I disordini che hanno infiammato Amsterdam la scorsa settimana e fatto gridare al pogrom leader e media di mezzo mondo sono ancora oggetto di discussione sebbene i tifosi del Maccabi Tel Aviv se ne siano andati.
Eppure, proprio nelle ultime ore, la polizia ha acquisito agli atti prove che documenterebbero diversi atti di violenza compiuti dai tifosi israeliani, immortalati con cinte, bastoni e sassi mentre aggrediscono persone in strada.
Troppo tardi. Ormai la narrazione ufficiale della «caccia all’ebreo» è l’unica accettata e in Olanda inizia una settimana lunghissima di rese dei conti: la sindaca rossoverde della capitale Femke Halsema dovrà difendersi oggi, in un dibattito d’urgenza, dall’accusa dell’opposizione di destra ed estrema destra di aver favorito un «pogrom». Mercoledì è previsto un dibattito alla Tweede Kamer, la Camera dei deputati.
E nella capitale rimane in vigore lo stato d’emergenza, la sindaca lo ha prolungato fino a giovedì: «Ad Amsterdam vige in questo momento, almeno fino a giovedì, un ordinamento di polizia: vietato manifestare, poteri speciali per gli agenti. Una cosa così l’abbiamo vista solo durante il Covid», ci dice Jazie Veldhuyzen, consigliere comunale di Amsterdam, capogruppo della lista di sinistra De Vonk e una delle poche voci critiche sulla vicenda.
Abbiamo appreso, in streaming, del suo arresto durante la manifestazione pro Palestina di domenica, organizzata per protestare soprattutto contro lo stato d’emergenza. Cosa è successo?
Sono stato minacciato di arresto che alla fine si è concluso con una «rimozione amministrativa». Ero presente come attivista e come rappresentante istituzionale: la polizia ha intimato a me e altri manifestanti di lasciare piazza Dam e quando abbiamo detto di no siamo stati circondati, prelevati, caricati su un bus e portati lontano dal centro, dove abbiamo avuto l’ordine di disperderci.
In piazza, intanto, le cose sono andate male per chi indossava simboli palestinesi: le bandiere sono state strappate via, così come avevano fatto gli hooligan del Maccabi. E chi indossava kuffieh e si trovava nei pressi di piazza Dam è stato fermato e identificato.
Un giornalista e un avvocato sono stati arrestati e una donna con un bambino manganellata è finita in ospedale. Una situazione distopica, se si pensa che il presidio era vocale ma pacifico.
Cosa sta succedendo ad Amsterdam?
La sindaca ha imposto ed esteso questo stato di emergenza che va a colpire in modo mai visto prima i diritti costituzionali, concedendo alla polizia un potere enorme: da «fermi e perquisizioni» casuali al divieto assoluto di scendere in piazza. Eppure, a monte, era noto che gli hooligan del Maccabi fossero un pericolo.
Avevamo già lanciato l’allarme ma Halsema non ha voluto ascoltare. Sono arrivati, hanno attaccato persone e proprietà e, quando un tassista ha alzato la voce con alcuni, lo hanno picchiato. I tassisti sono un gruppo molto coeso ad Amsterdam, per questo la voce che hooligan inneggianti al genocidio a Gaza avevano aggredito uno di loro ha fatto salire la tensione.
Diversi residenti hanno deciso di scendere in strada, sfidare i divieti e proteggere le loro strade. Qui l’antisemitismo non c’entra nulla: non si può parlare di pogrom per alcuni video isolati che circolano sul web e inneggiano all’odio antiebraico e associarli a chi protestava: quelli che hanno preso parte ai cortei e alle azioni non autorizzate non sono antisemiti ma indignati per le politiche dello Stato di Israele. E tra loro ci sono anche ebrei antisionisti, come il gruppo Erev Rav.
Oggi si preannuncia un consiglio comunale di fuoco: destra e sinistra unite parleranno di pogrom e antisemitismo dilagante ad Amsterdam. Sarà uno contro 44 a sostenere una visione alternativa?
La destra chiederà la rimozione della sindaca Halsema, accusata di non aver protetto a sufficienza gli hooligan del Maccabi. Io ho già presentato un’interrogazione sulla legittimità costituzionale dello stato d’emergenza e sulle violenze della polizia alla manifestazione di domenica. Saremo in cinque contro 40: il mio partito e Denk (un partito multietnico di seconde generazioni di immigrati, ndr) saremo i soli a sostenere che le violenze sono state provocate e alimentate dagli ultrà.
I consiglieri di maggioranza della lista unita di sinistra (rosso verdi e laburisti) hanno troppa paura per esporsi su questo tema, anche se alcuni privatamente sono solidali.
* da il manifesto
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