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Stati Uniti. Nonostante gli arresti proseguono le proteste per la Palestina nelle università

Altre decine di manifestanti solidali con la Palestina sono stati arrestati lunedi nell’ambito delle proteste che si susseguono da giorni in numerose università degli Stati Uniti. Oltre alla Columbia University altri studenti sono stati arrestati all’Università di Yale.

Lo riferiscono i media statunitensi, che forniscono un resoconto dell’ultima giornata di proteste: la polizia ha effettuato decine di arresti presso le università di Yale e New York, mentre la Columbia University ha risposto alla mobilitazione studentesca contro la guerra a Gaza cancellando le lezioni in presenza.

Nonostante i numerosi arresti eseguiti anche la scorsa settimana, gli attivisti pro-Palestina non sembrano intenzionati a porre fine alla mobilitazione: da giorni gli attivisti vivono accampati in tendopoli in numerosi campus universitari del Paese, ostacolano o impediscono le lezioni e gli eventi universitari e si confrontano con le forze dell’ordine.

Nei giorni scorsi la Columbia University è stata protagonista di vaste proteste e di un intervento della polizia che aveva portato all’arresto di oltre 100 studenti.

Ma proprio gli arresti alla Columbia University hanno innescato mobilitazioni in numerosi altri atenei statunitensi, incluse le università di Boston e del North Carolina, il Massachusetts Institute of Technology e la University of California-Berkley.

Le proteste in crescita da parte dei gruppi studenteschi pro-Palestina hanno suscitato le condanne bipartisan da parte del Congresso e della Casa Bianca, fortemente influenzati dalla potentissima lobby sionista statunitense.

Le dirigenze universitarie sono oggetto di pressioni sempre più pesanti da parte dei legislatori statunitensi, che accusano gli atenei di aver ignorato o assecondato fenomeni di antisemitismo all’interno degli atenei, mistificando e criminalizzando così le proteste dirette contro il genocidio dei palestinesi a Gaza.

 

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