Che la UE non potesse più approfittare dell’ombrello statunitense per la difesa, nel mentre che cerca di rendersi anche un competitor degli USA, Donald Trump lo aveva messo bene in chiaro. Lo ha fatto, in parte, col dialogo riaperto con Putin e imponendo il netto aumento delle spese militari, e continua pure tagliando fondi destinati alla sicurezza dei confini orientali europei.
Il Financial Times, il 4 settembre, ha infatti riportato la volontà dell’amministrazione stelle-e-strisce di porre fine gradualmente ai programmi di addestramento ed equipaggiamento degli eserciti destinato agli stati che rappresenterebbero il primo fronte di un conflitto con la Russia. Un funzionario della Casa Bianca, in condizione di anonimato, ha confermato la decisione anche al New York Times.
Il taglio dei fondi finalizzati alla preparazione degli eserciti dell’Est Europa a un possibile conflitto con Mosca deriva in realtà da un ordine esecutivo che Trump avrebbe firmato già il primo giorno del suo secondo mandato. “Nessun ulteriore aiuto estero degli Stati Uniti sarà erogato in un modo che non sia pienamente in linea con la politica estera del Presidente degli Stati Uniti“.
Abbiamo già visto varie occasioni in cui, su questa base, The Donald ha spinto sulla revisione di vari capitoli di spesa, come quello per l’USAID. Non è una scelta che arriva, dunque, come un fulmine a cielo sereno, anche perché, dice sempre il funzionario al giornale statunitense, è un processo comunicato dal Pentagono da settimane, ed è stato coordinato con le nazioni europee coinvolte.
Si parla in particolare del programma Section 333, che autorizza il Segretario alla Difesa a fornire addestramento ed equipaggiamento a forze straniere per quanto riguarda l’antiterrorismo, la sicurezza informatica e quella marittima e di frontiera. Fino a oggi, i principali beneficiari di questo programma sono stati i paesi baltici. Le risorse approvate si esauriranno a settembre 2026.
La Difesa statunitense non ha rilasciato alcun commento. Si prevede che centinaia di milioni di dollari smetteranno di affluire verso l’Europa orientale, e questo sta suscitando notevole preoccupazione tra politici e militari del Vecchio Continente. Anche perché, per vie inverse, per finanziare una tutela autonoma di quei confini i milioni andrebbero al di là dell’Atlantico, in acquisti militari.
Secondo le informazioni di due diplomatici europei, riportate da Il Fatto Quotidiano, i governi europei sono addirittura “sconcertati“, pur sapendo ormai che quelle di Trump non sono solo chiacchiere. Stanno imparando cosa significa giocare alla potenza globale, contando solo sulle proprie forze, come da tempo tra l’altro auspicavano, forse poco coscienti della spirale mortale in cui si erano cacciati.
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