Donald Trump ha diffuso in questi giorni la notizia di un presunto attacco della marina statunitense contro una nave carica di droga proveniente dal Venezuela. Secondo il suo racconto, l’operazione avrebbe causato la morte di 11 persone a bordo.
Una dichiarazione che, tuttavia, non è stata accompagnata da alcuna prova concreta: nessuna indicazione del luogo preciso, nessuna documentazione sulla provenienza della nave né sull’organizzazione criminale a cui sarebbe appartenuta.
Il presidente si è limitato ad affermare che il carico era destinato agli Stati Uniti, lanciando un monito: «Che questo serva da avvertimento a chiunque stia pensando di introdurre droghe negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!».
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha immediatamente denunciato l’annuncio di Trump come parte di un’operazione di disinformazione orchestrata da Washington, mentre la sua nazione affronta quella che definisce «la più grande minaccia del secolo»: un vero e proprio assedio militare, con otto navi da guerra, un sottomarino nucleare e oltre 1.200 missili schierati dagli Stati Uniti nei Caraibi meridionali.
A Caracas, il ministro dell’Informazione Freddy Ñáñez ha messo in discussione l’autenticità delle immagini diffuse da Trump, affermando che «si tratta di un video generato con intelligenza artificiale, caratterizzato da “esplosioni stilizzate e acqua innaturale”, con artefatti tipici dei prodotti sintetici.
Per il prof. Luciano Vasapollo, decano di economia alla Sapienza, che da tempo collabora con atenei di Cuba e Venezuela ed è stato vicino a Fidel Castro, Chavez ed oggi lo è al presidente cubano Diaz Canel e a quello venezuelano Maduro, quanto accaduto è la conferma di una strategia consolidata: «Diffondere notizie false per giustificare guerre e assedi è una forma di terrorismo mediatico. Non c’è differenza tra lanciare una bomba e manipolare milioni di coscienze con informazioni inventate: entrambi i gesti producono morte, distruzione e odio. E chi, nei media, rilancia queste menzogne senza verificarle, diventa connivente».
La narrazione di Trump ruota attorno al cosiddetto “Treno di Aragua”, organizzazione che Washington descrive come un cartello terroristico guidato da Maduro. In realtà, come sostiene Caracas, tale gruppo è stato smantellato nel 2023. Nonostante ciò, il Dipartimento di Stato statunitense ha rilanciato la sua esistenza, arrivando persino a mettere una taglia da 50 milioni di dollari sul presidente venezuelano.
I dati delle Nazioni Unite contraddicono apertamente la versione della Casa Bianca: il Venezuela non è un paese produttore di coca, ospita appena il 5% della cocaina colombiana e l’87% dei traffici diretti al Nord America passa attraverso il Pacifico, non dal Mar dei Caraibi. Nonostante queste evidenze, il Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato di un “attacco letale” contro una nave partita dal Venezuela, senza fornire la minima prova. Il video utilizzato da Rubio è falso ed è stato creato utilizzando l’intelligenza artificiale.
«Marco Rubio continua a mentire al suo presidente: dopo averlo condotto in un vicolo cieco, ora gli offre un video con l’intelligenza artificiale (e quindi dimostrato). Cosa dice Gemini di questo video? ‘In base al video fornito, è molto probabile che sia stato creato utilizzando l’intelligenza artificiale (IA). Sebbene non possa confermare con certezza gli strumenti utilizzati, diversi elementi suggeriscono che sia stato generato dall’IA’», ha affermato Ñáñez.
Il materiale audiovisivo sopra menzionato, analizzato attentamente, presenta certamente alcuni dettagli incoerenti con la dichiarazione di Rubio. «Il filmato, all’inizio, in particolare nel primo segmento, mostra un’imbarcazione con tre motori. Nel secondo segmento, quando l’imbarcazione naviga in linea retta verso la telecamera e prima dell’esplosione, la scia d’acqua, dovuta all’effetto propulsivo, mostra chiaramente che è generata da un singolo motore.
