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La guerra sporca degli apparati israeliani e ucraini in Libano e Siria

Sono nove i morti provocati dall’esplosione dei cercapersone nel pomeriggio di oggi in varie zone del Libano, ma soprattutto nel sud e nella periferia meridionale di Beirut, roccaforte del movimento Hezbollah. Tra i morti risulta esserci anche una bambina di 10 anni. Lo ha dichiarato ad “Al Jazeera” il ministro della Salute libanese, Firas Abiad, secondo cui i feriti hanno riportato escoriazioni al viso e alle mani.

Decine di membri di Hezbollah sono inoltre rimasti feriti a causa delle esplosioni scaturite dall’attacco informatico. Anche l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran a Beirut, Mojtaba Amani, è tra le decine di persone rimaste ferite nelle esplosioni. Lo si apprende dall’agenzia di stampa iraniana “Mehr”.

Il quotidiano libanese “L’Orient le Jour” riferisce che dietro l’attacco vi sarebbe l’intelligence di Israele, che avrebbe provocato l’esplosione dei cercapersone usati dai membri del movimento per comunicare tra loro al posto dei smartphone ritenuti più intercettabili dagli isareliani.

I cercapersone sarebbero stati manomessi a distanza, fino a farli surriscaldare e quindi esplodere. Sui social circolano immagini di persone con ferite sanguinanti.

Il Wall Street Journal ha riferito che i cercapersone interessati provenivano da una nuova spedizione ricevuta da Hezbollah nei giorni scorsi, e il giornale ha citato la società di sicurezza Lubeck International secondo cui la causa dell’esplosione dei dispositivi di comunicazione è stato molto probabilmente un malware inserito nei dispositivi,

Hezbollah in una nota ripresa dalla televisione Al Manar ha dichiarato che martedì 17 settembre 2024, alle 15:30 circa, sono esplosi una serie di dispositivi di ricezione di messaggi noti come “cercapersone”, che erano in possesso di un certo numero di lavoratori di varie unità e istituzioni di Hezbollah.

Nella dichiarazione Hezbollah ha osservato che queste esplosioni, le cui cause sono ancora sconosciute, hanno portato alla morte di una ragazza e di due fratelli e al ferimento di un gran numero di persone con varie ferite.

“Le agenzie competenti di Hezbollah stanno attualmente conducendo un’indagine scientifica e di sicurezza ad ampio raggio per determinare le cause di queste esplosioni simultanee. Allo stesso modo, le agenzie mediche e sanitarie stanno curando i feriti e i feriti in un certo numero di ospedali in varie regioni libanesi”.

Hezbollah ha anche invitato “il nostro onorevole popolo ad essere consapevole delle voci e delle informazioni false e fuorvianti che alcuni partiti stanno diffondendo in un modo che serve alla guerra psicologica del nemico sionista”, “soprattutto perché questo è accompagnato dai discorsi di intimidazione e dalle minacce del nemico sionista in quello che chiama ‘cambiare la situazione nel nord'”.

Il quotidiano israeliano Jerusalem Post commenta che “le esplosioni dei cercapersone di martedì, mostrano che ci sono altri modi non convenzionali per sorprendere il nemico e ottenere un vantaggio tattico. E questo porta a una terza lezione: la prossima guerra non si combatte mai come la precedente”.

Con una coincidenza che appare difficile ritenere come tale, secondo quanto riporta il sito Euromaidan Press (con forti connessioni con le intelligence occidentali) le forze speciali del gruppo Khimik della Direzione principale dell’intelligence ucraina (HUR), avrebbero attaccato una base militare russa dislocata sul territorio siriano. Il raid risale alla mattinata di domenica 15 settembre e ha avuto luogo nella periferia sud-orientale di Aleppo, come dimostrano alcuni video diffusi dai media ucraini come il Kyev Post. La notizia non è stata però confermata nè da fonti russe nè siriane.

Il quadrante e il contesto rilevano la stretta collaborazione tra gli apparati israeliani e quelli ucraini,

Secondo fonti dei servizi speciali ucraini sentite dalla stessa testata, gli apparati di Kiev avrebbe effettuato un altri attacchi contro le forze russe sempre in Siria, alla fine di luglio 2024. In un caso, l’obiettivo dell’attacco era l’equipaggiamento militare russo presso l’aeroporto di Kuweires, situato a est di Aleppo, in un altro una installazione sulle alture del Golan siriano fortemente monitorate da Israele.

E’ fin troppo evidente che per queste due azioni di sabotaggio contro le forze russe in Siria, l’Ucraina abbia potuto contare sulla collaborazione degli apparati israeliani e statunitensi.

Questa collaborazione è in corso ormai da almeno due anni, secondo quanto riportava il New York Times, il quale riferiva che un alto funzionario ucraino aveva confermato che Israele aveva fornito informazioni di intelligence sui droni iraniani venduti alla Russia. Il presidente ucraino Zelenski parlò di “inizio di una cooperazione con lo Stato di Israele” nonostante la posizione di formale neutralità adottata da Tel Aviv sul conflitto ucraino.

L’azione degli apparati ucraini in Siria contro obiettivi russi arriva dopo quelle già denunciate in Mali e in Sudan. E’  ormai una guerra sporca che si gioca a tutto campo e in più paesi rispetto a quelli direttamente coinvolti dai conflitti in corso.

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1 Commento


  • Mauro

    Sionisti e nazisti stessa faccia stessa razza.. l’escalation è salita di un altro gradino..se la pazienza ha un limite qual’è quello della Russia?

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