L’ex presidente boliviano Evo Morales ha riferito di essere sopravvissuto a un attacco armato e ad un presunto tentativo di arresto nelle prime ore di ieri mattina, mentre viaggiava lungo l’autostrada che collega Villa Tunari con Shinahota, nella regione di Cochabamba, regione considerata la sua principale roccaforte politica.
Secondo i fatti, il veicolo su cui viaggiava ha ricevuto una raffica di 14 colpi durante l’agguato, ferendo il conducente del veicolo. L’incidente aumenta significativamente la tensione nell’area tra le forze di sicurezza statali e la popolazione locale.
L’attacco arriva nel mezzo di una crescente crisi interna al Movimento Al Socialismo (MAS), il partito fondato da Evo Morales, che sta attualmente affrontando divisioni e dispute tra le sue diverse fazioni.
I media locali riferiscono di un’atmosfera di alta tensione nella regione di Cochabamba, dove i sostenitori di Morales si sono immediatamente mobilitati in risposta all’attacco. La regione, nota per il suo forte sostegno all’ex presidente, rimane in allerta per possibili nuovi incidenti.
A questo proposito, il governo della Bolivia ha negato l’esistenza di un mandato di arresto contro Evo Morales, come indicato dal viceministro della Sicurezza cittadina, Roberto Ríos. “Come autorità statali siamo obbligati a indagare su qualsiasi denuncia, vera o falsa che sia, sulla presunta esistenza di un auto-attacco”, ha detto.
L’autorità governativa ha affermato che l’Ufficio del Pubblico Ministero è responsabile, attraverso le sue istanze corrispondenti, di svolgere un’indagine sugli eventi.
L’ex presidente Morales ha anche denunciato che il giorno precedente si era verificato un attacco alla sede sindacale della Federazione dei Lavoratori Contadini, a Cochabamba, da parte di gruppi vandalici assoldati da Manfred Reyes Villa, secondo lui, alleato elettorale dell’attuale presidente Arce.
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