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Julian Assange è uscito dal carcere

Julian Assange fondatore di WikiLeaks è stato  scarcerato ieri dalle autorità britanniche. Ieri ha lasciato il penitenziario britannico di Belmarsh, ma – tramite il meccanismo del patteggiamento – dovrà proclamarsi colpevole del reato di cospirazione ai fini di ottenere e distribuire illegalmente materiali classificati relativi alla difesa nazionale. I termini dell’accordo di patteggiamento sono contenuti negli atti giudiziari depositati presso un tribunale distrettuale delle Isole Marianne Settentrionali.

 

Il giornalista infatti non si recherà direttamente in Australia, come inizialmente riferito dai media internazionali, ma dovrà prima comparire di fronte a un tribunale delle Isole Marianne Settentrionali – un territorio incorporato degli Stati Uniti nel Pacifico – per formalizzare l’accordo di patteggiamento con le autorità statunitensi che gli ha consentito di tornare in libertà.

Julian Assange era in attesa di una sentenza dopo più di 13 anni di battaglie legali contro le autorità Usa e britanniche, prima da recluso nell’ambasciata ecuadoriana, e poi da detenuto di un carcere di massima sicurezza di londra.

Le autorità statunitensi intendevano processare il giornalista ai sensi dell’Espionage Act per la pubblicazione da parte di WikiLeaks di numerosi documenti riservati, i cui contenuti hanno rivelato i crimini di guerra Usa in Iraq e Afghanistan, le attività di spionaggio Usa ai danni dei Paesi alleati e le irregolarità delle primarie del Partito democratico Usa nel 2016. Assange diventato un simbolo della libertà di stampa ed espressione a causa della sua persecuzione per aver denunciato i crimini di guerra statunitensi.

La battaglia legale di Assange è iniziata nel 2010, quando il fondatore di WikiLeaks venne arrestato nel Regno Unito per presunte violenze sessuali in Svezia – rivelatesi infondate – sulla base di un mandato d’arresto spiccato da un tribunale di Stoccolma. Ottenuta la libertà provvisoria e per timore di essere arrestato, il dicembre di quell’anno, Assange si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, sostenendo che le accuse a suo carico fossero un pretesto per estradarlo negli Stati Uniti. Le accuse di stupro infatti vennero presto ritirate, ma Assange trascorse all’interno dell’ambasciata i sette anni successivi, prima di essere arrestato dalle autorità britanniche con l’accusa d’aver violato le condizioni della libertà vigilata che gli era stata concessa nel 2010.

Da allora Assange è rimasto recluso nel famigerato carcere di massima sicurezza britannico di Belmarsh. Durante la detenzione ha sposato la sua ex avvocata Stella Moris.

Nel 2022 le autorità britanniche avevano approvato l’estradizione di Assange negli Usa dopo il parere contrario inizialmente espresso da un giudice sulla base delle precarie condizioni di salute dell’uomo e del presunto rischio di suicidio. La battaglia legale era però proseguita fino alle scorse settimane per evitare l’estradizione negli Stati Uniti.

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5 Commenti


  • Mara

    Felicissima per la liberazione di Assange. In quanto alle condizioni per ottenere la liberazione io e tanti altri sappiamo benissimo che Assange ha reso un servizio al mondo intero nel rivelare notizie che non dovevano rimanere segrete se non per le autorità occidentali intenzionate a nascondere le loro nefandezze


  • Massimiliano

    ogni tanto una buona notizia


  • m

    un coraggio che solo una piccola minoranza dei suoi colleghi ha mostrato anche solo per raccontare fatti molto meno significanti


  • Angel

    E pensare che c’è gentucola, come Andrea Lombardi, che ne infama il lavoro e da degli OTTUSI ai sostenitori di Assange.
    Tempi neri purtroppo….


    • Redazione Roma

      Ignoriamo chi sia Andrea Lombardi e non condividiamo il fatto che lei usi i commenti su questo giornale per denigrare altre persone solo a lei note

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