Problemi nel giardino occidentale decantato da Borrell. La concorrenza interna alla catena imperialistica euroatlantica per anni ha dato segnali che andavano verso una quasi aperta guerra commerciale tra Washington e Bruxelles (il caso Boeing/Airbus ne è stato un esempio lampante).
L’intervento russo in Ucraina e la rottura dello stallo precedente hanno fatto mettere da parte i proclami alla Macron sullo “stato di morte cerebrale della NATO”. L’alleanza atlantica che è tornata ad essere il vettore della politica estera di tutto l’Occidente collettivo.
Ma questo riallineamento strategico non ha cancellato le ragioni strutturali che dividono le due sponde dell’Atlantico. Anzi, con il sabotaggio del Nord Stream 2 si è visto quanto queste in realtà siano contate nella questione ucraina.
Trump, già in passato, aveva rappresentato un’opzione politica meno propensa a cercare un accordo con Bruxelles. Ora, in previsione della sua possibile rielezione, ai vertici della UE vogliono prepararsi per tempo.
Il Financial Times ha infatti rivelato che negli uffici della Commissione Europea stanno già delineando una proposta per trovare un accordo che eviti il riaccendersi della guerra commerciale. Ancor prima che, nel caso, il tycoon si insedi alla Casa Bianca.
La necessità di muoversi in fretta è dettata dall’annuncio di Trump di voler porre una tariffa minima in entrata del 10%. Per la UE, che ha esportato verso gli USA nel 2023 oltre 500 miliardi di euro di prodotti, potrebbe portare a un crollo di questo valore di circa 150 miliardi.
Se l’intesa non dovesse avvenire, ci sarebbe già una risposta meno pacifica in preparazione. Un elenco di importazioni che potrebbero essere colpite con dazi del 50% o più: una guerra di dazi che secondo il capo economista di Goldman Sachs Jan Hatzius danneggerebbe però più l’UE che gli USA.
“Dobbiamo dimostrare che siamo un partner per gli Stati Uniti, non un problema”, avrebbe dichiarato un alto funzionario europeo. E non tornare al 2018, quando Trump introdusse tariffe su 6,4 miliardi di euro di importazioni di acciaio e alluminio, e la UE rispose lo ripagò con la stessa moneta.
Valdis Dombrovskis, Commissario Europeo per il Commercio, ha detto al Financial Times si è detto fiducioso. “Crediamo che gli Stati Uniti e l’UE siano alleati strategici e soprattutto nell’attuale contesto geopolitico, è importante che lavoriamo insieme sul commercio”.
Bruxelles è anche pronta ad accordi mirati a ridurre il deficit commerciale di 156 miliardi di euro di beni con Washington. Ma Dombrovskis ha anche ribadito che sono “pronti a difendere nuovamente i nostri interessi se necessario”.
Con Biden si era trovato qualche accordo temporaneo per sospendere i dazi, ma non erano stati cancellati. A ricordare come la concorrenza, fino ai limiti della competizione, sia cosa reale tra i due poli dell’imperialismo euroatlantico.
Che per ora ha la priorità di fermare l’emergere del mondo multipolare, ma che è tutto fuorché un “giardino”, anche nelle relazioni tra i suoi membri.
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