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Elezioni in Russia. Come prevedibile ha vinto Putin, per l’Occidente è un problema in più

Vladimir Putin ha ottenuto l’87,29% dei voti alle elezioni presidenziali in Russia. In quelle del 2018 aveva ottenuto il 76,69% dei voti alle elezioni presidenziali e nel 2012 il 63,6%. Dmitry Medvedev aveva vinto le presidenziali nel 2008 con il 70,28% dei voti.

Gli altri tre candidati, tra cui Nikolai Kharitonov del Partito Comunista della Federazione Russa, hanno ottenuto rispettivamente il 4,30% dei voti (Kharinotov), Vladislav Davankov (Nuovo Partito del Popolo) il 3,84%, Leonid Slutsky (Partito Liberaldemocratico) il 3,21%. Particolare curioso: in un seggio di Barnaul, nell’Altai, tra Kazakistan e Mongolia, il candidato comunista Kharitonov sembrava aver vinto: 84% per lui e 10% a Putin.

A seguire le elezioni presidenziali erano stati accreditati i rappresentanti di 106 Paesi come osservatori internazionali e 1.447 giornalisti di cui più della metà di mass media stranieri.

La domanda non era se, ma con quale percentuale di voti il governante di lunga data della Russia Vladimir Putin sarebbe stato confermato in carica” scrive il quotidiano tedesco Handesblatt.

È stato difficile valutare l’entità del reale sostegno del pubblico russo a Putin nelle elezioni, dato che ai candidati dell’opposizione è stato impedito di candidarsi e che l’imbrattamento delle schede e altri casi di frode sono stati comuni nelle passate elezioni russe” commenta il New York Times.

Al fronte, le cose vanno bene, con la presa della città di Avdiivka e l’inferiorità non solo numerica ma anche bellica dell’esercito di Kiev. Nonostante le sanzioni occidentali, nessuno dei membri dell’élite russa ha disertato. L’economia cresce del 3,6 per cento, in virtù di una riconversione bellica dell’intero comparto industriale, al quale è destinato il 40% del budget federale” scrive oggi il Corriere della Sera. “L’unico vero tema sul tavolo di queste cosiddette elezioni era la convalida delle scelte strategiche in materia di politica estera”.

Non c’è dubbio che il consenso di Vladimir Putin sia intorno all’80%. È così dal febbraio 2022. Prima dell’Operazione militare speciale, metà dei russi era favorevole a una sua ricandidatura, metà era contraria”spiega il sondaggista indipendente russo Denis Volkov in una intervista oggi a La Repubblica “Dopo il 24 febbraio 2022, i sostenitori di un nuovo mandato di Putin al Cremlino sono saliti dal 45% al 75%, poi al 78% e infine all’80%. Ma se si calcola questa percentuale soltanto tra chi è pronto ad andare a votare sale all’85%. Nulla di insolito, dunque. L’unica incognita era l’affluenza”.

Vladimir Putin  ha ottenuto alle urne il suo quinto mandato e potrà governare fino al 2030. La sua ambizione per il risultato era indicata nella formula “70 per 70”: ovvero superare il 70% dei suffragi in un’elezione col 70% dei votanti.

Putin nel 2018 aveva raccolto il 77,5% dei voti con un’affluenza del 67,5% e 56,4 milioni di voti. In queste elezioni l’affluenza è salita al 74,22%, oltre 6,7 punti sopra il 2018 e Putin ha ottenuto l’87,34%, con 74,6 milioni di voti.

Alta l’affluenza anche nelle repubbliche della Novarossja cioè il Donbass, la Crimea e gli altri territori: Luhansk: 94,12%; Donetsk: 95,23%; Kherson: 88,12%; Zaporizhzhia: 92,83%; Crimea: 93,6%

Non sono mancati momenti di contestazione. In alcuni seggi elettorali alcune persone hanno anche tentato di infliggere danni alle urne elettorali, versando colorante verde e inchiostro sulle schede elettorali oppure appiccando incendi alle urne. I mass media occidentali hanno mostrato con evidenza e campi lunghi le file ai seggi commentando che si trattava di quelle indicate per mezzogiorno dai sostenitori dell’oppositore Navalny morto in carcere solo poche settimane fa.

Ma appare comunque difficile spiegare unicamente con la coercizione questo risultato. A due anni dall’intervento militare e della guerra in Ucraina e nonostante le sanzioni occidentali, Putin è più forte e più saldo.

In questi giorni sia i mass media che i leader politici occidentali hanno dato il massimo e il peggio di sé sul piano della demonizzazione del “nemico Putin” e della delegittimazione delle elezioni in Russia, con picchi di assurdità sulla stampa britannica che sembravano richiamare le vignette dell’Ottocento e con toni che non avevano riservato neanche all’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.

Anche La Repubblica non scherza rivalutando le code in Russia – ma ai seggi- dopo che per decenni erano state stigmatizzate nell’immaginario collettivo le code in Urss come esempio malevolo di una società malfunzionante e misera. Oggi siamo alle “code come libertà“.

Eppure i leader occidentali ripetono ad ogni occasione che “nel giardino” c’è la democrazia perchè si vota e i governi sono scelti dal popolo. Ma alla fine occorre ammettere che se questo è il criterio anche “nella jungla” si vota e i governi sono eletti dal popolo.

Forse il vero problema è che la democrazia oggi spacciata come dogma suprematista è cosa assai diversa da quanto diffuso da politici e mass media occidentali. A voler essere precisi il suo significato è potere del popolo. E se una parte della società ritiene che questo non ci sia, diventa legittimo imbrattare le urne o incendiarle senza pretendere conseguenze? Vogliamo provare?

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8 Commenti


  • .. Binazzi Sergio

    sono felice per la vittoria di Putin, a differenza dei media occidentali che avrebbero la pretesa assurda di decidere loro chi deve governare a casa d’altri e che continuano a fare polemiche ed altro di peggio. è sacrosantamente giusto e logico che un popolo decida in autonomia da chi essere governato: questa si chiama democrazia benché ne dicano, altroché la nostra misera insulsa e deprimente schiavitù dagli usa e dalla UE.


  • Pasquale

    …appare comunque difficile spiegare unicamente con la coercizione questo risultato. E’ proprio questa la verità, brava redazione.


  • Mara

    I dissidenti prezzolati dall’occidente non sono riusciti a boicottare le elezioni in Russia e bello vedere le facce dei media occidentali verdi dall’invidia perche è mancato ciò che si aspettavano cioè far fallire le elezioni in Russia e alcuni addirittura una insurrezione, come sono riusciti a fare a suo tempo in Ucraina


  • Marco

    Percentuali bulgare di staliniana memoria


    • Francesco

      Applicare vecchi schemi a situazioni diverse è il modo più sicuro di non capirci molto…


  • Marco

    Quando il 87,29% vota un candidato c’è poco da capire solo da obbedire


  • Mara

    Questo voto in Russia dimostra che il suo popolo in questo difficile momento si stinge attorno al suo leader Presidente con uguale attaccamento alla patria come la storia russa ha sempre dimostrato.
    Altrettanto non è prevedibile in Europa a chi ci stringiamo a Von Der Lyen, a Gentiloni, Prodi?


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