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Medio Oriente, tutti si preparano alla guerra ma evitando l’escalation

Gli Stati Uniti si stanno preparando ad inviare ulteriori aerei da combattimento in Medio Oriente in risposta alla minacce dell’Iran su un possibile attacco a Israele nei prossimi giorni.

Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali non è ancora chiaro quanti aerei saranno inviati.

Gli USA hanno assicurato collaborazione a Tel Aviv in caso di attacco. Il presidente Usa Biden ha chiesto privatamente giovedì in una chiamata “dura” che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu smetta di intensificare le tensioni nella regione e si muova immediatamente verso un accordo su ostaggi e cessate il fuoco a Gaza, hanno detto al sito di informazione Axios due funzionari statunitensi. In una dichiarazione, il Pentagono ha detto che sta adeguando la sua posizione di forza per “aumentare il sostegno alla difesa di Israele e per garantire che gli Stati Uniti siano preparati a rispondere a varie contingenze”.

Israele intanto si prepara. “Decine di caccia sono già sulle piste di decollo. L’esercito e l’aviazione israeliani sono pronti alla difesa ma anche all’attacco” riferisce la tv israeliana Canale 12. 

Secondo l’agenzia di stampa saudita Al-Hadath, che cita fonti anonime dell’amministrazione Biden, gli Stati Uniti non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione che l’Iran si stia preparando a un attacco militare contro Israele.

Stando a queste fonti l’intelligence statunitense non ha rilevato alcun movimento significativo di forze o equipaggiamenti iraniani negli ultimi giorni e, per ora, non ci sono segnali che il Paese si stia preparando per un imminente attacco contro Israele.

Parallelamente, secondo quanto ha riportato il New York Times, gli alleati dell’Iran nell’Asse della Resistenza non sembrano aver preso alcuna iniziativa che possa far pensare che si stiano preparando a lanciare un attacco su larga scala per colpire direttamente Israele, .

Il primo passo è stato un confronto con gli alleati già attivi nella regione. Un funzionario ha parlato di una riunione per fare una “valutazione approfondita sul modo migliore e più efficace per vendicarsi del regime sionista”. Alla riunione hanno partecipato Hezbollah, le milizie yemenite degli Houthi, quelle irachene, i palestinesi di Hamas e della Jihad.

Con il doppio attacco che ha violato le capitali di Libano e Iran, Israele “ha oltrepassato la linea rossa”, ha accusato il leader libanese Nasrallah affermando che si è entrati “in una nuova fase” della sfida al nemico di sempre.

Secondo quanto riporta il Times of Israel, la Missione Permanente dell’Iran presso le Nazioni Unite avverte che Hezbollah colpirà obiettivi civili e militari “più ampi e profondi” in risposta all’attacco israeliano che ha ucciso il comandante Fuad Shukr a Beirut all’inizio di questa settimana.

Un portavoce della missione ha detto alla CBS che fino ad ora, Hezbollah si è limitato, secondo un “accordo non scritto”, con Israele “limitando le sue azioni alle aree di confine e alle zone poco profonde, prendendo di mira principalmente obiettivi militari”.

L’asse della resistenza, secondo diversi analisti e fonti interne, sta valutando due scenari: una risposta simultanea da parte dell’Iran e dei suoi alleati o azioni singole condotte da ogni soggetto. Ma l’obiettivo sarebbe quello di indurre Israele a non spingersi oltre piuttosto che scatenare una guerra totale

Diversi paesi hanno già sospeso i voli per Beirut e raccomandato ai connazionali di evitare di recarsi in Libano. La compagnia tedesca Lufthansa, quella greca Aegian e quella italiana ITA hanno annunciato di aver congelato anche i collegamenti aerei con Tel Aviv fino alla prossima settimana.

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