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Raid israeliani su Khan Younis e Jenin. Duri combattimenti. Il Sudafrica verso la rottura diplomatica con Israele

Un raid aereo delle forze israeliane ha ucciso 10 palestinesi a est di Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza. Lo riportano alcuni media palestinesi.

Sempre nella notte a Jenin, in Cisgiordania, tre palestinesi sono stati uccisi e sette feriti durante un’operazione militare israeliana. Lo rende noto il quotidiano Haaretz Secondo il rapporto, alcune dei palestinesi sono stati ferite in un attacco aereo sulal cittadina palestinese e altre dal fuoco dei militari. Due dei feriti sarebbero in gravi condizioni. I rapporti affermano anche che le forze armate israeliane ha circondato l’ospedale Ibn Sina della città con una modalità simile a quella adottata a Gaza.

Il ministro della Difesa israeliano Gallant, ha annunciato che dopo aver preso il controllo dell’ospedale del nord di Gaza, i prossimi obiettivi dell’operazione militare di terra potrebbero spostarsi verso il sud dell’enclave. In precedenza sono stati lanciati avvisi alla popolazione popolazione di lasciare anche Khan Younis, nel sud della Striscia.

La Mezzaluna rossa palestinese ha fatto sapere che le forze israeliane hanno circondato l’ospedale battista di Al Ahli compiendo alcuni attacchi diretti all’edificio “e impedendo al personale sanitario di muoversi per raggiungere i feriti”. Da parte sua, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha denunciato il “tentativo deliberato di strangolare” le sue attività nella Striscia di Gaza da parte di Israele. “Credo che ci sia un tentativo deliberato di strangolare la nostra operazione e paralizzare quella dell’Unrwa”.

Il bilancio dei morti palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania dallo scorso 7 ottobre è salito a 11.660. Secondo un comunicato del ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) i feriti sono 32 mila. Nello specifico, i morti a Gaza sono 11.470, di cui 4.707 bambini, 3.155 donne e 686 anziani, mentre il numero dei feriti è di circa 29 mila persone. Tra le vittime, 203 sono operatori sanitari e 36 membri della Protezione civile. Secondo il ministero, in totale 40 pazienti dell’ospedale di Al Shifa, a Gaza City, sono morti.

A Gaza L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver recuperato il corpo della soldatessa Noa Marciano presa in ostaggio da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre . I resti sono stati trovati in un edificio bombardato vicino all’ospedale di al-Shifa.

Lunedì Hamas aveva diffuso un video della soldatessa in cui la mostrava quattro giorni dopo essere stata sequestrata e poi immagini del suo corpo senza vita, sostenendo che era stata uccisa nei bombardamenti israeliani della Striscia.

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Combattimenti in Cisgiordania e a Gaza. Le operazioni non sono proprio a “costo zero”

L’operazione militare israeliana a Gaza e l’oppressione della Cisgiordania non sono proprio a costo zero.

Il sottufficiale israeliano gravemente ferito ieri nell’attacco palestinese ad un check point in Cisgiordania, è morto per le ferite riportate. Altri cinque israeliani, tra soldati e poliziotti, sono stati feriti. I tre palestinesi che hanno condotto l’attacco – rivendicato dalle Brigate Al Qassam – sono stati uccisi.

Tre ufficiali israeliani sono stati uccisi negli scontri con combattenti palestinesi a Gaza, portando così a 51 il numero di soldati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra a Gaza. Si tratta del capitano Asaf Master, comandante di plotone del 601° battaglione della 401a brigata (parte del Combat Engineering Corps), del capitano Kfir Itzhak Franco, comandante di plotone del 52° battaglione della 401a brigata e del capitano Shlomo Ben Nun, vice comandante di compagnia nel 202° battaglione della brigata paracadutisti.

I tre ufficiali sono stati uccisi in battaglie nel nord della Striscia di Gaza. Inoltre, un ufficiale della Brigata Negev e un riservista sono stati gravemente feriti durante i combattimenti di ieri.

