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Cile. Fine dello sciopero della fame dei prigionieri politici Mapuche. Trionfo in tribunale ma continua la persecuzione

Al nostro Popolo Nazione Mapuche e all’opinione pubblica in generale,

Noi Prigionieri Politici Mapuche-CAM Ernesto Llaitul, Ricardo Reinao, Esteban Henríquez e Nicolas Alcaman dichiariamo quanto segue:

Mettiamo fine allo sciopero della fame, iniziato il 13 novembre 2023, al quale si sono uniti e ci hanno accompagnato altri 11 PPM (ndt: Prigionieri Politici Mapuche) della nostra organizzazione, oggi prigionieri nelle carceri di Temuco e Concepción. Avevamo preso questa misura drastica per protestare e rivendicare 2 punti centrali:

l’annullamento del processo che ci ha condannato a 15 anni e 4 mesi ingiustamente, arbitrariamente e senza prove;

come seconda grande richiesta, abbiamo chiesto la creazione di un modulo per i membri della comunità mapuche imprigionati e perseguitati per rivendicazioni politico-territoriali, uno spazio separato o, quanto meno, condizioni carcerarie differenziate e dignitose che rispettino i diritti culturali dei membri di un popolo originario.

Ciò premesso, vogliamo informare, in modo chiaro e responsabile, che a fronte della prima richiesta, abbiamo ottenuto un risultato importante: la risoluzione di Annullamento del processo (richiesta che noi sostenevamo unitamente alla nostra difesa) è stata espressa testualmente in detta risoluzione e si indica molto chiaramente che c’è stata una parzialità nella condanna e una assenza di prove fondamentali per stabilire una sentenza.

È pertanto accertato che il processo a nostro carico è il risultato di una persecuzione politica perché siamo membri della CAM e del movimento autonomista mapuche. Pertanto, abbiamo la forza, la convinzione e gli argomenti per affrontare un nuovo processo e ottenere l’assoluzione.

In relazione alla seconda richiesta dobbiamo segnalare che i nostri portavoce e familiari hanno effettuato tutte le trattative corrispondenti e necessarie, persino con il governo, azioni che non sono state adeguatamente prese in considerazione, anzi sono state represse e la nostra richiesta non ha ottenuto alcuna risposta.

L’unica cosa che è scaturita da quell’istanza è stata una sorta di risoluzione o istruzione ambigua che può essere interpretata in qualsiasi modo. Ma per quanto riguarda la richiesta del modulo e delle condizioni rispettose della condizione mapuche, c’è stato un rifiuto categorico da parte del sottosegretario alla Giustizia Jaime Gajardo, che non ha fornito una soluzione all’istanza principale, che era quella di creare un modulo, ma anzi ha anche opposto un rifiuto a concedere aspetti e condizioni minime per il riconoscimento della qualità di prigionieri politici e dei diritti culturali.

Pertanto dovremo trattare direttamente con la direzione dell’unità rispettiva aderendo a criteri molto di base per la sua attuazione. Per quanto riguarda le altre richieste di trasferimento per coloro che sono stati ingiustamente allontanati dalle loro famiglie e comunità, nonché i benefici carcerari, continueremo a fare pressione, a denunciare e lottare per il loro ottenimento.

E’ evidente che il rifiuto di questo governo ad abilitare un modulo, cosa che viola i trattati e le convenzioni internazionali che riguardano il rispetto dei diritti dei membri di un popolo indigeno, ritrae molto bene l’attuale amministrazione.

È la posizione del governo di turno di fronte ad un conflitto storico tra lo Stato e il nostro Popolo Nazione Mapuche. E ciò dimostra, ancora una volta, che non vi è alcuna volontà da parte delle autorità di cercare accordi e risolvere i conflitti e che si limitano solo ad intensificare la repressione e la persecuzione contro il movimento autonomista mapuche.

E questo non si riflette solo nella militarizzazione del Wallmapu, nella creazione di nuove leggi più repressive contro il nostro popolo, ma anche nella persecuzione, la stigmatizzazione e le molestie nei confronti di noi PPM che ci troviamo nelle diverse carceri di questo paese, dando così corso all’assalto neofascista che avvantaggia solo i potenti, quella casta di potere dell’estrema destra (Imprese forestali coloni latifondisti) che si oppongono alla causa mapuche.

Esprimiamo la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno accompagnato questa mobilitazione. In primo luogo, ai weichafe (ndt: combattenti) detenuti che si sono uniti a questo sciopero, dimostrando il loro impegno con coraggio e lealtà. Al nostro dirigente e werken (portavoce) storico Héctor Llaitul, ai weichafe della CAM del modulo di Temuco ai weichafe della CAM del modulo 32 CP Biobío, ai nostri portavoce familiari e comunità camche, ai militanti weichafe, ai degni ORT. Alla nostra organizzazione il Coordinamento Arauco Malleco La CAM. e anche a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e sostenuto questo movimento. Desde el piuke CHALTU MAI (GRAZIE di cuore).

Questo sciopero, al di là delle nostre richieste, ha voluto essere un ulteriore contributo alla lotta e alla resistenza autonomista mapuche, affinché dalla nostra prigione politica il nostro sostegno vada a tutte quelle comunità, pu peñi (ndt: i fratelli) e pu lamien (ndt: le sorelle), che continuano a resistere agli attacchi della destra neofascista e alla militarizzazione, li esortiamo a proseguire con maggior newen (forza) nel controllo territoriale, nell’autonomia e nella resistenza.

Fuori i forestali e i militari dal Wallmapu!

Per il territorio e l’autonomia!
Weuwaiñ marrichiweu !!

da https://elporteno.cl/finaliza-huelga-de-hambre-presos-politicos-cam-triunfaron-en-tribunales-y-el-gobierno-prosigue-su-persecucion-anti-mapuche/

(traduzione di Maria Rosa Coppolino)

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