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Crisi nel governo israeliano. Silurato Gallant, arrestato collaboratore di Netanyahu

Lo stesso giorno in cui Trump si apprestava a vincere le elezioni americane, Netanyahu, ha sollevato dall’incarico il ministro della Difesa, Yoav Gallant. Lo ha dichiarato lo stesso premier israeliano secondo cui “Purtroppo negli ultimi mesi è venuta meno la fiducia tra me e il ministro della Difesa”, ha affermato, indicando che Gallant sarà sostituito dal ministro degli Esteri, Israel Katz.

Gallant era ritenuto uno dei ministri israeliani più vicino all’amministrazione Biden e spesso ha forzato la mano nell’interlocuzione con gli Stati Uniti in alcuni dei passaggi critici della “guerra senza limiti” scatenata da Israele e del genocidio contro i palestinesi a Gaza. Secondo alcune voci Netanyahu starebbe per licenziare anche il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il capo dello Shin Bet Ronen Bar.

La polizia israeliana ha intanto rilasciato questa mattina i 40 manifestanti fermati ieri sera durante le proteste scoppiate a Tel Aviv contro il sollevamento dall’incarico del ministro della Difesa, Yoav Gallant, da parte di Netanyahu.

Il Times of Israel collega la decisione di Netanyahu di licenziare Gallant alla spinta del suo governo ad approvare una legislazione volta a facilitare l'”evasione” del servizio militare da parte degli israeliani ultra-ortodossi.

Gallant ieri sera dopo il suo licenziamento ha affermato che: ” Sono stato licenziato per aver chiesto il servizio militare israeliano per tutti, compresa la comunità ultraortodossa, un accordo sugli ostaggi e un’inchiesta sui fallimenti del 7 ottobre”. 

Gallant è un oppositore della legislazione sostenuta dagli Haredi per esentare gli studenti delle yeshiva (scuole che studiano la Torah) dal servizio militare. Lunedì, l’IDF ha annunciato che avrebbe inviato altri 7.000 ordini di leva ai membri della comunità ultra-ortodossa la prossima settimana, dopo che la prima fase di un piano per arruolare soldati tra gli haredi è stata in gran parte infruttuosa.

Itamar Ben Gvir, il ministro della sicurezza nazionale israeliano di estrema destra, ha espresso sostegno alla decisione di Netanyahu di rimuovere Gallant. “Mi congratulo con il primo ministro per la decisione di licenziare Gallant”, ha dichiarato Ben Gvir.

Secondo il Jerusalem Post, la politica di sicurezza di Israele è in continuo mutamento, e l’uscita di scena di Gallant potrebbe portare a un maggiore impegno militare a Gaza, “restringendo le possibilità di impegni diplomatici volti a negoziare ostaggi”. La sua partenza potrebbe spingere la coalizione di Netanyahu verso “un approccio militare unificato ma più intenso, poiché le voci di estrema destra nel governo acquisiscono influenza sulla direzione politica”.

Intanto la televisione israeliana Channel 12 ha reso noto che la polizia sabato sera ha fatto irruzione nell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu affermando che il raid è stato senza precedenti.

Il rapporto dice che non è stato immediatamente chiaro se il raid fosse collegato a un’indagine sulle fughe di notizie di intelligence di guerra da parte del gabinetto di governo, o ad una seconda indagine che è stata rivelata ieri, apparentemente collegata agli sforzi di Netanyahu per falsificare i verbali delle riunioni di guerra.

La polizia israeliana ha arrestato uno dei principali collaboratori di Netanyahu, Eli Feldstein, accusato di aver fatto trapelare false informazioni riservate con l’intento di far naufragare i colloqui per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani.

L’indagine si concentra su accuse secondo cui l’ufficio del primo ministro avrebbe diffuso ai media esteri la notizia che Hamas stava progettando di contrabbandare ostaggi fuori da Gaza attraverso il confine egiziano e di alimentare divisioni nella società israeliana per fare pressione su Netanyahu affinché accettasse un accordo per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco.

Il collaboratore di Netantayahu, Eliezer Feldstein, è tra le persone interrogate per la fuga di “informazioni sensibili e riservate”.

La magistratura israeliana ha prolungato la detenzione di Feldstein e di un altro sospettato fino a domenica, 10 novembre. Lo riferisce il quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth”, secondo cui il rappresentante dello Shin Bet, l’agenzia interna di intelligence, presente all’udienza ha chiesto che la detenzione dei sospettati coinvolti nel caso dei documenti segreti fosse prorogata di otto giorni.

Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid domenica ha accusato l’ufficio del primo ministro di aver diffuso “documenti segreti falsificati per sabotare la possibilità di un accordo sugli ostaggi, e plasmare un’operazione di influenza dell’opinione pubblica contro le famiglie degli ostaggi”.

Le famiglie degli ostaggi detenuti a Gaza hanno accusato Netanyahu di aver ostacolato ripetutamente un accordo con Hamas, denunciano come la fine della guerra a Gaza costringerebbe il primo ministro a indire elezioni.

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