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Ancora appesi alle bugie di Zelenskij e Netanyahu

In questa torrida estate le novità sono purtroppo poche. La continuità nelle atrocità a cui ci stiamo abituando è evidente. Si continua a morire in Ucraina come in Palestina. La Nato rafforza la strategia di un confronto armato con la Russia, incurante della resilienza di Mosca, militare, economica, geopolitica. Come abbiamo scritto milioni di volte, l’obiettivo non è la vittoria, ma la destabilizzazione fine a se stessa della Russia, ottenuta con il sacrificio del popolo ucraino.

In Medio Oriente, un governo canaglia, che non applica le risoluzioni Onu, è colpevole di forme di apartheid e di crimini di guerra, non viene fermato.

Netanyahu e Zelensky hanno come obiettivo evidente l’aumento delle provocazioni e l’escalation per poter trascinare l’Occidente in un conflitto allargato contro Russia e Iran. Gli Stati Uniti nicchiano, nutrono gli interessi delle oligarchie delle armi e dell’energia, ma non hanno interesse all’escalation, non ora, in campagna elettorale.

La logica orwelliana imperversa. Si possono fare affermazioni contraddittorie per manipolare l’opinione pubblica e salvare i falsi buoni sentimenti. La logica aristotelica basata sul principio di non contraddizione è morta.

I Dem americani e il centrosinistra europeo (le destre e i trumpiani anche, ma lo diamo per scontato: essi non salvano neanche i buoni sentimenti) possono quindi affermare che a Gaza la situazione è inaccettabile, immorale, vergognosa e poi considerare un dogma irrinunciabile il pieno sostegno a Israele. Le morti dei bambini sono terribili, ma forniamo le armi per massacrarli.

L’antisemitismo aumenta con atti atroci contro luoghi di culto e verso i membri della diaspora ebraica in Europa. L’umanità è prevedibile. Per questo mi ero rivolta a esponenti illustri e avevo lanciato appelli affinché le comunità ebraiche prendessero le distanze dai crimini in corso.

La propaganda afferma che, se non annientiamo gli innocenti di Palestina, essi distruggeranno Israele, così come, se non mandiamo i ragazzi ucraini a morire al fronte, la Russia arriverà fino a Lisbona. Menzogne ridicole, mai provate e contraddette da tutti gli analisti che a queste fandonie si sono opposti portando documentazione, storia e razionalità come fondamento delle proprie tesi.

I binari paralleli esistono non solo nella logica postmoderna delle democrazie europee prive di dibattiti pubblici. I giornalisti e gli analisti, compiacenti con le narrative del potere politico occidentale, occupano le prime pagine dei giornali più letti, le radio e le tv di maggiore ascolto, continuando imperterriti a nutrire i loro slogan, incuranti delle obiezioni, delle confutazioni, delle domande degli storici, degli intellettuali, di un variegato mondo del dissenso costretto nell’ombra e in grado di raggiungere fasce limitate della popolazione.

Accanto ai media russi già oggetto di censura, la liberale Ue si domanda un giorno sì e uno no se chiudere X, che dà spazio a Trump e ad analisi considerate filo-putiniane. Il fondatore di Telegram viene arrestato in Francia per avere creato una piattaforma digitale libera, in grado di sfuggire ai controlli statali. Non conosco esattamente i capi di accusa, ma se è vero che il miliardario russo si è dichiarato colpevole dei crimini commessi da trafficanti di droga e porno-pedofili che utilizzano la sua piattaforma, siamo di fronte a una tesi surreale. Il produttore di Mercedes è colpevole quindi di rapine e assassini perpetrati da un criminale che utilizza l’automobile tedesca?

Su Telegram era possibile avere informazioni sull’Ucraina che non circolano sulla stampa occidentale e rendersi conto dei crimini contro l’umanità commessi da Israele. Non vorrei che le pressioni di Stati Uniti e lobby filo-israeliana abbiano contribuito alle convinzioni dei giudici francesi. Che Macron smentisca non mi sembra deponga a favore della giustizia transalpina.

Il presidente francese è ormai privo di credibilità. Prima utilizza l’elettorato di France Insoumise per salvarsi alle elezioni, poi nega rappresentanza nel governo allo stesso gruppo politico di cui si è servito: una condotta in perfetta linea con i tempi attuali, in cui la lealtà e il mantenimento della parola data, sono scomparsi dall’orizzonte.

In Europa la politica economica neoliberista è irriformabile. Siamo al nuovo Patto di stabilità, ai nuovi tagli della spesa pubblica e delle pensioni, alle politiche procicliche a vantaggio dei creditori e contrarie agli investimenti nei beni comuni. I fondi sono allegramente distorti per seminare morti in nome di interessi statunitensi, non europei.

In questo quadro la sinistra non esiste, frammentata in mille movimenti di dissenso incapaci di federarsi oppure intenta a meditare nuovamente su “campi larghi” e su come si avanza col consenso del centro moderato.

Ma si avanza verso dove? Verso l’abisso nucleare?

* ambasciatrice, da IlFattoQuotidiano

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