Il vertice della Comunità degli Stati dell’America Latina e Caraibi (Celac) inizia oggi a Buenos Aires all’hotel Sheraton. Presenti quattordici presidenti latino e centroamericani, tra cui Lula da Silva, Miguel Díaz-Canel, Nicolás Maduro, Gustavo Petro, Gabriel Boric, Xiomara Castro. L’organizzazione regionale cerca di promuovere accordi strategici tra i paesi dell’America Latina, ma è molto probabile che quanto sta accadendo in Perù, dove è stato deposto il presidente eletto ed è instaurata una dittatura, genererà forti divergenze sull’accettazione o meno dell’attuale governo di fatto nell’alleanza.
La presenza di leader come Díaz Canel e Nicolas Maduro – e la possibile assistenza del presidente nicaraguense, Daniel Ortega – hanno innescato le proteste della destra argentina che per tutta la scorsa settimana ha cercato di boicottare l’incontro.
L’opposizione di destra al governo Fernandez ha presentato un progetto per dichiarare Maduro “persona non grata”. Anche il Forum argentino di destra per la democrazia nella regione (FADER) ha presentato una denuncia contro i presidenti del Venezuela, Nicolás Maduro; di Cuba, Miguel Díaz Canel; e dal Nicaragua, Daniel Ortega, che hanno descritto come “dittatori”.
Oltre a Ortega, non parteciperanno al vertice nemmeno il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador noto per i suoi pochi viaggi all’estero. Al suo posto ci sarà il ministro degli Esteri, Marcelo Ebrard. Ma non ci sarà la presidentessa golpista del Perù, Dina Boluarte .
Invitato anche se non potrà partecipare, il presidente cinese, Xi Jinping che interverrà con un messaggio video.
A conferma che questa ambizione di integrazione latinoamericana sia del tutto indigesta per Washington, il governo degli Stati Uniti invierà al vertice solo l’ex senatore Chris Dodd. Gli USA hanno sempre utilizzato come una clava l’OSA (Organizzazione degli Stati Americani) come strumento di ingerenza contro paesi come Cuba, Venezuela, Bolivia. L’aumento di protagonismo regionale della Celac ha indebolito uno degli strumenti in mano agli Stati Uniti.
Ieri e oggi, parallelamente al vertice ufficiale, si svolgerà anche un vertice delle organizzazioni sociali, sindacali e politiche che non solo sostengono lo svolgimento della riunione del CELAC, ma discuteranno anche numerose questioni importanti per i popoli della regione. Questo Vertice Sociale ha già preparato un documento dal chiaro contenuto anticolonialista e antimperialista, che sarà presentato ai leader e ai delegati del Vertice che delibereranno martedì.
Inoltre, sempre per oggi è stata indetta nelle ore mattutine una grande mobilitazione, che raggiungerà le porte dell’hotel Sheraton, al Retiro, a sostegno del Celac ma anche per sostenere proprio quei leader latinoamericani che la destra locale e regionale cerca di demonizzare costantemente, come nel caso dei rappresentanti di Cuba, Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Messico e Honduras.
Infine, oggi pomeriggio (alle 17:30) ci sarà un’altra mobilitazione, ma questa volta convocata dal Fronte di Sinistra-Unità, che marcerà allo Sheraton, con lo slogan “Tutto il sostegno alla lotta del popolo peruviano” e chiederà ai membri della Celac “nessun riconoscimento del governo Boluarte”.
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