A Liverpool è in corso la conferenza del Partito Laburista da pochi mesi tornato ad essere partito di governo in Gran Bretagna. La linea adottata dal partito e dal suo governo verso Israele e questione palestinese appare in continuità con quella del precedente esecutivo dei conservatori di aperta complicità verso Tel Aviv.
Ma è proprio questa linea a non essere più accettata da molti iscritti ed elettori laburisti. Un recente sondaggio ha mostrato che tre quarti dei membri laburisti sono favorevoli a un divieto totale della vendita di armi a Israele.
Questo contrasto è esploso alla conferenza in corso a Liverpool. L’inizio della conferenza è stato segnato da manifestazioni pro-Palestina, con oltre 15.000 persone che hanno marciato nelle strade della città portuale sabato scorso, per esprimere la loro opposizione alla vendita di armi da parte della Gran Bretagna a Israele durante l’assedio e il bombardamento di Gaza.
La Palestine Solidarity Campaign (PSC) ha denunciato che i dirigenti del partito si sono rifiutati di permettere che le parole “genocidio” e “apartheid” apparissero nel nome del suo evento collaterale previsto per lunedì nella brochure della conferenza. L’evento, che vedrà la partecipazione di membri di gruppi filo-palestinesi in una tavola rotonda insieme al deputato laburista Bell Ribeiro-Addy, sarà descritto come “Giustizia per la Palestina“, con la rimozione delle frasi proibite.
Una dirigente del Labour, Rachel Reeves, è stata interrotta durante il suo discorso alla conferenza di Liverpool, quando un giovane militante laburista ha sollevato uno striscione che diceva: “Ancora ad armare Israele, ancora a sostenere gli inquinatori“, mentre il militante veniva bloccato e ammanettato, un altro contestatore ha gridato dal pubblico: “Stiamo ancora vendendo armi a Israele” prima di essere affrontato dal personale di sicurezza. Entrambi i manifestanti sono membri del Labour e membri di un collettivo di attivisti chiamato Climate Resistance.
Middle East Eye riferisce che con un post su X è intervenuto anche Jeremy Corbyn, l’ex leader del Partito Laburista, recentemente eletto ma come deputato indipendente, il quale ha dichiarato che: “Il coraggioso manifestante alla conferenza del Partito Laburista che chiede la fine di tutte le vendite di armi a Israele mi ricorda il membro del partito che è stato trascinato fuori dalla conferenza nel 2005 per aver protestato contro la guerra in Iraq”. Erano i tempi del bloody liar (mentitore sanguinario, ndr) Toni Blair alla guida del partito, una leadership alla quale si ispira anche quella attuale di Keir Starmer.
“La determinazione di Starmer nell’ignorare Gaza continua, nonostante i tentativi di facciata di limitare le vendite di armi” – commenta il giornale della sinistra Morning Star – “Dopo gli attacchi terroristici di stato in Libano e gli ulteriori bombardamenti israeliani della scorsa settimana, non c’è stata alcuna condanna di Israele da parte del governo britannico”.
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