“Sono perfettamente consapevole che gli europei non sono abituati all’idea della guerra”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Kuleba in una intervista al giornale statunitense Politico. “Ma questa è una negligenza che gli europei semplicemente non possono permettersi, né per se stessi né per i loro figli”, afferma Kuleba. “L’Ucraina può vincere. Ma se l’Ucraina perde, Putin non si fermerà“.
Kuleba afferma che l’Ucraina non ha mai chiesto “truppe da combattimento europee sul terreno“, ma i leader dell’UE devono abituarsi all’idea che “il giorno potrebbe arrivare“.
Ma la tesi secondo cui l’Ucraina può vincere, ha bisogno della Nato, senza la quale Kiev dovrebbe ragionare diversamente sugli esiti della guerra. E qui il ministro ucraino presenta la lista delle cose che gli “alleati” devono fare.
“Dateci quei dannati Patriot”, decreta Kuleba “Se avessimo abbastanza sistemi di difesa aerea, vale a dire i Patriot, saremmo in grado di proteggere non solo la vita della nostra gente, ma anche la nostra economia dalla distruzione”, ha aggiunto.
Politico scrive che la scorsa settimana, è stato riferito che gli Stati Uniti hanno esortato Kiev a fermare gli attacchi alle infrastrutture energetiche e agli impianti petroliferi russi temendo che gli attacchi dei droni ucraini facciano salire i prezzi globali dell’energia.
Kuleba non ha voluto confermarlo, ma alla domanda se a volte pensa che gli alleati occidentali vogliano che l’Ucraina combatta con una mano legata dietro la schiena, ha risposto: “Sì, lo vogliono”.
Alla domanda sulla riluttanza della Germania nel fornire a Kiev i missili Taurus, Kuleba afferma testualmemte che “ogni volta che rispondo alla domanda, ricevo un feedback irritato da Berlino. Lascia fare a loro. Si sono messi in questa situazione. Lasciate che trovino una via d’uscita”.
Dalle critiche del ministro degli esteri ucraino si salva invece il presidente francese Emmanuel Macron. Dopo un inizio traballante, Macron ha recentemente irrigidito la sua determinazione – almeno nei suoi commenti pubblici – insistendo sul fatto che l’Europa non può escludere l’invio di truppe di terra in Ucraina se questo è ciò che è necessario per impedire alla Russia di vincere. “Siamo stati lieti di vedere il presidente Macron evolversi in quella direzione“, ha detto Kuleba.
Gli alleati dicono che l’Ucraina si sta ritirando, è impossibile per l’Ucraina vincere. E gli alleati si chiedono perché dovrebbero fornire all’Ucraina armi “rivoluzionarie“.
“Tutta questa immagine della realtà che dipingete per voi stessi è il risultato di un semplice fatto: che i soldati ucraini non hanno quantità sufficienti di armi perché non le avete fornite”, ha detto Kuleba nell’intervista.
A conferma che il clima a Kiev si va facendo decisamente pesante, il presidente ucraino Zelenski ha “tagliato un’altra testa”, anche questa molto ma molto significativa.
Infatti ha sollevato Oleksiy Danilov dal ruolo di segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina e sembrerebbe già aver nominato il suo sostituto, si tratta di Oleksandr Litvinenko, fino ad oggi capo dell’intelligence per l’estero.
La Nato intanto punta sulla deterrenza contro la Russia con una operatività che somiglia molto ad una escalation.
E’ tornato nuovamente pienamente operativo e potenziato il quartier generale SHAPE di Mons, in Belgio ed ha schierato nei paesi dell’Europa dell’est la Allied Responce Force, prima fondata su una base di 40 mila uomini che poi sono saliti a 100 mila e che si conta a portare, se necessario e con breve preavviso, a 300 mila.
Oggi ad est sono già schierate in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia 8 brigate della Allied Responce Force.
A quanto pare le truppe si vanno ammucchiando alle frontiere, sia a ovest che a est. E questo nella storia non è stato mai un bel segnale.
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Kuleba è un cinico senza memoria. Prima che i russi fossero a Kiev, la NATO era a Kiev. Prima che l’Occidente si rimangiasse le sue promesse all’ONU, l’Occidente faceva affari con la Russia. Coloro che hanno seminato per la guerra non sono in casa Putin, sono semmai a Brusselles o alla Casa Bianca. Prima che insomma Kuleba ci dica cosa dovremmo fare, egli dovrebbe riesaminare il recente passato: indietro di 10/20 anni, per esempio. Non sono europeista, non sono europeo, non sono nulla con un cartellino.