La propaganda guerrafondaia europeista che propina all’opinione pubblica il pericolo di un’espansionismo russo senza fine, usanto questo allarmismo per legittimare la transizione verso un’economia di guerra, è stata smascherata sotto tutti i punti di vista, da quello storico, a quello politico, fino a quello dei dati. Ora persino l’intelligence italiana rincara la dose.
È il giornale La Stampa a riportare le riflessioni fatte durante la presentazione della nuova veste che ha preso la rivista dei servizi segreti nostrani, Gnosis. Non un’occasione semplicemente formale, vista la presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, e del direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) Vittorio Rizzi.
Durante l’evento, non sono di certo passate inosservate le parole del giudice della Corte Costituzionale Giovanni Pitruzzella: “l’Europa è stata una forza gentile, una macchina giuridica che ha creato un mercato comune e un apparato di diritti condivisi. Ma nel mondo è tornata la giungla e con essa l’esigenza di sicurezza, ovunque“.
Ha creato anche le guerre fratricide in Jugoslavia, il caos in Libia, e ora sta sostenendo un genocidio. Ma il punto rimane il fatto che viene sottolineato come la UE, in particolare, debba prepararsi alle minacce di altri attori globali, in primis la Russia. Però, l’intelligence ci ha tenuto a rimettere in chiaro la scala reale della ‘minaccia’ che può rappresentare Mosca.
La retorica che abbiamo sentito fino a ora viene ribalta, riportandola ai dati che abbiamo sotto agli occhi. La potenza e le capacità militari russe vengono evidenziate, ma viene anche rimarcato il fatto che l’Ucraina, finanziata e armata fino ai denti dalla NATO, continua a dare filo da torcere alle forze del Cremlino.
Quasi con un moto d’orgoglio, è stato sottolineato che la NATO ha ben altre capacità rispetto a quelle di Kiev. Affermazione che scorda in maniera colpevole come, ormai, sia proprio l’esercito ucraino quello più preparato a un conflitto, in tutto il quadro del Vecchio Continente. Ma che ricorda invece molto bene cosa può mettere in campo il Patto Atlantico.
Il dato di fatto è questo: pensare che la Russia possa passare dall’Ucraina a un attacco contro i 32 stati dell’Alleanza Atlantica, protetti l’un l’altro da obblighi comuni, è a dir poco fantascienza. Al dibattito per la presentazione di Gnosis, l’opinione sullo sconfinamento dei droni in Polonia è che esso vada visto come una provocazione o come test sulla capacità di reazione.
All’evento si è accennato al fatto che la Russia può “tentare qualche colpo di mano“, scrive La Stampa, ma nulla più. Il riferimento è alla Moldavia, dove il 28 settembre si svolgeranno delle cruciali elezioni parlamentari, indette dalla presidente Maia Sandu dopo la caduta del governo filo-occidentale di Dorin Recean, sfiduciato lo scorso mese.
Ad ogni modo, non bisogna nascondere anche la funzione che i discorsi intavolati alla presentazione di Gnosis hanno avuto nel sostenere il governo Meloni nella diatriba sulla missione NATO ‘Sentinella dell’Est’, a cui era stato promessa e poi ritirata il sostegno, attraverso la partecipazione di jet italiani.
Mentre il commissario UE alla Difesa Andrius Kubilius parla di un’invasione russa entro 3-4 anni (argomento molto utile per far contenti i propri connazionali lituani, tra cui è stata instillata ad arte una profonda russofobia), dall’Italia i servizi segreti ricordano che questa ipotesi è almeno remota, se non impossibile.
Del resto, la Sentinella dell’Est porterà a fare i paesi europei della NATO quello che già avrebbero fatto: militarizzare il confine con la Russia. Solo che avverrà più velocemente e stornando dall’Ucraina attenzione e armamenti, con estrema soddisfazione di Mosca. Ma la prospettiva che si apre è quella di una nuova cortina di ferro che la UE vuole far calare sull’Europa.
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