Pochi giorni fa New York si sono incontrati i paesi che vogliono abbandonare la strada delle armi nucleari e per farlo hanno firmato il TPNW, il trattato per la proibizione delle armi nucleari.
Insieme a Sandro Ciani, presente alla conferenza, facciamo il punto della situazione, fra incoraggianti segnali provenienti da molte popolazioni e radicata ostilità di alcuni Governi che ostacolano il processo di disarmo.
È New York la casa del TPNW, il trattato per la proibizione delle armi nucleari, il primo trattato internazionale della storia che è legalmente vincolante rispetto a questo tema.
Dopo averlo adottato nel 2017, i Paesi firmatari hanno deciso di incontrarsi regolarmente per proseguire il percorso verso la denuclearizzazione. Dal 27 novembre al primo dicembre 2023 presso il Consiglio di amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite si è tenuto l’ultimo incontro del TPNW.
Fra i partecipanti anche Sandro Ciani in rappresentanza di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza e di Disarmisti Esigenti, che ha seguito i lavori come membro di ICAN – International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale –, che è una coalizione globale di organizzazioni non governative che lavora per implementare e promuovere l’adesione al TPNW.
Quali sono stati i soggetti che hanno preso parte ai lavori?
Ai lavori hanno preso parte un centinaio di Paesi, ossia 59 Stati parte, 11 Stati firmatari e 35 Paesi osservatori, dei quali una novantina ha contribuito in modo dinamico e impegnato all’incontro. I due temi principali hanno riguardato lo stato di implementazione del trattato – assistenza alle vittime e bonifica ambientale, cooperazione e assistenza internazionale, universalizzazione, eccetera – e il suo allargamento anche verso gli attuali Stati nucleari aderenti al TNP, Trattato di non Proliferazione.
Gli obiettivi fondamentali?
Il raggiungimento di tali obiettivi necessita il coinvolgimento degli Stati, ma anche di tutti gli organismi internazionali e della società civile impegnati nell’abolizione di tali armamenti quali il Comitato internazionale della Croce Rossa, l’ICAN e i suoi membri associati e tutte le parti interessate.
Per la prima volta è stato insediato anche un comitato di esperti scientifici allo scopo di valutare gli impatti umanitari causati da tali armi: sulla base del loro report sono state presentate nuove prove scientifiche, anche sugli effetti in cascata dell´uso di tali armi sulle forniture alimentari, sul sistema finanziario e sulle forniture energetiche.
Si è trattato di porre fine ai rapporti di finanziamento con l’industria delle armi nucleari?
Questi studi hanno spinto più di 90 investitori, che rappresentano oltre 1.000 miliardi di dollari di asset in gestione, a incoraggiare gli Stati a collaborare con la comunità finanziaria per rafforzare ulteriormente le norme e gli obiettivi del trattato, anche per porre fine ai rapporti di finanziamento con l’industria delle armi nucleari.
Una dichiarazione congiunta approvata da 26 organizzazioni guidate da comunità colpite dal nucleare e sostenuta da altre 45 organizzazioni alleate afferma: “Abbiamo il diritto e la responsabilità di parlare delle conseguenze reali delle armi nucleari… Chiediamo agli Stati parti del TPNW di spingere incessantemente per la sua universalizzazione”.
Per il secondo anno consecutivo L’Italia ha declinato tale invito.
Le molteplici note positive devono riscontrare la consueta presa di posizione degli attuali Stati nucleari e dei loro alleati nei confronti del TPNW, già riscontrata anche nel primo incontro degli Stati parte tenutosi a Vienna nel giugno 2022.
In genere essi rifiutano di partecipare come Paesi osservatori – l´Italia per il secondo anno consecutivo ha declinato incomprensibilmente tale invito – oppure assistono senza poter iniziare un reale percorso di avvicinamento che porti alla firma e alla successiva ratifica del trattato, ma riscontrano interesse nel trattato stesso.
In cosa consiste la cosiddetta politica di “deterrenza nucleare”?
La maggior parte dei Paesi osservatori è all’interno della cosiddetta politica di “deterrenza nucleare”, che durante i lavori in questione è stata chiaramente additata come la principale minaccia sia alla sicurezza umana al fine di scongiurare un’apocalisse nucleare per errore, volontà o sabotaggio sia come un ostacolo al progresso verso il disarmo nucleare.
Qual è il ruolo della NATO?
L’adesione al trattato da parte dei Paesi membri della NATO, ad esempio, deve avvenire attraverso la volontà della cittadinanza, senza alcun veto da parte della NATO stessa o di altri organismi internazionali. Questo per rispondere alle dichiarazioni da parte di alcuni Paesi Europei invitati come osservatori, che seppur interessati al trattato o ad alcuni suoi articoli, non possono fare altro che accettare, come membri, la politica di deterrenza della NATO stessa.
A margine della conferenza si è rilasciato una dichiarazione in cui si denunciano le minacce e i pericoli legati alle armi nucleari?
Sì e assume una particolare importanza la presenza di una delegazione di 23 parlamentari, provenienti da 14 paesi che per lo più devono ancora firmare il trattato, che si è riunita a margine della conferenza e ha rilasciato una dichiarazione in cui si denunciano le minacce e i pericoli legati alle armi nucleari esortando i propri governi a firmare e a ratificare urgentemente il trattato.
Cosa può fare un singolo cittadino oppure una comunità di persone affinché il Paese di appartenenza venga sollecitato a firmare e a ratificare il TPNW?
L’ICAN ha previsto lo strumento dell’appello alle città. Tra le principali città che hanno già aderito a livello mondiale troviamo Parigi, Ginevra, Washington, Ney York, Los Angeles, Nagasaki, Sydney, Oslo, Berlino, Hiroshima e tante altre, mentre in Italia hanno aderito Bologna, Brescia, Caserta, Empoli, Ferrara, Modena, Padova, Parma, Piacenza, Prato, Reggio Emilia, Torino e altre.
Tale appello può essere raccolto da tutti gli enti nazionali locali, inclusi i governi delle regioni: la nascita del TPNW e della sua entrata in vigore dimostra come la società civile può ottenere risultati straordinari, quindi chi si sente minacciato da tali armi contatti gli enti locali di sua appartenenza affinché aderiscano all´appello.
Nel frattempo si possono firmare le seguenti petizioni relativi a due working papers pubblicati dall´ONU e presentati da Mondo Senza Guerre e Senza Violenza e di Disarmisti Esigenti: “Denuclearizziamo il Golfo di Trieste” e “Una strategia per arrivare dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari“.
A quando il prossimo appuntamento mondiale?
La terza riunione degli Stati parti del trattato si svolgerà dal 3 al 7 marzo 2025 a New York. Per tutti coloro che volessero approfondire, documentandosi sui temi dibattuti nell’arco della settimana, si riporta il link ufficiale ai documenti prodotti durante la Conferenza.
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