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In Nigeria attaccato un convoglio diplomatico statunitense

Quattro persone sono morte e altre tre sono state rapite in un assalto armato avvenuto ieri sera contro un convoglio diplomatico statunitense nello Stato di Anambra, nel sud-est della Nigeria. A riferirlo è l’agenzia Nova.

Le autorità locali attribuiscono l’attacco al convoglio Usa al Popolo indigeno del Biafra (Ipob) – gruppo secessionista che storicamente chiede l’indipendenza dell’omonima regione del sud-est della Nigeria e della comunità etnica igbo – e alla Rete per la sicurezza dell’Est (Esn), il braccio armato dell’organizzazione, che tuttavia hanno smentito ogni coinvolgimento.

Il Washington Post riferisce che il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby ha smentito tra le vittime non risultano esserci cittadini o diplomatici statunitensi, anche se il portavoce della polizia nigeriana Ikenga Tochukwu, ha confermato che uomini armati “hanno ucciso due agenti delle forze mobili della polizia e due membri del consolato” prima di dare fuoco al loro veicolo. “Nessun cittadino statunitense era nel convoglio”, ha aggiunto.

Sebbene i separatisti del Biafra abbiano negato ogni coinvolgimento nell’attacco, vale la pena di sottolineare che questi hanno intensificato i loro attacchi nell’area in cui è avvenuto l’agguato negli ultimi anni, di solito prendendo di mira la polizia o gli edifici governativi.

Il leader dell’Ipob, Nnamdi Kanu, è un cittadino anglo-nigeriano che è stato arrestato per la prima volta nel 2015, riuscendo in seguito a fuggire dopo che l’esercito nigeriano fece irruzione in casa sua, per poi essere nuovamente arrestato nel giugno di quest’anno in Kenya e riconsegnato alla Nigeria in quello che la sua famiglia descrive come un atto di “extraordinary rendition”. Il suo arresto ha sollevato un caso internazionale dopo che i suoi avvocati hanno denunciato che il loro assistito è stato tenuto in isolamento in un luogo sconosciuto sotto la custodia della polizia segreta nigeriana.

Il separatismo, del resto, è una questione delicata in Nigeria, dove nel 1967 la proclamazione di una Repubblica del Biafra indipendente da parte di ufficiali dell’esercito di etnia igbo innescò una sanguinosa guerra civile di tre anni che provocò la morte di oltre un milione di persone.

L’agenzia Nova ricorda che dal 2009, la Nigeria in altre parti del paese è alle prese con l’insurrezione jihadista di Boko Haram e dello Stato islamico (che ha ormai in buona parte assorbito il gruppo fondato da Ustaz Mohammed Yusuf) nella regione del Nord-est, con bande armate che rapiscono e uccidono a scopo di riscatto negli Stati nord-occidentali e centrali e con l’annoso problema della pirateria nel Golfo di Guinea.

Nelle ultime settimane gli attacchi sono tornati ad aumentare. Nelle stesse ore dell’agguato al convoglio dell’ambasciata Usa ad Anambra, almeno 30 persone sono morte in un attacco armato avvenuto nello Stato di Plateau, nella Nigeria centrale, situato nella cintura centrale della Nigeria teatro di frequenti scontri tra agricoltori e pastori semi-nomadi per l’accesso alle risorse idriche e ai terreni coltivabili.

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