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Africa. Anche il Ciad è “una pentola pronta ad esplodere”

L’ondata di sentimenti antifrancesi che sta investendo la regione del Sahel sta risuonando anche in Ciad.

Mentre la giunta militare ciadiana sostenuta dalla Francia ha ricevuto il sostegno della comunità internazionale, compresi i funzionari delle Nazioni Unite, sta affrontando un’intensa resistenza all’interno, un attivista ha descritto il Paese come una “pentola a pressione in attesa di esplodere”.

La giunta militare del Ciad guidata da Mahamat Déby avrebbe dovuto cedere il potere a un governo civile eletto entro il 20 ottobre 2022. Tuttavia, le elezioni non si sono tenute e il governo militare è stato prorogato di altri due anni a ottobre.

Opponendosi alla proroga, il 20 ottobre 2022 i manifestanti sono scesi in piazza nella capitale N’Djamena e in tutto il Paese, innalzando slogan contro la giunta al potere e la Francia.

La giunta ha risposto con la repressione, uccidendo almeno 128 persone. La Commissione nazionale per i diritti umani del Ciad (CNDH) ha riferito all’inizio di quest’anno che 943 persone sono state arrestate, altre 435 detenute e 12 sono scomparse durante la repressione del 20 ottobre, che è diventata nota come il “giovedì nero”.

Gli eventi del 20 ottobre hanno avuto un forte impatto sulla politica ciadiana. Il regime ora teme visibilmente le proteste“, ha dichiarato Max Loalngar, presidente della Lega ciadiana per i diritti umani (LTDH).

La giunta militare del Ciad è stata formata con il sostegno della Francia nell’aprile 2021 dal generale Mahamat Déby, che ha preso il potere con un colpo di stato dopo che suo padre, l’allora presidente Idriss Déby, è stato ucciso mentre era in visita ai soldati che stavano combattendo i ribelli.

Idriss Déby, che ha governato il Ciad per oltre 30 anni fino alla sua morte nel 2021, è stato ampiamente descritto come un dittatore. Al suo funerale, il Presidente francese Emmanuel Macron lo ha salutato come “un grande soldato” e un “coraggioso amico” della Francia. Macron ha poi rassicurato il figlio, Mahamat Déby, sul sostegno della Francia.

Il 5 settembre, l’esercito ciadiano ha sparato a diversi manifestanti per disperdere le manifestazioni antifrancesi nella città di Faya-Largeau. I manifestanti avevano circondato la guarnigione francese nella città e, secondo quanto riferito, alcuni avevano cercato di fare irruzione, dopo aver appreso che un soldato ciadiano, Mahamat Dakou Hamid, 35 anni, era stato ucciso all’interno da un medico dell’esercito francese.

Sebbene le circostanze della sua uccisione siano controverse, le proteste militanti che ha immediatamente scatenato, dimostrano che sotto la relativa stabilità che il regime di Déby ha mantenuto in superficie dal Giovedì Nero, c’è quella che Loalngar ha definito “una pentola a pressione pronta a esplodere“.

In Ciad sono presenti contingenti militari francesi e statunitensi.

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