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Le lenti deformate sul Forum economico di Vladivostok

I mass media e le intelligence dei paesi occidentali, sembrano più occupati a spiare dal buco della serratura l’incontro tra Kim Jong Un e Putin piuttosto che la complessità del Forum economico dell’Oriente che si è aperto a Vladivostok, ossia laggiù dove finisce la piattaforma continentale euroasiatica e i mondi si confondono.

L’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, “Korean Central News Agency” (“Kcna”), ha confermato che il leader Kim Jong-un incontrerà il presidente russo Vladimir Putin, ma non sembra essere questo l’obiettivo principale della Russia nel forum di Vladivostok.

In una fase in cui le economie occidentali fanno i conti ormai da anni con la recessione, i nostri mass media, come al solito, si concentrano sull’albero perdendo di vista la foresta.

L’economia globale continua a cambiare principalmente perché l’Occidente sta distruggendo il sistema delle relazioni finanziarie”, ha dichiarato Putin, intervenendo alla sessione plenaria del Forum. Vediamo come l’economia globale è cambiata negli ultimi anni e continua a cambiare, anche a causa del fatto che alcuni Paesi, principalmente occidentali, con le proprie mani stanno distruggendo il sistema delle relazioni finanziarie, commerciali, economiche, che loro stessi hanno creato in molti modi”, ha detto Putin evidenziando che il numero di Stati che intendono cooperare non secondo i modelli occidentali, ma tenendo in conto gli interessi di “tutta l’umanità”, si sta espandendo”.

Il programma dell’8° Forum Economico Orientale apertosi ieri a Vladivostok, prevede una serie di dialoghi economici e commerciali tra i principali paesi partner della regione Asia-Pacifico e con l’ASEAN, l’organizzazione che unisce le nazioni in via di sviluppo dinamico nel sud-est asiatico.

Al Forum di Vladivostok dello scorso anno, nonostante le sanzioni e le restrizioni alla Russia, ci sono stati oltre 7.000 partecipanti e provenienti da 68 paesi, tra cui la Russia, con circa 1.700 rappresentanti delle imprese di 700 aziende. L’Estremo Oriente continua a svilupparsi e non pare che possa essere fermato dalle sanzioni e restrizioni occidentali.

Dallo scorso Forum, 2.729 progetti di investimento sono in fase di attuazione in Estremo Oriente, e 525 di loro sono già stati messi in funzione. 

Due delle sessioni previste al Forum di Vladivostok appaiono di grande interesse per le prospettive delle relazioni economiche internazionali.

La prima sulla “Cooperazione internazionale in un mondo cambiato” – discuterà il posto dell’Estremo Oriente russo nell’economia dell’area euroasiatica, le prospettive della Organizzazione per la Cooperazione di Shangai e dei BRICS, le questioni dell’arbitrato commerciale internazionale, l’istituzione della diplomazia scientifica in Asia e le prospettive delle imprese cinesi in Russia.

La seconda attiene a quello che è stato definito il percorso della “Logistica del cambiamento” che include discussioni su nuove soluzioni logistiche in Estremo Oriente, nonché sullo sviluppo sostenibile della rotta del Mare del Nord come nuova arteria di trasporto globale. Le sessioni discuteranno argomenti come la cooperazione transfrontaliera, la logistica marittima e ferroviaria, le soluzioni digitali per la logistica nazionale e internazionale e lo sviluppo di un’unica compagnia aerea dell’Estremo Oriente.

Il brusco passaggio dalla globalizzazione liberista alla competizione globale, sta rimettendo in discussione relazioni economiche e politiche che il capitalismo occidentale pensava immutabili. Con un eccesso di presunzione Stati Uniti ed Unione Europea hanno ritenuto che il mondo coincidesse pienamente con i propri interessi, ma non si è accorto dei cambiamenti in corso. Anche dentro il resto dei paesi a regime capitalistico ma esterni alla logica e alle organizzazioni funzionali al capitalismo consolidato in Occidente.

Quando il “resto del mondo” ha assistito alla rovinosa fuga della Nato dall’Afghanistan nel 2021, la percezione del mondo sul mondo occidentale è cambiata su molti aspetti. La pandemia e la recessione delle economie occidentali, hanno strattonato bruscamente equilibri che si credevano consolidati. Con la guerra in Ucraina, i paesi a capitalismo avanzato hanno provato a giocare la stessa partita di sempre ma hanno scoperto amaramente che non era più possibile “vincere facile” come erano abituati a fare.

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1 Commento


  • nicola leoni

    questo articolo ha centrato perfettamente il problema geopolitico, l’Europa ormai è in terapia intensiva, il governo Italiano è una succursale della casa bianca, la Francia rischia di emulare il 1789 aspettando un altro Napoleone, la Germania sarà simile a come era durante la querra dei trenta anni mentre i paesi nordici Polonia compresa verranno colpiti da qualche piccola glazazione e per riscaldarsi abbatteranno le loro foreste

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