Il primo segmento presenta un’ambientazione notturna. Nel secondo segmento, l’ambientazione è chiaramente diurna. Poi, nel terzo segmento, quando avviene l’esplosione, l’ambientazione è di nuovo notturna. Il primo segmento mostra un ponte illuminato dal sole. Tuttavia, questo sole illumina solo la barca, non il mare.
Questi dettagli confermano quanto precedentemente riferito da Ñáñez. «Questo tipo di video, spesso definito deepfake o video generato dall’intelligenza artificiale, è sempre più comune. Può essere utilizzato per diversi scopi, come l’intrattenimento, la disinformazione o l’espressione artistica», ha sottolineato il ministro.
Anche sul piano internazionale la reazione non si è fatta attendere. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha denunciato la gravità dell’azione, dichiarando su X: «Se questo è vero, è un omicidio in qualsiasi parte del mondo. Da decenni catturiamo civili che trasportano droga senza ucciderli. Non sono grandi narcos, ma giovani poverissimi dei Caraibi e del Pacifico».
Per Vasapollo, tutto questo fa parte di un copione già visto: «Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno usato le stesse tecniche contro Cuba, Siria, Iran e oggi contro la Russia con le sanzioni e con il racconto distorto della guerra in Ucraina. È lo stesso meccanismo delle fake news rilanciate in Europa da Ursula von der Leyen sul presunto attacco informatico al suo aereo. La menzogna, se amplificata, diventa verità operativa, serve a preparare l’opinione pubblica a nuove escalation».
L’affondamento della nave – sempre ammesso che sia realmente avvenuto – appare dunque come un tassello nella strategia di Washington per aumentare la pressione sul governo di Caracas e giustificare eventuali azioni militari. In un contesto dove la propaganda sostituisce l’informazione e la manipolazione diventa prassi, resta fondamentale il monito di Vasapollo: «Il terrorismo mediatico non va solo denunciato, ma combattuto con rigore, ricerca della verità e rifiuto della complicità giornalistica. Chi cede alla logica delle fake news, oggi come ieri, contribuisce alla guerra».
Al contrario, «il nostro compito di rivoluzionari è molto più importante perché noi mettiamo in evidenza la funzione dello Stato nell’epoca della competizione globale. Dipende da noi il tipo di Stato che vogliamo mettere al centro. Imprescindibili sono le questioni per esempio in Italia della difesa della nostra Costituzione, contro le guerre e l economia di guerra anche attraverso la cultura del falso e vedere come protagonista la sovranità popolare, mettere al centro l’autonomia della scienza per i bisogni popolari, della ricerca per e del popolo degli sfruttati».
Il prof. Vasapollo si è poi riferito alla diffusione di fake news contro paesi antimperialisti anche da parte della TV pubblica italiana, la Rai, nel suo spazio di maggiore ascolto e autorevolezza, il TG1, che questa sera ha trasmesso senza nessuna esitazione e nessun dubbio la favoletta della barca carica di droga. Questo in un paese, l’Italia, che pur proclamando di voler favorire la pace, alimenta le guerre fabbricando e cedendo armi e munizioni con rilevanti ritorni finanziari.
«La politica culturale più adatta per far progredire il nostro Paese, per amministrare e per allocare al meglio le risorse – afferma Vasapollo – è la ricchezza del sapere sociale e non dell’economia delle armi. Quindi bisogna lavorare contro il ruolo spesso coercitivo o spesso troppo commerciale di multinazionali dei saperi orientati al profitto e oppure della fabbrica del falso, della comunicazione deviante e della fabbrica della menzogna».
Secondo l’economista, dunque, «bisogna fortemente riaffermare, anche verso lo scetticismo di molto compagni, che difendere in modo militante il Venezuela di Bolivar, Chávez e Maduro, è giocarsi una partita antimperialista e unificante con la battaglia per la terra e la libertà della Palestina, con sempre un punto di vista coltivato e praticato senza compromessi e con coerenza anticapitalista, socialista rivoluzionaria, contro la cultura dell’egoismo con la mercificazione delle menti della società della morte attraverso lo sfruttamento e la guerra per il profitto di impresa».
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