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Venezuela. Il Tribunale Supremo ha acquisito i verbali delle elezioni. Incriminati i leader della destra

Il presidente della Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela (Cne), Elvis Amoroso, ha consegnato alla Corte Suprema di Giustizia i registri elettorali delle elezioni dello scorso 28 luglio.

“Tutto ciò che è stato richiesto dalla più alta corte della Repubblica è stato presentato”, ha dichiarato Amoroso senza fornire ulteriori dettagli.

I documenti erano stati richiesti con una sentenza del 3 agosto dopo il ricorso presentato da Nicolás Maduro. Il presidente venezuelano aveva chiesto al tribunale di “certificare” il processo elettorale dopo le denunce di frode da parte dell’opposizione.

Il rieletto presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha assicurato ieri che parteciperà alla Corte Suprema di Giustizia (TSJ) venerdì prossimo e presenterà il 100% dei verbali originali, esortando gli altri ex candidati a rispettare la convocazione della Corte.

Il procedimento risponde al ricorso presentato dal presidente Maduro, in cui ha chiesto un’indagine sul processo elettorale per chiarire i dubbi le accuse di frode mosse dall’estrema destra.

Martedì, la presidente della magistratura, Caryslia Rodríguez, ha dichiarato che “la mancata comparizione davanti a questa camera comporterà le conseguenze previste dal nostro attuale sistema giuridico”.

Oggi Edmundo González, il candidato presidenziale della Tavola rotonda di estrema destra Unità Democratica, e che si è autoproclamato presidente eletto lunedì scorso, è stato convocato per presentare i suoi risultati elettorali.

La Corte Suprema aveva dato tre giorni di tempo al Consiglio Nazionale Elettorale per presentare i verbali di scrutinio, il totale dei seggi elettorali su scala nazionale, nonché i verbali di aggiudicazione e proclamazione della vittoria di Maduro.

Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab ha intanto annunciato l’apertura di una inchiesta  penale contro i due leader dell’opposizione: Edmundo González  – candidato alla presidenza nelle elezioni dello scorso 28 luglio – e María Corina Machado.

Tra i crimini contestati ai due leader dell’opposizione dal Ministero Pubblico figurano quelli di “usurpazione di funzioni, diffusione di informazioni false per diffondere il panico, istigazione alla disobbedienza delle leggi e all’insurrezione, associazione a delinquere e cospirazione”. Poche ore prima González e Machado si erano appellati alle forze armate – senza ottenere risultati – affinchè impedissero quello hanno definito “il colpo di Stato di Maduro”.

Lo stesso Maduro ha reso pubblico su X il comunicato con cui le Forze Armate Nazionali Bolivariane confermano la loro lealtà allo Stato e al Presidente Nicolas Maduro.

L’ennesimo tentativo di golpe della destra e dei loro alleati internazionali andato a male.

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