Nella notte tra il 20 e il 21 agosto, i carabinieri di Misano Adriatico hanno arrestato un uomo di origine ucraina, il quale avrebbe partecipato all’atto terroristico che ha messo fuori uso i due gasdotti Nord Stream, nel settembre 2022.
Il mandato di cattura era stato emesso dal giudice istruttore della Corte federale di giustizia tedesca lo scorso 18 agosto 2025.
L’uomo, di 49 anni e indicato col nome Serhii Kuzientsov, si trovava a San Clemente, in provincia di Rimini, in vacanza insieme alla famiglia (tra cui due bambine di 6 e 9 anni). Viaggiavano su uno yacht a vela, lo stesso con cui sarebbero stati commessi gli atti di sabotaggio del Nord Stream: l’Andromeda.
Attraverso attività di monitoraggio, su input delle autorità tedesche e dell’Interpol, è stato infine eseguito l’arresto. Oggi, dal carcere riminese di Casetti, l’uomo verrà portato a Bologna, dove alle 12 avrà luogo l’udienza per la convalida dell’arresto su mandato europeo.
In effetti, i carabinieri si sono limitati a eseguire un mandato di cattura europeo diffuso dalla Procura di Karlsruhe, e ora l’uomo dovrà rispondere delle accuse di fronte ai giudici tedeschi.
Serhii Kuzientsov è considerato tra gli uomini che hanno coordinato l’atto di sabotaggio del 2022: non solo e non tanto, dunque, un esecutore materiale, quanto uno degli uomini che hanno gestito l’operazione dall’imbarcazione. Un pezzo grosso dei servizi segreti ucraini, insomma.
E proprio il fatto che fosse a Rimini con lo stesso vascello, già posto sotto la luce dei riflettori, e che viaggiasse con tranquillità in auto, con il proprio regolare passaporto (e non con documenti falsi, come era successo nel Baltico), convinto di non correre alcun pericolo in “territorio amico”, fa sorgere alcune domande.
Svezia e Danimarca avevano abbandonato le indagini, avendo accertato che non c’era stato alcun coinvolgimento di territori e cittadini dei rispettivi paesi negli attentati.
Non aveva fatto lo stesso la Germania – di fatto e diritto co-proprietaria del gasdotto costruito insieme alla Russia – che ha continuato a scavare nella vicenda, anche se ogni volta che si arrivava a “nominare i colpevoli” (i servizi ucraini, insieme a quelli britannici e statunitensi), motivi di “sicurezza nazionale” bloccavano lo sviluppo delle indagini.
Il problema è che, esaurita la propaganda sulla Russia che “distrugge una sua infrastruttura strategica per fare un dispetto all’Occidente”, tutti gli elementi indicavano che il sabotaggio era stato condotto da un commando ucraino, col sostegno della Polonia e, quantomeno, la conoscenza dei servizi segreti statunitensi, che erano sicuramente ben contenti di avallare questo colpo a Mosca e, insieme, alle velleità di autonomia europea.
A Berlino, fin qui, avevano dunque pensato bene di non scoperchiare il vaso di Pandora, e avevano sotterrato sotto i piedi sia la propria “sovranità” che l’iniziativa giudiziaria.
Bisogna dire che, ad ogni modo, uno degli uomini del commando ucraino, un istruttore subacqueo identificato come Volodymyr Zhuravlov, è stato fatto fuggire dalla Polonia, su una macchina dell’ambasciata ucraina di Varsavia, nonostante la richiesta di arresto da parte di Berlino.
La Germania non ha, dunque, mai davvero rinunciato ad assicurare alla giustizia i sabotatori del Nord Stream. Ha semplicemente rimandato a un momento più consono, in cui magari fa meno scalpore braccare un terrorista ucraino, fino a pochi mesi fa facilmente spendibile nei media come un eroe di guerra.
Evidentemente qualcosa sta cambiando, e certe “coperture” non sono più così stringenti.
Eppure, c’è un ultimo elemento che non va dimenticato. Non può che risultare curioso il fatto che sia stata la riviera di Rimini il luogo prescelto per le vacanze di Serhii Kuzientsov, proprio a bordo dello stesso yacht che sarebbe stato usato per i sabotaggi nel Mar Baltico. I servizi ucraini danno costantemente la caccia alle navi russe e alla sua ‘flotta ombra’.
A febbraio una petroliera è stata squarciata da alcune esplosioni a poche centinaia di metri dal porto di Savona. Che fosse effettivamente affiliata al Cremlino, e che sia stato un commando ucraino a portare a termine l’operazione, non è certo in questo momento.
Ma l’ipotesi è presente, e che Serhii Kuzientsov abbia scelto l’Italia e l’Andromeda come meta delle vacanze impone, per lo meno, indagini approfondite su collegamenti che l’uomo possa avere nel Belpaese.
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