Le Brigate Al-Qassam hanno dichiarato giovedì che i loro combattenti sono stati in grado di distruggere completamente o parzialmente 33 veicoli militari appartenenti all’esercito israeliano nelle ultime 48 ore.

La dichiarazione ha aggiunto che le Brigate Al-Qassam hanno preso di mira, giovedì mattina, cinque veicoli militari che hanno tentato di infiltrarsi a ovest di Beit Lahia con proiettili Al-Yasin 105.

Sui combattenti palestinesi uccisi a Gaza nè l’esercito israeliano nè fonti palestinesi forniscono dati. Nel secondo caso silenzio, nel primo si parla sempre di decine di morti ma non si dettaglia mai, c’è solo un numero buttato là: “mille terroristi uccisi”.

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In Libano il Movimento di Resistenza Libanese Hezbollah giovedì, ha elencato tutti i siti militari israeliani che ha preso di mira nel corso della giornata.

I siti includevano il Misgav Am, l’Al-Bayad Blida, la caserma Yiftah (nel villaggio libanese occupato di Qadas), il Medulla, l’Harmon e il Jan Al-Alam.

Le dichiarazioni sono state seguite da un video diffuso dal canale Telegram dei media militari di Hezbollah, contenente filmati delle operazioni del gruppo che prendono di mira siti militari israeliani lungo il confine israelo-libanese.

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Gli Stati Uniti continuano a fornire armi e munizioni a Israele

La Casa Bianca in pubblico invita Israele alla moderazione, ma negli incontri riservati e nelle scelte concrete continua a fornire armi agli iraeliani per il massacro dei palestinesi.

L’agenzia Bloomberg ha riferito che il Pentagono ha attinto alle sue scorte militari in patria e in Europa per fornire a Israele 36.000 munizioni per cannoni da 30 mm e circa 2.000 missili a guida laser Hellfire per l’elicottero d’attacco AH-64 Apache.

L’elenco includeva anche 57.000 proiettili di artiglieria ad alto esplosivo da 155 mm, oltre a mortai, fucili e dispositivi per la visione notturna, tra gli altri articoli. Secondo quanto riferito, Israele ha anche richiesto 200 droni d’attacco perforanti Switchblade 600, che l’esercito statunitense non ha nel suo inventario.

Alla richiesta di un commento, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha detto in una dichiarazione che stava “sfruttando diverse strade – dalle scorte interne ai canali dell’industria statunitense – per garantire che Israele abbia i mezzi per difendersi”. I funzionari hanno aggiunto che “questa assistenza di sicurezza continua ad arrivare quasi quotidianamente”.

Le consegne di armi a Israele segnalate sono evidentemente continuate nonostante l’amministrazione Biden abbia chiesto pubblicamente a Israele di esercitare moderazione ed evitare vittime civili durante la sua guerra in corso a Gaza. 

Il Sudafrica verso la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele

Il partito di governo sudafricano – l’African National Congress – ha espresso il suo sostegno ad una mozione parlamentare che chiede la chiusura dell’ambasciata israeliana e la sospensione delle relazioni diplomatiche.

La bozza di risoluzione è stata presentata da Julius Malema, leader del partito Economic Freedom Fighters (EFF), che ha dato il via a un dibattito in una mini-seduta plenaria virtuale dell’Assemblea nazionale giovedì.

Malema ha detto che mantenere relazioni diplomatiche con Israele è offensivo per la Costituzione sudafricana.

“Dobbiamo porre fine a queste relazioni fino a quando i diritti umani dei palestinesi non saranno rispettati, promossi e protetti. Israele deve rispettare il diritto internazionale. E fino ad allora, qualsiasi rapporto con loro deve essere considerato come un’offesa alla nostra costituzione”.

Mercoledì, il presidente Cyril Ramaphosa ha annunciato che il Sudafrica ha presentato un deferimento alla Corte Penale Internazionale per indagare su Israele per crimini di guerra.

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