Continua e si intensifica nel mar Rosso la serie di attacchi verso navi commerciali da parte delle forze yemenite Houthi in solidarietà con la resistenza palestinese.
Negli ultimi due giorni sono state prese di mira da missili e droni yemeniti tre navi portacontainer, tutte tre navi utilizzate da tre colossi del trasporto logistico marittimo di linea globale. La prima a farne le spese giovedì notte è stata la nave Maersk Gibraltar, battente bandiera di Hong Kong e utilizzata dalla compagnia danese AP Moller – Maersk.
Ad oggi il gruppo è secondo nel ranking globale per numero di navi portacontainer e per capacità di trasporto totale. La nave ha subito un attacco tramite missili balistici che è stato rivendicato dalle forze Houthi, anche se la compagnia smentisce di aver subito danni.
Durante la giornata di ieri invece ci sono stati diversi attacchi. In prima mattinata è sta colpita una nave portacontainer battente bandiera liberiana, appartenente alla compagnia tedesca Hapag-Lloyd, la Al-Jasrah. Il gruppo tedesco, sesto gruppo al mondo del settore, conferma che la nave ha subito notevoli danni e perso del carico durante l’attacco.
Sempre ieri sono state prese di mira anche due navi della svizzera MSC (Mediterranean Shippin Company), compagnia della famiglia miliardaria napoletana Aponte, gruppo numero uno a livello globale per numero di navi portacontainer e capacità di carico.
Secondo la Reuters, poche ore prima dell’attacco alla Al-Jasrah, la nave Msc Alanya sembra sia stata costretta a manovre evasive nelle acque yemenite ed invertire la marcia dopo che le è stato intimato uno stop dalle forze Houthi.
Nelle ore successive è andata invece peggio alla MSC Palatium III, sempre di proprietà MSC ma noleggiata dalla compagnia genovese Messina. La nave è stata colpita da un missile balistico ad una ventina di miglia nautiche dalla città di yemenita Mokha, riportando notevoli danni.
Come segnala Shipping Italy, a seguito di questi attacchi in Italia l’Imrcc (Italian Maritime Rescue Coordination Center) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha deciso per un innalzamento del livello di sicurezza allerta marittimo, nell’area del Rosso e del Golfo di Aden, al livello massimo il Marsec 3.
La presenza militare delle marine militari nell’area sembra non essere in grado di fronteggiare la minaccia, o per impossibilità o per evitare di innescare un nuovo fronte militare che coinvolgerebbe in maniera indiretta anche l’Iran. effettivamente
Secondo la stampa statunitense sembra però che gli USA siano intenzionati a promuovere una ‘Task Force’ internazionale per la difesa dei traffici marittimi commerciali nell’area. Dal canto suo Israele ha annunciato il 12 dicembre il dispiegamento nel mar Rosso di una nave militare di ultima generazione Sa’ar 6 corvettes per contrastare gli attacchi yemeniti.
Sebbene le forze Houthi continuino a sostenere che gli attacchi siano mirati solo a navi in navigazione verso porti israeliani, sembra che questi ultimi attacchi siano più mirati a spingere le grandi compagnie marittime ad interrompere per ragioni di sicurezza il traffico commerciale lungo il mar Rosso. Cosa che già nella serata di ieri ha effettivamente dichiarato di voler fare la compagnia danese Maersk.
Se questo diventasse effettivo e generalizzato sarebbe una bomba geopolitica che minerebbe le catene di approvvigionamento globali sia per l’aumento dei prezzi di trasporto che per l’allungamento dei tempi di consegna delle merci.
Una situazione che non può che portare alla mente l’ombra del blocco del canale di Suez nel 1967 a seguito della guerra dei sei giorni tra Egitto, Giordania e Siria da un lato ed Israele dall’altro, che rese impossibile l’utilizzo dell’idrovia per alcuni anni con pesanti conseguenze pesantissime per il prezzo del petrolio e per l’economia dell’epoca.
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