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Francia. Il caso di Mohammed Merah scuote la politica


Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha convocato questa mattina una riunione straordinaria con il premier Francois Fillon e con diversi membri del governo e i responsabili di polizia per fare il punto sulle questioni di sicurezza, dopo la vicenda e le polemiche legate a Mohamed Merah, il killer di Tolosa e Montauban, che secondo molti commentatori poteva essere fermato prima. Mettere in dubbio l’efficacia della polizia dopo l’intervento delle unità speciali del Raid contro Mohamed Merah, il killer di Tolosa e Montauban, è inaccettabile, ha affermato il ministro dell’Interno Claude Gueant, in un’intervista al quotidiano Le Figaro nella quale “invita la gauche alla dignità”. “Tutte queste polemiche sono irresponsabili”, ha aggiunto Gueant. Nei giorni scorsi, l’opposizione socialista ha criticato la gestione del governo del presidente Nicolas Sarkozy, evidenziando le falle nella sorveglianza antiterroristica. Dopo i fatti di Tolosa, il tema della sicurezza è entrato in modo dirompente nella campagna elettorale, a meno di 40 giorni dal voto presidenziale di aprile e maggio.
Ma crescono le voci secondo cui il giovane francese di al Qaida che uccide soldati ed ebrei nella zona di Tolosa sarebbe stata un’operazione dei servizi segreti francesi finita male. Da alcune fonti si apprende che Mohammed Merah sarebbe stato un doppio agente al servizio di Al Qaueda e ai servizi di sicurezza del governo francesi.
Fonti dell’intelligence francese avrebbero rivelato al giornale italiano Il Foglio (giornale al quale da un po’ di tempo collabora il noto Pio Pompa, ex dirigente del Sismi con estese relazioni con i servizi segreti di mezzo mondo), che mercoledì, durante l’assedio al numero 17 di Rue du Sergeant Vigné, il suo “referente”, ovvero l’agente dei servizi che aveva il compito di tenere i contatti con lui e di seguirlo nella sua “carriera” all’interno della rete islamista (Merah era membro di un gruppo estremista sciolto d’autorità il mese scorso) è entrato senza problemi nell’appartamento a negoziare una resa che non creasse troppi imbarazzi all’organizzazione che lo gestiva. La rivista francese Le Point, afferma poi che uno dei prossimi obbiettivi sulla lista di Merah fosse “un funzionario dei servizi segreti di origine islamica”. Le Point non dà il nome e nè perché un giovane banlieusard di Tolosa potesse conoscere un funzionario d’intelligence e anche la sua professione religiosa e avzna anche il sospetto che in un primo momento, dopo i due attacchi consecutivi per strada ai soldati, Merah fosse stato escluso dalla lista dei potenziali terroristi perché considerato “uno dei nostri”.
Il qutodiano Le Monde scrive che “permangono dubbi sulla capacità di autofinanziamento di Merah, che da solo si sarebbe pagato armi, affitti di case, viaggi in Asia. Dubbi manifestati anche dal procuratore di Parigi, che ha detto: ‘Il livello di reddito era da Rsa’” (Revenu de Solidarité Active, è il sussidio pubblico di povertà). Scrive ancora il Monde: “Ulteriori indagini sembrano necessarie per capire chi lo aiutava, ma per ora si fermano a una zona grigia”.
La lista dei timbri sul passaporto di Merah rivela che il 22 novembre 2010 la polizia afghana lo aveva fermato a Kandahar, la città dell’Afghanistan dove la presenza dei talebani è più forte. Consegnato ai francesi del contingente Nato, Merah viene rispedito in Francia.

Merah, dopo essere stato espulso dall’Afghanistan,  sarebbe passato anche per le mani dei servizi americani ed è proprio un ufficiale americano a rivelare a Le Monde che Merah: “E’ stato in Israele, in Siria, in Iraq e in Giordania”. Una destinazione – Israele – decisamente in contrasto con le altre tre, dove con un visto della prima sul passaporto non è possibile entrare e viceversa. Prima dell’arresto, Merah era andato al consolato indiano di Kandahar e chiede un visto per l’India. Secondo una fonte militare francese sarebbe stato anche due volte in Iran (ma la Dcri, i servizi segreti francesi che si occupano di controspionaggio e lotta al terrorismo, negano questo particolare). Nel 2010 va in Pakistan per sposarsi, ma è espulso.

Secondo un’altra fonte, Mohammed Merah, si sarebbe recato di recente anche in Bosnia-Erzegovina a una delle tante lezioni sull’islam che lui seguiva. Secondo il giornale Focus di Banja Luka, che cita il responsabile di una agenzia di spionaggio occidentale, Merah avrebbe assistito il mese scorso a Zavidovici (Bosnia centrale) a una lezione di Mohammed Seifuddin Civcije, capo di una formazione islamica denominata “Invito in paradiso”.

Bernard Squarcini, il direttore della Dcri, i servizi segreti interni francesi, ha confermato che il killer di Tolosa era monitorato dal 2010, ma l’inchiesta non aveva evidenziato nulla di sospetto. Nel novembre 2011 Merah era stato anche convocato dal Dcri per dare spiegazioni dei suoi viaggi in Afghanistan e Pakistan. Pure in quell’occasione «ha dato prova di una eccellente cooperazione, di buona educazione e di cortesia”.

Il fratello maggiore del killer di Tolosa – Abdelkader Merah – e la sua compagna, sono stati intanto trasferiti alla Direzione Antiterrorismo (Sdat) di Parigi. Lo si apprende da fonti vicine alle indagini. Un convoglio di auto della polizia ha lasciato il quartier generale della polizia a Tolosa diretto nella capitale. I termini della custodia cautelare dei due, fermati mercoledì scorso, scadranno domenica prossima.

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