L’ex relatore delle Nazioni Unite Richard Falk ha proposto l’invio di una forza armata internazionale a Gaza, mentre un vasto gruppo di giuristi hanno chiesto all’Assemblea Generale di autorizzare un intervento armato di fronte al genocidio israeliano.
In una conferenza stampa tenutasi lunedì 18 agosto a Istanbul, il Tribunale Per Gaza ha chiesto alla comunità internazionale di autorizzare un intervento armato sotto l’egida delle Nazioni Unite per fermare quella che definisce la fase più mortale del genocidio israeliano contro il popolo palestinese.
Il giurista americano Richard Falk, da Istanbul, ha esortato i governi ad aggirare il blocco del Consiglio di Sicurezza – dove gli Stati Uniti usano il veto a favore di Israele – e ad appellarsi direttamente all’Assemblea Generale. Come ha spiegato, ci sono meccanismi legali per questo, come la risoluzione “Uniti per la Pace” del 1950 e il principio della “Responsabilità di Proteggere” approvato nel 2005.
Richard Falk, ex relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Palestina, ha avvertito che non agire immediatamente sarebbe “un fallimento storico dell’umanità”. Ha assicurato che il mondo sta assistendo, in tempo reale e con una trasparenza senza precedenti, a un genocidio che ricorda l’indifferenza mostrata di fronte ai crimini più atroci del XX secolo.
Il giurista ha accusato le cosiddette democrazie occidentali di complicità nell’offensiva israeliana. Ha sottolineato come la pressione dei cittadini deve tradursi in embarghi sulle armi, sanzioni e azioni di solidarietà internazionale, paragonabili alla campagna che ha contribuito a far cadere l’apartheid in Sudafrica.
Ha anche denunciato il tentativo di mettere a tacere le voci critiche attraverso sanzioni contro i relatori per i diritti umani e l’omicidio di giornalisti, tra cui Anas al-Sharif e i corrispondenti di Al Jazeera lo scorso 10 agosto. “Parte del lavoro del Tribunale di Gaza è quello di rafforzare il ruolo della verità di fronte a questi crimini”, ha detto Falk.
La dichiarazione d’urgenza dell’organismo riunitosi a Instanbul, intitolata “È tempo di agire”, sarà presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. L’organismo ha anche in programma un’udienza finale a Istanbul a ottobre, dove emetterà un verdetto morale sulla base delle testimonianze raccolte dalla sua fondazione nel 2024.
Il Tribunale di Gaza, composto da accademici, giuristi e difensori dei diritti umani, ha già tenuto sessioni a Londra e Sarajevo, dove ha formalmente accusato Israele di genocidio, crimini di guerra e apartheid.
Nel frattempo, la situazione umanitaria continua a deteriorarsi: dall’ottobre 2023, più di 62mila palestinesi sono stati uccisi a Gaza, tra un blocco totale e una carenza di aiuti.
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Petrillo Angelina
Soluzione da perseguire, prima che sia troppo tardi. Imprescindibili anche azioni concrete contro il governo che sta compiendo tali crimini.
maria
possiamo fare qualcosa qui a Roma in attesa che queste dichiarazioni abbiano un qualche esito ? (ormai appelli e diachiarazioni non si contano più)Non ce la facciamo ad andare ad accusare Palazzo Chigi e Quirinale fisicamente ? abbiamo anche un ‘Ambasciata israeliana intorno a cui passeggiare o pedalare con le bandiere palestinesi
Non riusciamo a coordinarci per rompere le scatole a questi massacratori e ai loro sporchi complici ?
E quella magnifica strombazzata per le vie di Roma non si può riorganizzare ‘? Sono tanti gli incazzati ma debole è l’organizzazione Superiamo i distinguo e le differenze ,la Palestina muore
Manlio Padovan
Ma se le risoluzioni contro Israele fossero state contro i palestinesi, eccome se i caschi blu dell’ONU le avrebbero fatte rispettare!
Israele non ha il diritto di esistere…almeno là dov’è.
Manlio Padovan
L’ebraismo-cristianesimo incarna in sé il germe della prepotenza: tanto è vero che il buon ebreo alla sera quando recita la sua preghiera ringrazia il suo dio di non averlo cerato femmina.
Altro che l’ammore dell’ebraismo-cristianesimo: il secondo è solo l’ebraismo per le masse.
Il cristianesimo fu l’espediente politico che consentì di assumere su di sé il patriarcato con tutte le conseguenze i che da quella idea nascono sul piano sociale e che ancora oggi viviamo appieno.
Petrillo Angelina
Purtroppo il mandante di i questa situazione atroce e immorale , che si sta consumando sotto gli occhi del mondo intero è uno solo, con la complicità delle alleanze economiche e finanziarie degli Stati occidentali. Il capitalismo spregiudicato sta minando la democrazia,. I principi di giustizia ed uguaglianza. sono annichiliti dall’ arroganza e dal razzismo: ciò che sta accadendo in Medioriente è espressione di tutto ciò. Si tratta di un grave delitto, impunito e consentito da chi ha il potere di prendere decisioni. Fino a che punto questi interessi possono avere la meglio? Ci sarà qualche anello debole della catena, che prima o poi si spezzerà, ma intanto quanto dolore, umiliazione, sangue sono stati versati!
Serena Sistemi
queste proposte sono tardive: li ammazzeranno tutti.
Antonio Pellegrino
L’invio dei “Caschi Blu” disposto dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU è necessario per difendere i civili della striscia di Gaza.
E sarebbe altrettanto necessario l’invio dei Caschi Blu in Cisgiordania per difendere i palestinesi dalle aggressioni dei coloni e dalla recente decisione di Israele di dividere in due la Cisgiordania attraverso il folle insediamento di ulteriori 3.400 coloni.
Ma gli Stati europei potranno armare i Cashi Blu mentre continuano a inviare armi a Israele?