estesi a 26 province, e nella regione meridionale di Tacna un gruppo di agricoltori ha bloccato l’autostrada panamericana vicino al valico di frontiera con il Cile.

Nella regione di Arequipa è ripreso il blocco dell’autostrada Panamericana, che chiude la via costiera che conduce a Lima e al resto della costa peruviana.

Il bastione principale della protesta continua ad essere la regione andina meridionale di Puno, dove ieri la popolazione della città di Juliaca è scesa in piazza per unirsi al corteo funebre dei 17 civili assassinati il ​​9 gennaio, e dove un poliziotto è stato dato alle fiamme nella sua automobile da un gruppo di manifestanti.

Il Primo Ministro peruviano, Alberto Otárola, ha annunciato  il coprifuoco per tre giorni a Puno, dalle 20:00 alle 4:00  del mattino.

Il decreto implica che le persone, in particolare a Puno, devono rimanere chiuse nelle loro case durante gli orari stabiliti dal governo centrale. Anche il funzionamento di alcune attività commerciali sarà limitato.

A Puno sono confermati 18 morti e 73 feriti nelle manifestazioni contro il golpe che ha deposto il presidente eletto Castillo. I morti sono avvenuti soprattutto negli scontri nei pressi dell’aeroporto Inca Manco Cápac di Juliaca. L’ultimo defunto è il poliziotto  José Luis Soncco Quispe .

Sia a Juliaca che a Puno e in altre parti del paese gruppi di contadini si preparano a recarsi a Lima per protestare presso la sede del governo.

Il Presidente del Consiglio, Alberto Otárola, con l’avallo della maggioranza parlamentare di destra e di centro, ha affermato due giorni fa, che la polizia e i militari non permetteranno quello che definiscono un colpo di stato contro la Capitale.

 

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