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Atto di guerra israeliano. Bombardato consolato iraniano in Siria

E’ indubbiamente gravissimo il bombardamento israeliano contro la sede diplomatica di uno stato in un paese terzo.

Secondo il corrispondente della Reuters a Damasco, il consolato iraniano nella capitale siriana è stato “raso al suolo”, in quella che è stata descritta come “una sorprendente escalation del conflitto in Medio Oriente che avrebbe messo Israele contro l’Iran e i suoi alleati”.

L’attacco al consolato iraniano è “una violazione di tutte le convenzioni internazionali”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ed ha aggiunto che Teheran riterrà Israele responsabile.

L’Iran ha inviato oggi un messaggio importante agli Stati Uniti dopo l’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco ieri, ha affermato il ministro iraniano degli Esteri Hossein Amirabdollahian sul suo account X. “Un messaggio importante è stato inviato al governo americano, in quanto sostenitore del regime sionista. L’America deve essere ritenuta responsabile dell’attacco”

L’ambasciatore iraniano in Siria ha detto che la risposta sarà “dura”.

Colpire una sede diplomatica va infatti considerato come un atto di guerra a tutti gli effetti, una azione vietata da tutte le convenzione internazionali e che prevede ritorsioni del tutto legittime.

Nel raid israeliano è rimasto ucciso il generale di brigata Mohammad Reza Zahedi del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane (IRGC).

L’ attacco ha distrutto un edificio adiacente all’ambasciata iraniana a Damasco, uccidendo almeno sette persone.

I media iraniani hanno identificato l’edificio come il consolato iraniano e la residenza dell’ambasciatore.

Al momento appare debole la smentita statunitense di una propria collaborazione o via libera all’azione di guerra israeliana a Damasco. I mass media occidentali, per avallare la posizione Usa, si sono fatti bastare una notizia ufficiosa.

Gli Stati Uniti hanno comunicato all’Iran di “non essere coinvolti” né di essere stati precedentemente a conoscenza dell’attacco sferrato da Israele contro l’ambasciata iraniana a Damasco, che ha causato la morte di diversi alti ufficiali di Tehran, riferisce il sito d’informazione “Axios”, che cita però un funzionario statunitense anonimo. 

E’ bene ricordare che l’inviolabilità delle sedi diplomatiche è stata più volte violata proprio dagli Stati Uniti. Nel 1989 irruppero nell’ambasciata di Cuba a Panama per catturare l’ex presidente Noriega. Nel 1999 bombardarono l’ambasciata della Cina a Belgrado. Insomma il loro background in materia non è affatto illibato.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è stato convocato per oggi sull’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco. La presidenza maltese l’ha fissato per le 15:00 ora di New York (le 21:00 in Italia, ndr) del 2 aprile”.

Le reazioni nel mondo arabo non hanno tardato a farsi sentire. Il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha rilasciato una dichiarazione per condannare l’attacco aereo, sottolineando che l’attacco ai centri diplomatici va respinto senza giustificazione.

Il ministero degli Esteri iracheno ha anche annunciato che il Paese arabo condanna l’attacco al consolato iraniano a Damasco e sottolinea che questo attacco è una palese violazione delle leggi internazionali.

Il Ministero degli Affari Esteri del Qatar ha descritto l’attacco come una violazione delle convenzioni internazionali e delle norme diplomatiche.

Il ministero degli Esteri dell’Oman ha descritto la mossa come una violazione della sovranità della Siria e di tutte le norme diplomatiche.

Ma le reazioni non riguardano solo i governi.  Il movimento di resistenza libanese, Hezbollah, ha condannato l’attacco, promettendo che questo attacco non rimarrà senza risposta. “Questo crimine non andrà certamente impunito senza che il nemico riceva punizione e vendetta”, ha detto Hezbollah in una dichiarazione.

Il leader del Movimento di Unità Nazionale iracheno, Ammar al-Hakim, ha esortato la comunità internazionale ad agire immediatamente per fermare la violazione della sovranità dei paesi della regione da parte del regime israeliano.

Anche il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha condannato l’attacco terroristico: “L’entità sionista è intenzionata a trascinare la regione in una significativa escalation”, ha detto, avvertendo che l’attacco israeliano non farà altro che “far precipitare i suoi cittadini in un bagno di sangue e disastri che non possono sopportare”.

L’ennesimo raid israeliano in Siria e contro autorità istituzionali iraniane, rappresenta indubbiamente una spinta all’escalation per un conflitto regionale in Medio Oriente a tutto campo, un conflitto che Israele vede come via d’uscita dal cul de sac in cui si è infilata avviando il genocidio dei palestinesi nella Striscia di Gaza e che le sta costando un crescente isolamento internazionale.

Di fronte a questa ennesima violazione israeliana del diritto internazionale, alla luce del procedimento aperto dalla Corte Internazionale dell’Aja e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, contro Israele devono scattare le sanzioni internazionali previste in questi casi. Ad altri paesi – e per molto meno – sono state scatenate contro sanzioni, embarghi e addirittura bombardamenti. Israele non può continuare a rappresentare l’eccezione nè un simbolo di impunità.

Ma se non scattano le dovute sanzioni da parte dei governi e delle istituzioni internazionali, appaiono del tutto legittime le sanzioni dal basso ossia le campagne di boicottaggio dei prodotti e delle relazioni con istituzioni e aziende israeliane. I popoli faranno quello che i governi non hanno il coraggio di fare e che invece va fatto.

Quello adottato dalle autorità israeliane appare un atteggiamento che somiglia a quello biblico di Sansone e dei Filistei. Ma qui non siamo nelle legende siamo nella realtà.

 

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